Bentornati con la recensione della 3×12 di Station 19. In questo episodio è successo di tutto, è successo così tanto che ero convinta stessi assistendo all’episodio conclusivo della stagione. Ma, stando al mio tv show tracker, non è così. A quanto pare ci aspettano ancora altri appuntamenti con Station 19.
Ma veniamo a noi. Quello che comincia come un regolare turno nella stazione 19 si rivelerà essere la condanna di Pruitt Herrera. L’uomo, già in fin di vita per via del cancro, sarà l’eroe di cui avevamo bisogno nell’episodio. Sarebbe stato strano se Pruitt non fosse morto a questo punto della storia. Il tizio sarebbe dovuto morire già nella prima stagione, perciò prolungarla più del dovuto avrebbe soltanto fatto male. Meglio togliere il cerotto subito.
E poi diciamocelo, Herrera se n’è andato da eroe, è morto facendo ciò che amava ed è riuscito a non farsi uccidere dal cancro. Perciò, grazie capitano Herrera. Ho trovato molto emozionante vederlo presenziare al matrimonio di Andy, anche se continuo a credere che sia stato un matrimonio troppo frettoloso, ma di questo parleremo dopo. Mi è piaciuto assistere a quella riunione di ex pompieri. È stato un modo per dare anche a loro la possibilità di salutare dignitosamente il loro collega.
Quello che ci si presenta davanti in questo episodio di Station 19 è uno scenario infernale, un vero e proprio labirinto in fiamme. Siamo in un magazzino, uno di quelli con i box deposito e, a causa di una sigaretta, il posto ha cominciato a bruciare. Colpevole anche un sistema di ventilazione mal funzionante in un posto che praticamente cadeva a pezzi. Ma non è tutto, no, perché non c’è mai limite al peggio quando si tratta dei programmi di Shondaland.
Un gruppo di pompieri rimane bloccato nell’edificio quando il troppo fumo gli impedisce di trovare la via di fuga. Nel vederli affannarsi alla ricerca dell’uscita in quei corridoi tutti uguali, mi sono venuti in mente i topi. Nello specifico quelli che vengono impiegati negli esperimenti psicologici e psicobiologici per studiare la memoria spaziale. E, lasciate che ve lo dica, solo a guardarli mi è venuta la claustrofobia. Penso che avrò gli incubi per settimane. L’impossibilità di trovare l’uscita, i corridoi tutti uguali, nessuna visibilità. Non so voi, ma quasi mi tremano le ginocchia.
Ho amato alla follia il gesto eroico di Sullivan che, per recuperare Andy, è entrato nell’edificio consapevole di poterci rimanere bloccato all’interno. È stata una dimostrazione d’amore molto dolce, ma allo stesso tempo incredibilmente pericolosa e tanto, ma tanto stupida. Ad ogni modo tutto si è risolto per il meglio, Andy e Robert potranno continuare a viversi e a conoscersi, Miller tornerà da sua figlia sano e salvo, Montgomery e il tizio nuovo potranno continuare quell’assurda relazione e Gibson potrà tornare a essere solo e miserabile. Tutto questo grazie all’incredibile capitano Herrera che, per salvare la sua squadra, si è sacrificato.
Ma parliamo di Andy e Robert e del fatto che si siano sposati pur essendo una coppia da soli cinque minuti. Esattamente come Pruitt e Andy, anche a me ‘sta storia del matrimonio sembra super veloce. Insomma, ok, si amano da un po’, ma si conoscono appena. Sono fermamente convinta che quell’apparizione onirica di Ripley durante l’overdose di Sullivan abbia influenzato più del dovuto il capo. Il celebre modo di dire recita: la fretta fa i figli ciechi. Non lo so, quando guardo Andy e Robert, nonostante come coppia mi piacciano tantissimo, sento che qualcosa non va, non funziona. E ‘sta faccenda del matrimonio non mi convince per niente.
Che sia stato pensato per far in modo che Pruitt fosse presente al matrimonio della figlia? Beh allora avrebbero dovuto pensare meglio alle tempistiche e anticipare la relazione tra Sullivan e Andy o, al massimo, giocare con i salti temporali. Così sembra tutto troppo frettoloso e troppo bello per essere vero. Sì, l’amore bla bla bla, si è innamorati e si fanno stupidaggini bla bla bla, ma addirittura sposare qualcuno è esagerato, siamo a Seattle, mica a Las Vegas.
Prima di concludere vorrei parlare brevemente della questione Jackson-Vic. Non capisco cosa abbiano deciso di fare con questa coppia. Si sono lasciati qualche episodio fa e adesso che Jackson aiuta Warren con il suo Physician Response Team si stanno riavvicinando. Allora ciò che mi chiedo è: si stanno riavvicinando perché ci sono dei sentimenti irrisolti o solo perché Jackson è incapace di stare da solo? A me Vic Hughes piace tanto e, se devo essere sincera, mi dispiace che debba ritrovarsi vittima di quel manzo raro di Jackson. Lui è stupendo e affascinante, ma non è capace né di stare da solo e né di stare in una relazione.
Ha rovinato quella con la Kepner due volte, quella con la Edwards, quella con la Pierce (e qui devo dire: per fortuna!) e non voglio che rovini anche quella con Hughes rovinando Hughes stessa. Diciamo le cose come stanno: Jackson, quando è in una relazione, non è capace di scendere a compromessi con l’altra persona. È estremamente egoista e, perciò, rovina sempre tutto. Lo amo alla follia, non fraintendetemi, ma non apparirà sulla copertina della rivista Fidanzato dell’Anno né ora né mai. L’unica con cui riusciva a essere più se stesso era la Kepner e sappiamo tutti come è andata a finire quella storia.
Perciò sceneggiatori di Station 19 non permettete a Jackson di rovinare la meravigliosa Victoria Hughes. Hughes merita tanto di meglio.
Non vedo l’ora di guardare il prossimo episodio. Voglio vedere le reazioni alla morte di Herrera senior. Voglio una cerimonia straziante come quella di Ripley (qui la recensione dell’episodio).
Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!