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Station 19 3×15 – Tutto si complica a un passo dalla fine

Station 19
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Bentornati con la recensione della 3×15 di Station 19. Siamo quasi giunti alla fine di questa terza stagione dello spin-off di Grey’s Anatomy (qui la recensione della 16×21). E, come da manuale, le cose cominciano a complicarsi sempre allo scadere del tempo.

Se per la maggior parte degli episodi di questa stagione abbiamo approfondito il passato dei vigili del fuoco della caserma 19, negli ultimi episodi abbiamo dovuto fare necessariamente i conti con la morte del capitano Herrera, un uomo da tutti venerato e amato. Un uomo capace di essere al comando, un uomo che si è dimostrato un faro per la squadra, una specie di eroe per gran parte del team. E, proprio quando crediamo di essere pronti a lasciarlo riposare in pace, ecco che accade l’impensabile: Andy comincia ad avere dubbi su di lui.

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Che Andy non se la stia passando bene, era chiaro a tutti dall’istante in cui ha deciso di sposare un uomo che sì, ama, ma che conosce come io conosco il mio vicino di casa.

La nostra coraggiosa eroina ha dovuto affrontare ben due lutti a distanza di pochissimo tempo. Le sono stati portati via gli unici affetti costanti che avesse da quando sua madre è passata a miglior vita. Sfido chiunque a pensare razionalmente dopo eventi del genere. Perciò spero che questa questione che ha tirato fuori circa la relazione tra i suoi genitori, si riveli sbagliata. Spero vivamente che Pruitt sia la persona che tutti pensiamo, l’uomo altruista e genuino che in questi tre anni abbiamo conosciuto e non il manipolatore e la persona che abusa psicologicamente della sua famiglia, come pensa Andy.

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Anche perché non c’è bisogno di rendere anche Pruitt Herrera un mostro, avevano già intrapreso questa strada con il padre di Bishop, perché fare la stessa identica cosa con un altro personaggio? Sembra un voler forzare eccessivamente questo tema della violenza psicologica all’interno delle storyline per provare un punto, anche se non ho ancora capito quale sia. Che ogni figura paterna sia potenzialmente una mente superiore capace di architettare le violenze psicologiche più atroci? Non è poi così credibile. Forse qualche sceneggiatore – proprio come quelli di Riverdale – ha dei gravi daddy issues. Prima Dixon e Dixon Jr. poi Bishop e Bishop Sr. e adesso Herrera Jr. e Herrera Sr.? E dai, abbiamo bisogno di credibilità, di verosimiglianza e dubito che tra i requisiti per diventare vigile del fuoco in Station 19 ci sia essere stati psicologicamente abusati dalla figura paterna.

Non fraintendetemi, la violenza psicologica è tanto atroce quanto quella fisica e capisco l’urgenza di far capire che anche questo tipo di abuso è grave e che non dev’essere sottovalutato solo perché non ci sono lividi a dimostrarlo. I lividi lasciati da un abuso psicologico sono anche più scuri di quelli della carne. Ma non capisco il motivo di voler per forza imporre lo stesso tema su più fronti. Perché stanno pensando di favorire la quantità piuttosto che la qualità? Penso sarebbe controproducente, soprattutto per quanto riguarda la storia di Maya.

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Sin dai primi episodi era lei che stavamo seguendo in questo rapporto malsano col padre. È su di lei che si notavano le conseguenze di un trauma. Ho paura che, sviluppandolo su tre personaggi diversi allo stesso tempo, si finirà per indebolire l’impatto che avrebbe potuto avere questo tema se avessimo seguito un unico personaggio. Sappiamo che Andy è la Meredith di Station 19, quindi chiaramente potrebbero spostare i riflettori su di lei, trascurando la questione Maya che, invece, mi sembra la più urgente.

Come ha giustamente osservato lei stessa dopo essere stata a letto con Gibson (a proposito: ma quanto sono belli?!!!) è rotta. Si è resa conto di avere un problema e lo stesso vale per Jack. Avrei adorato avere l’attenzione focalizzata su questi due personaggi e seguirli nel loro percorso di guarigione. Ma, se danno ad Andy una storia così pesante, sappiamo che – ancora una volta – tutto girerà attorno a lei.

Parlando di altro devo dire che la parte di episodio dedicato a Warren, Dixon Jr. e Jackson è stata davvero interessante e divertente. È stato un concentrato di tragedie classiche di Shondaland, qualcosa che solo la mente criminale della Rhimes assieme a quella altrettanto criminale della Vernoff potevano pensare. Ricapitoliamo brevemente quanto è successo. Una donna ha accoltellato il suo aggressore in un parco, la squadra di PRT (Physician Response Team) interviene per salvargli la vita, ma una tossicodipendente in cerca di droghe li prende in ostaggio, minacciandoli con una pistola.

Durante i tentativi di Warren di dissuaderla dal prendere gli oppiacei sul furgone, la tossicodipendente spara accidentalmente a Jackson e per lo spavento Dixon Jr. sbatte la testa contro il monitor del veicolo. Come se non bastasse, una volta entrata in possesso delle droghe, la ragazza tenta la fuga, ma viene investita da un taxi. Nel frattempo il paziente/aggressore muore e muore anche lei. Quale altre serie vi regalano certe perle? Nessuna. Grazie Station 19 per questo segmento così folle, l’ho adorato.

Mi è piaciuto anche il momento in cui Vic ha affrontato Sullivan e la decisione da lui presa a seguito di questo confronto. Robert non è un idiota, sa che rischierà la sua carriera, ma ha fatto la cosa giusta, ha denunciato se stesso e il capo Dixon davanti al comitato delle forze dell’ordine di Seattle e spero vivamente che il suo gesto e il suo coraggio nel dire la verità vengano premiati, magari con il licenziamento e un bel processo penale al capo Dixon che sin dal primo secondo in Station 19 ho odiato con ogni fibra del mio essere.

L’episodio è stato decente, ma ripeto la caccia alle streghe che sta facendo Andy non tanto mi convince. Sono contenta dei progressi che sta facendo Maya, sono pochi ma sta facendo dei passi avanti. Mi dispiace per il modo in cui ha trattato Carina, non se lo merita. Però ammetto di aver esultato quando è andata a letto con Jack. Non ci posso fare niente, la coppia Gibson-Bishop mi piace troppo.

Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!

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