Bentornati con la recensione del sesto episodio della quarta stagione di Station 19 (qui la recensione della 4×01). Finalmente la serie sui pompieri di Seattle è tornata ad allietarci le settimane dopo la pausa invernale.
L’intero episodio ha come filo conduttore l’attesa. Dopo gli eventi dello scorso, in cui due dei vigili del fuoco, Sullivan e Miller, sono stati arrestati perché intervenuti tempestivamente per salvaguardare la sicurezza di una donna di colore, ingiustamente accusata dalla polizia dopo che la figlia e una sua amica sono state rapite da un trafficante di esseri umani per aver avuto un atteggiamento – a loro dire – aggressivo. La puntata si apre proprio con la squadra 19 che attende il rilascio dei due colleghi detenuti. A tutto questo si aggiunge la notizia di un’ ispezione che Bishop aveva dimenticato e Carina e Andrew DeLuca si mettono all’inseguimento di una trafficante di organi.
Le ferite della squadra 19 sono ancora molto fresche considerati gli eventi che li hanno visti protagonisti nell’ultimo episodio. Miller è molto provato, forse più di tutti gli altri. È stanco dei continui soprusi, è stanco delle ingiustizie e francamente lo siamo tutti. Gli sceneggiatori con lui hanno fatto un ottimo lavoro, dandogli un monologo – perché di questo si è trattato – in cui esprime tutta la sua frustrazione, tutto il suo dolore e tutta la preoccupazione, soprattutto pensando al futuro in cui vivrà sua figlia Pru.
Considerata la serietà e drammaticità degli atti di brutalità della polizia nei confronti delle persone di colore, queste piccole prese di posizione di alcuni personaggi nell’episodio, sono state davvero significative e belle. Il secondo è stato quello di Ben Warren che, parlando con Jack Gibson, gli consiglia tutto ciò che non deve dire a Miller dopo i fatti accaduti qualche ora prima. Purtroppo questi sono problemi che le persone bianche non possono capire fino in fondo. Si può simpatizzare, si può mostrare supporto e si può cercare di cambiare le cose, ci si può sentire impotenti, ma non si potrà mai sapere cosa si prova finché non lo si sperimenta sulla propria pelle. E questo, Warren lo rende ben chiaro con un altro bellissimo discorso.
La stessa cosa vale per l’episodio che vede protagonista la nostra amata Vic Hughes, nonché mio personaggio preferito di Station 19, che in un momento di frustrazione si lascia andare all’ ennesimo monologo sulla questione razziale, sull’essere persone di colore in una società fortemente razzista come quella americana. Il focus sulla questione del traffico degli esseri umani e la percentuale di ragazze di colore coinvolte in questo mercato, non fa che accentuare la brutalità di tali fenomeni.
E mentre i personaggi aspettano l’arrivo dell’ispettore, ecco che l’inseguimento dei DeLuca porta i suoi frutti. Riescono a riprendere le interazioni della trafficante di esseri umani con un altro uomo e la seguono in una stazione dove accade l’impensabile. Sì, perché al posto di attendere l’arrivo dei soccorsi, Andrew DeLuca decide di fare l’eroe come sempre e, ignorando completamente le istruzioni di Maya Bishop, di Ben Warren e della polizia, decide di mettersi all’inseguimento della trafficante. Riesce a farla prendere sì, ma questo gli costa carissimo. Mentre è nella stazione viene accoltellato da quello che potrebbe essere un complice di questa tizia ed è straziante stare a guardare.
L’episodio si conclude con la corsa verso l’ospedale mentre una Carina distrutta tiene la mano del fratello e gli canta Avrai di Claudio Baglioni così come faceva la loro madre da piccoli. Provare un’emozione immensa e non solo per il pezzo di Baglioni, è impossibile. Spero vivamente che tutto possa risolversi per il meglio. Non riesco a pensare alla possibilità che DeLuca muoia per questo. Non può succedere, deve sopravvivere e deve riuscire a vedere la distruzione di questa gruppo di trafficanti di esseri umani. Forza Andrew, siamo tutti con te!
Stefania Spampinato, interprete di Carina, è stata bravissima in queste scene. L’ho amata alla follia. L’abbiamo vista preoccupata, completamente distrutta e devastata da quanto accaduto al fratello e sinceramente mi ha dato conferma di essere un personaggio strepitoso e ingiustamente troppo poco sfruttato in entrambe le serie tv. Propongo un nuovo hashtag: #PiùSpazioXCarinaDeLuca.
Che dire, questo episodio di Station 19 è molto emozionante, soprattutto per quanto riguarda la famiglia DeLuca che finalmente ci stava dando motivi per amare anche Andrew e non solo Carina. È stato emozionante anche per le forti denunce fatte dai personaggi vittime di soprusi dalla polizia e per quell’ultima scena in cui la squadra, provata da tutti gli avvenimenti, riesce comunque a superare l’ispezione, mostrandosi unita e legata come una vera e propria famiglia. E adesso tutti a guardare il seguito della vicenda DeLuca su Grey’s Anatomy (qui la recensione dell’episodio).
Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!