Si è conclusa così l’avventura in dodici puntate di quello che ora possiamo chiamare un naufragio. Un disastro in piena regola che ci lascia con un’isola in lontananza che non vedremo mai, qualche pirata furfante e un interrogativo: perché Rai Fiction insieme a ZDF, France Télévisions, Rodeo Drive hanno voluto cimentarsi in un progetto ambizioso per poi restituirci un prodotto scadente da tutti i punti di vista? A partire dalla trama, un papocchio inconcludente e confusionario fatto di sensazionalismi e zero approfondimenti. Perché durante il corso delle puntate, per un totale di ben 12 ore di visione, abbiamo vissuto un senso di vuoto perenne, riempito a fatica da trame artificiose, personaggi appena abbozzati, scritti dagli sceneggiatori di Occhi del Cuore e di Vita di Gesù e recitati con altrettanta approssimazione. Dispiace per Lino Guanciale, Barbora Bobuľová e il resto del cast che, in precedenza, ha dato prova della propria bravura e dispiace anche per le note del maestro Stefano Lentini, autore della colonna sonora originale della serie. Purtroppo, però, il talento attoriale, registico o musicale, può davvero poco quando la scrittura fa acqua da tutte le parti. Sopravvissuti è finita a metà, con un chiarissimo aggancio a un’improbabile seconda stagione. Le ultime 4 puntate trasmesse il 31 ottobre e il 1 novembre su Rai 1 e RaiPlay hanno deluso buona parte del pubblico che ha abbandonato la visione. I due episodi del lunedì, ad esempio, hanno registrato un calo di ascolti, una media poco superiore ai 2,4 milioni di spettatori, 15,40% di share. Lo sospettavamo da quella prima puntata incerta che stavamo andando verso il naufragio. Eppure c’è una considerevole fetta di pubblico che ha apprezzato la nuova proposta. Si è detta entusiasta della novità sia tecnica che contenutistica e ha apprezzato anche una narrazione in cui i protagonisti posso compiere atti immondi. Un segno che anche il pubblico di Rai 1 è aperto verso nuovi orizzonti seriali, più sfumati e meno manichei. Eppure, sebbene l’intenzione, non abbiamo più dubbi: Sopravvissuti è un esperimento ammirevole che purtroppo è stato affrontato male. Il grande mistero è perché Rai Fiction, cioè quella de L’amica geniale, La linea verticale, Il commissario Montalbano o Suburra – La serie lo abbia prodotto, e trasmesso. Era stata annunciata come “una grande scommessa”. Per quanto ci riguarda, la scommessa è stata persa.
Sopravvissuti: Speranza, Vittime, Fantasmi, Espiazione (1×9,10,11,12)
“Non dobbiamo mollare adesso”, continuavano a urlarsi a vicenda. Peccato che la nostra capacità di provare emozioni con Sopravvissuti ci aveva già mollato. Neanche davanti agli innumerevoli eventi tragici delle quattro puntate finali, come la morte di Tano o lo stupro di Giulia e poi di Marta siamo rimasti travolti da un turbino di emozioni, come sarebbe dovuto accadere. Le ultime quattro puntate intitolate Speranza, Vittime, Fantasmi, Espiazione sono state un parziale spreco di tempo. Un girare a vuoto per evitare di rispondere alle domande chiave: cosa è successo su quella barca, qual è il terribile segreto che li lega e perché non possono rivelarlo? Quattro ore a vuoto in cui è successo, come al solito, tutto e il contrario di tutto. Ma soprattutto, in cui è stata nominata vagamente “quell’Isola” che con ottime probabilità non vedremo mai.
Ne deduciamo, però, che Alex venga da là, come vediamo nell’ultima scena. A bordo della sua Lilith – con tanto di Omega – la falsa Alex e sua figlia si stanno dirigendo verso un isolotto mentre, a poche miglia, i naufraghi raccolgono l’abbondante pioggia, caduta subito dopo aver gettato a mare Gabriele, incolpato da Marta (che si vendica dei ripetuti abusi e dello stuprato subito) per aver bevuto tutta l’acqua (che invece aveva bevuto Marta). Sopravvissuti è condensata tutta in quell’Omega: un simbolo ricorrente, mostrato per creare suspense ma che, una volta scoperto l’arcano, ci lascia con un’esclamazione pendente dalla bocca: “embè, tutto qua!?”. A lasciarci indifferenti non è l’azione disumana, ma la mancanza di una scrittura intensa, riflessiva, carica di contrasti. Una scrittura tridimensionale capace di restituire umanità a dei personaggi fittizi che dovrebbero smettere di esistere in una storia e diventare la storia. Quel patto di fiducia tra cantastorie e spettatore però si è rotto, forse sin dalla prima puntata. E così la rabbia di Anita – ovviamente comprensibile – è diventata via via sempre più ridicola. Infine il dolore stesso è diventato ridicolo.
La nona puntata inizia con una certezza. Siamo sull’Arianna, il corpo di Armando viene gettato in mare. Il gruppo è allo stremo: il cibo scarseggia. Il padre di Nino viene pestato da Lorenzo e Gabriele per aver rubato dell’acqua. I due, ormai, sono partner in crime: minacciano, menano e comandano. Nel presente Anita affronta Adele, quella che crede essere la sorella di Lea che, in qualche modo, le dice che Armando è stato ucciso. Poi la storia glissa su Lea che è costretta a prostituirsi. I tentativi di Luca per fingere che sia tutto Ok iniziano a sembrare sospetti perfino alla moglie. Finalmente. Stefano cerca di convincere Sylvie del fatto che Luca non sia più la stessa persona. Parte il bacio. Prosegue la trama adolescenziale, che ha occupato più spazio del dovuto. Marta viene aggredita nel suo appartamento da un misterioso killer, forse lo stesso che ha ucciso Lea/Adele. Marta decide di trovare rifugio dalla suocera, cioè colei che al momento la odia più di tutti. Qualcuno li vuole morti. Non sanno nemmeno loro chi possa essere, ma temono siano “loro”. Ma chi sono questi “loro”?
