Wow! Station 19 ha cambiato show runner. Nonostante la nuova penna sia di Krista Vernoff, i cambiamenti si avvertono e sono quasi del tutto positivi. L’episodio in sé è stato spettacolare sotto diversi punti di vista.
Certo, la storia di fondo è sempre la stessa, i nostri amati pompieri della caserma 19 sono sempre gli stessi, eppure qualcosa è cambiato. È il ritmo, il ritmo dell’episodio era diverso. Era più frenetico, ma allo stesso tempo lento, quasi silenzioso nei punti giusti. Ci sono momenti statici, in contrasto con tutta la confusione: sono gli istanti più intimi, gli sguardi rubati, quelli più profondi e le parole non dette.
Le parole che Andy vorrebbe dire al capitano Sullivan, ma che trattiene fino a esplodere sul finale. Sono quelle che Vic vorrebbe dire al suo compianto Ripley e che trasforma in lacrime (qui la recensione della 2×15). Ma sono anche quelle che Warren non riesce a processare, perché è ancora troppo difficile cercare di capire fino in fondo come sia possibile che sua figlia un attimo prima c’era e quello dopo non più. Sono quelle del capitano Herrera che vengono taciute per risparmiare a sua figlia l’ennesima preoccupazione sul suo stato di salute. E sono anche quelle di Maya e Jack e del loro amore che – per citare Se Telefonando della grande Mina – appena nato, è già finito.
C’è una sequenza che ho apprezzato tantissimo. Una di quelle sequenze che, se realizzate per il pilot della serie, avrebbero reso molto più avvincente la storia sin dal primo istante. E sarebbe stata la chiave per fidelizzare il pubblico al primo sguardo, siglando un accordo non scritto con lo spettatore che, a quel punto, non avrebbe avuto nemmeno il coraggio di prendere in mano il telecomando e anche solo pensare di cambiare canale.
Mi riferisco a quella sequenza iniziale, quella che forse è stata aggiunta per far intuire ai fan il cambio di guardia, ma che ho trovato geniale e bellissima. È una successione di immagini chiave prese dai turni dei nostri protagonisti. Una sequenza rapida che è incredibilmente piacevole guardare anche senz’audio per quanto funziona. Una sequenza che ti permette di intuire in un millesimo di secondo la difficoltà e, allo stesso tempo, la bellezza di quel mestiere tanto affascinante quanto pericoloso.
Più guardo quella sequenza di immagini mute ed enfatizzate da una musica che ha del mistico e più mi piace. Contrappone disordine e ordine, caos e calma, dinamismo e staticità, rumore e silenzio, azione e riposo, fuoco e acqua. Uno dopo l’altro, di continuo. Possiamo sentire oltre la musica e oltre il silenzio il respiro, prima intenso e poi calmo, di tutti i pompieri in una successione che sarebbe stata perfetta se fosse stata girata tutta in piano sequenza. Probabilmente sarebbe stata follia pura, ma immaginate che goduria, un orgasmo per gli occhi!
Detto questo, e passando alle storyline, devo dire che qui ho trovato alcune pecche. Da una parte c’è la ricostruzione dei momenti che hanno preceduto il terribile incidente accaduto al bar, dall’altra c’è il presente e l’intervento dei pompieri al bar. È stato interessante riempire i buchi temporali con delle scene che ci hanno mostrato a che punto sono i nostri personaggi, ma dall’altra sono state troppo frettolose. Forse, se avessero concentrato questo episodio solo sull’incidente al bar e il prossimo l’avessero utilizzato per fare chiarezza, avrebbe avuto più senso.
Anche se, in questo caso, ci si sarebbe scontrati con un altro problema che è quello del tentativo della Vernoff di rendere ogni episodio di Station 19 e Grey’s Anatomy un crossover (qui i dettagli), rendendoli l’uno complementare della storia dell’altro. E in che modo causerebbe problemi? Vi starete chiedendo. Creare un intero episodio incentrato solo su Station 19 andrebbe contro il principio che vi ho appena illustrato. Anche se più che un lavoro complementare sembra proprio che l’intenzione di Krista sia quella di rubare del tempo alle storie dei pompieri ficcandoci in mezzo i medici del Grey-Sloan Memorial per regalare loro ancora più spazio di quello che già hanno. Ecco come la penso. Spero vivamente di sbagliarmi, ma nell’episodio, di Grey’s Anatomy c’era solo Ben Warren.
Detto questo, mi è dispiaciuto come è andata a finire tra Andy e Sullivan e tra Maya e Jack. Entrambe le coppie mi piacevano tantissimo, forse Maya e Jack un pochino di più. Sono coppie che non hanno avuto nemmeno il tempo di nascere secondo me, forse proprio a causa di quel tempo che praticamente ci manca. Sì, ne abbiamo avuto un assaggio, ma non ce li siamo goduti, seppur Andy e Sullivan non siano mai stati effettivamente una coppia. Spero davvero che durante la stagione le cose cambino e che tutto possa risolversi per il meglio.
Un inizio interessante e che mi ha lasciato senza parole soprattutto per quella sequenza iniziale, che si ripete brevemente nel finale che, come vi ho detto prima, mi è sembrata geniale. Ci sono spunti interessanti per continuare la narrazione: ci sono troppe vite e relazioni da salvare.
Maya e Jack, Andy e Sullivan non può finire così tra voi. Non lo accetto. Sceneggiatori di Station 19 fate qualcosa!
Non vedo l’ora di vedere la prossima puntata. Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!