ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Star Wars: Skeleton Crew 1×04 e sui precedenti episodi della serie tv
È arrivata un’altra settimana e abbiamo seguito i nostri piccoli eroi in un altro viaggio nella galassia. Dopo aver scoperto l’esistenza delle gemme della Vecchia Repubblica nella scorsa puntata, la ciurma di ragazzini sbarca su una di queste, con l’illusione che possa essere la loro At Attin. Ovviamente non è stato così, e la strada per casa rimane ancora molto lunga. Qualche passo in avanti, però, è stato fatto. In particolare modo uno gigantesco nel finale di Star Wars: Skeleton Crew 1×04.
Anche questa puntata mantiene il tono misterioso e divertito delle precedenti (qui potete recuperare la recensione dei primi due episodi), ponendo al centro uno dei bambini maggiormente in ombra finora: Neel. Parleremo più approfonditamente di lui e di come la sua gentilezza ci abbia sciolto il cuore più avanti. Partiamo, prima, col tirare le somme di ciò che abbiamo visto, tra il nuovo pianeta su cui i protagonisti della serie tv disponibile su Disney+ sono sbarcati e la fondamentale scoperta del finale di puntata, che a questo punto orienterà il racconto già a partire dal prossimo episodio (se volete approfondire il franchise, scoprite qui la nostra classifica dei film della saga)
Una gemma in Star Wars: Skeleton Crew 1×04
Star Wars: Skeleton Crew 1×04 si apre con l’illusoria speranza dei bambini di essere finalmente tornati a casa. Naturalmente non è così, dopotutto siamo appena a metà stagione. Così i nostri sbarcano su At Achrann, una sorta di copia post-apocalittica di At Attin. Siamo, infatti, su una delle gemme della Vecchia Repubblica, per cui il pianeta somiglia in tutto e per tutto a quello d’origine dei protagonisti. Tranne che per la distruzione dilagante. Qui i bambini si imbattono nei Troik, guidati dall’intrepida Hayna, che li accoglie nel loro campo e li fa addestrare per poi condurli al santuario diroccato, dove si spera di trovare qualche indizio sull’ubicazione di At Attin.
Questa è la struttura portante di Star Wars: Skeleton Crew 1×04 e ben si presta all’interazione tra i personaggi. L’addestramento è l’occasione giusta per i piccoli di apprendere qualche trucco, ma anche di manifestare il loro stato d’animo. Esce fuori, così, il personaggio di Neel, rimasto finora ampiamente ai bordi della narrazione. La sua gentilezza si prende la scena in un panorama di desolante distruzione, e lui stesso fa breccia nel cuore di Hayna, cresciuta invece con la guerra e abituata solo al conflitto e all’azione.
Questo incontro tra i due ci offre la possibilità di fare qualche riflessione. Sul privilegio di vivere in tempi di pace, elemento mai sempre meno scontato al giorno d’oggi. Sull’orrore della guerra, ma anche (e questa è la più interessante) sul coraggio di rinunciarvi. “Fare la pace è la cosa più coraggiosa” ammette candidamente Neel e non possiamo che essere d’accordo con lui. Ci vuole molta più forza nel fare un passo indietro che nel caricare alla cieca, e la stessa Hayna si rende conto che la gentilezza di Neel sarebbe “ciò che serve” al suo mondo in guerra costante,
La bellezza di questa serie tv sta proprio nello sguardo dominante dei bambini, capace di conferire candore anche alle situazioni più oscure. Con la più genuina ingenuità che contraddistingue il pensiero dei più piccoli, Neel esprime un concetto potentissimo, sfoggiando in più fieramente la sua paura. Che è un sentimento sano, per un bambino ma anche per un adulto che si trova davanti alla distruzione. È una reazione fisiologica, naturale, e il coraggio di Neel è quello di non aver paura di mostrare la propria paura. Di mettere la gentilezza al primo posto. Un gesto che dovrebbe far ampiamente riflettere e da cui occorrerebbe trarre insegnamento.