La decima puntata di Sopravvissuti è un mix di tragedie. Il gruppo è terrorizzato. Ivan inizia a credere ad Anita, ma Morelli non vuole riaprire le indagini. Luca decide di andare dai suoceri a Gressoney finché non si calmeranno le acque. Giuliani vorrebbe portare con sé anche Nino, che rifiuta. Ma intanto ci prova con la figlia, che ci sta. Anche Lorenzo rimane a Genova con Alex (cioè Greta), la quale – a insaputa di Lorenzo – ha ricevuto dei documenti falsi e ora deve tirar su 100mila dollari per riavere sua figlia, Alex. Tano, in un momento di lucidità, decide di riprendersi la propria vita e propone alla moglie di trasferirsi in Sicilia. Poi esce a prendere il dolce e il cellulare del figlio morto, ma resta ucciso sul cantiere navale. L’ultimo messaggio per la moglie dice qualcosa a proposito della morte di Simone. Sarà stato ucciso? Il medico legale rivela ai poliziotti la presenza di quel misterioso proiettile di Kalashnikov nella gamba che nessuno avrebbe mai dovuto vedere. Sull’Arianna avviene il colpo di stato: l’egemonia di Lorenzo e Gabriele ha ampiamente scocciato. E come mai nel presente Luca e Lorenzo sono così amici? Com’è successo? Non lo scopriremo mai. Intanto l’equipaggio intercetta i pirati. Tanto noi lo sapevamo già grazie all’auto-spoiler fatto dalla stessa Rai! La scena, seppur brutale, è esilarante per la resa macchiettistica sia dei pirati, sia dello scontro a fuoco.
L’ultimo appuntamento, la undicesima e dodicesima puntata, con Sopravvissuti solleva più quesiti di quanti ne risolva. Luca resta a Genova e si convince che – FORSE! – è arrivato il momento di parlare con la polizia. Man mano che i fatti vengono fuori non smettiamo di chiederci perché i naufraghi e le loro famiglie non stiano facendo terapia o ricevendo il supporto necessario. Ma soprattutto, perché i loro cari non riescono a capire perché non possono più essere gli stessi di prima!? Anita è in gamba, ma non riusciamo più a tollerare i suoi modi esasperanti. Anche Paola inizia ad accusarli di mentire. Tutti chiedono a gran voce verità. Intano Nino, per sbaglio, accoltella l’amico Roberto e confessa alla zia che i genitori sono morti nella sparatoria con i pirati venezuelani, iniziata dallo stesso Frank. Ricordate il povero signor Mayer che nella prima puntata si era impiccato sulle note di Mozart? A quanto pare nessuno si è degnato di fare visita al poveretto che giace congelato nel suo letto da più di un mese. Qualcuno si è preso cura del suo cadavere. Vuoi vedere che è proprio la figlia, Lara, che è tornata da chissà dove per vendicarsi di essere stata consegnata ai pirati come bottino di guerra? È il fioraio a riconoscerla, che la definisce “una tipa con i capelli corti, una tossica”.
Insomma, Lara è l’artefice di tutto, degli omicidi e delle scritte. O quasi tutti gli omicidi? Non lo sapremo mai perché prima di confessare, Lorenzo le spara. Così come non sapremo mai se qualcuno riconoscerà Lea. O perché adesso il padre del figlio di Marta è tornato a essere Gabriele (che no, non è morto di stenti!) e non Luca. Infine Titti decide di affidare Nino ai servizi sociali, Stefano si riavvicina a Sylvie e Lea guarda gli ultimi aggiornamenti al telegiornale e dice al padre che vuole tornare a Genova. Stefano svuota la cesta della biancheria dove sul fondo rimane una catenina appartenente a Tano: sarebbe stato lui a ucciderlo nel cantiere dopo che questo lo aveva collegato alla morte del figlio? Luca, alla fine, è diventato spietato proprio come Gabriele.
Quella scena finale sulla Lilith – che ricorda anche il nome di un orologio di Bonanno – a quando risale? Alex ha un figlio o una figlia e perché sarebbe “di lui” come chiede inorridito Lorenzo? Perché Luca era sicuro che fosse suo il figlio di Marta se tra i due non c’è stato nulla? Stefano ha ucciso Tano e perché? Perché Luca ha quelle cicatrici sulla schiena? Come sono arrivati sull’Isola? Se mai ci sono arrivati perché ricordiamo che sono stati salvati sull’Arianna. Perché Lorenzo avrebbe dovuto uccidere Gabriele? Che c’entra Alex con l’Arianna? Perché Nino disegna strane figure spettrali? E Frank? E la trama teen? Sono tanti gli interrogativi, ma ce n’è uno che non riusciamo proprio a toglierci dalla testa: perché nessuno è andato in terapia?
Una degli sceneggiatori, Viola Rispoli, dichiara che esiste già la trama della seconda stagione, mancherebbe solo il via libera della Rai. Purtroppo o per fortuna, la seconda stagione di Sopravvissuti rischia di restare in fondo a un cassetto. E così ogni interrogativo potrebbe rimanere a fluttuare in un mare di noia, insieme a tanti colpi di scena che hanno sollevato solo tanto mistero per nulla.