La rivelazione del finale di Star Wars: Skeleton Crew 1×04
Passiamo ora al piatto ricco di questa puntata. Sul piano meramente narrativo, il focus di Star Wars: Skeleton Crew 1×04 si trova nel finale. Per tutto l’episodio sentiamo SM-33 ripetere di “non poter dire di conoscere alcun At Attin” e questa semplice frase ci insospettisce. Intanto perché la ripete quasi allo sfinimento, e una sua importanza, quindi, deve pure averla. Poi per la scelta delle parole. “Non posso dire”. Questa prima parte è ciò che maggiormente insospettisce e su cui si fionda come un falco Fern, che riscatta un episodio ampiamente in ombra con la trovata con cui scardina la memoria di SM-33.
Come si fa più lampante con lo scorrere di Star Wars: Skeleton Crew 1×04, SM-33 conosce benissimo At Attin. Semplicemente, non può dire di conoscerlo. Questo perché la sua memoria è stata serrata dagli ordini del suo capitano, ma Fern la sovrascrive, andando incontro però alla ribellione del droide, che aveva ricevuto ordini anche in caso di bypass della cancellazione della memoria. Al di là dello scontro finale, però, la rivelazione interessante è quella che SM-33 ha cancellato le coordinate per At Attin su ordine del suo capitano. A palese testimonianza della volontà di celare il pianeta. E ora si aprono diversi scenari.
Intanto, sarebbe interessante capire se anche sulle altre gemme le coordinate di At Attin sono state distrutte. Dal momento che il santuario diroccato di At Achrann corrisponde alla torre del supervisore su At Attin, possiamo immaginare che su ogni pianeta gemello ci sia una struttura del genere, che accoglie i segreti delle gemme della Vecchia Repubblica. Per celare At Attin, è possibile che ci sia stato un passaggio su ogni luogo collegato. Sarebbe ampiamente ragionevole.
Secondo elemento importante che fuoriesce da questo esplosivo finale di Star Wars: Skeleton Crew 1×04: il legame tra il capitano di SM-33 e il supervisore. Considerando la vaghezza di quest’ultima figura. Considerando la nave abbandonata e nascosta su At Attin. E considerando gli ordini impartiti al droide, è evidente che ci sia un collegamento tra questi due personaggi. Che siano, sostanzialmente, la stessa persona? È chiaramente presto per dirlo, ma insomma questa è una pista calda.
Le conseguenze della puntata
A questo punto, lo scenario che dovrebbe seguire a partire dalla prossima settimana sembra abbastanza evidente. I ragazzini hanno finalmente una pista per trovare la via di casa: scavare nella mente del droide. Considerando la sua ostilità non sarà semplice, ma immaginiamo che la geniale KB possa prendere iniziativa e lavorare sui circuiti di SM-33. Poi, è sempre più evidente che le risposte debbano provenire dalla stessa At Attin. Qui sta il cuore del mistero, dalla natura del tesoro che il pianeta ospita all’identità di colui che ha inteso depredarlo. Lontani dal pianeta, i ragazzini possono quasi solo limitarsi a trovare la via di casa, apprendendo magari qua e là notizie più o meno utili.
In tutto questo, però, risulta sempre meno chiaro il ruolo di Jod (come lui stesso preferisce farsi chiamare). In Star Wars: Skeleton Crew 1×04 ha aiutato i bambini, spinto come sempre da questioni personali. È stata illeggibile, però, la sua reazione alla scoperta nel santuario diroccato e rimane costante la sensazione che lui sappia molto più di ciò che dimostra di sapere. il suo ruolo, ovviamente, sarà cruciale, e la sua importanza ci lascia in un costante stato di allerta. Non vediamo l’ora, dunque, di rimetterci in viaggio con Fern e la sua ciurma, alla scoperta dei nuovi mondi da esplorare nel tentativo di tornare al mondo più misterioso di tutti: casa.