Bentornati con la recensione del nono episodio della quarta stagione di Station 19. La scorsa settimana siamo stati introdotti alla dinamica Travis – Vic – Theo e finalmente riusciamo a scoprire qualcosa in più a riguardo.
Per chi non lo ricordasse, Vic Hughes ha cominciato a frequentare Theo Ruiz dopo essersi imbattuti l’uno nell’altro più volte al parco. Sembrava la persona giusta per lui, quello che avrebbe potuto aiutarla a superare la perdita di Ripley e a trovare di nuovo l’amore. Ma, purtroppo, la storia sembra destinata a finire ancor prima di cominciare. Sì, perché Ruiz è il responsabile della morte di Michael, il marito di Travis.
Nella scorsa puntata di Station 19 (qui la recensione della 4×01) non ci furono forniti abbastanza dettagli per comprendere la situazione e, seppure credessi che in questa li avremmo avuti, la spiegazione di come Theo abbia ucciso Michael è davvero povera e, anche se mi sento un po’ fuoriluogo a dirlo, ma non mi sembra giustificare tutto quell’astio di Montgomery nei suoi confronti. Sappiamo, però, che Ruiz era il Vic di Michael, la sua persona, il suo migliore amico, suo fratello, non di sangue ma per scelta. Questo aggrava e complica la sua posizione e la sua responsabilità nell’incidente che ha portato alla morte il marito di Montgomery.
Sappiamo, inoltre, che Ruiz appartiene a una vera e propria dinastia di pompieri, motivo per il quale ha fatto carriera più in fretta rispetto ad altri e sappiamo anche che suo padre è morto sul lavoro quand’era ancora piccolo. Perché è importante saperlo? Perché innanzitutto ci fa capire che ha ricevuto un trattamento di favore che l’ha fatto arrivare a dei traguardi quando non era ancora il momento giusto per arrivarci e – seppure non giustifichi le sue scelte – un po’ ci aiuta a capire la psicologia del personaggio. Il Theo di quei tempi è assai più acerbo di quello che abbiamo conosciuto assieme a Hughes, è più immaturo, più stupido.
Crede quasi di essere inarrestabile, infallibile e forse è stata proprio questa la causa della morte di Michael, sono bastati un errore di calcolo e la sua tracotanza a condurlo al punto di non ritorno che gli è costato tanto, troppo e che ha distrutto le sue convinzioni, demolendo nel processo anche la vita di un’altra persona, quella di Travis che si è visto privato dell’amore della sua vita per mano dell’unica persona che avrebbe dovuto proteggerlo, il suo migliore amico.
È stato straziante, ma bellissimo poter assistere al confronto tra Hughes e Montgomery sulla questione e soprattutto sui modi diversi di affrontare e processare il lutto. Da una parte abbiamo un Travis che non riesce ad andare avanti, che è ancora inevitabilmente legato alla figura del suo defunto marito e che – perciò – non riesce a viversi il presente perché troppo impegnato a rimuginare su un passato che non può tornare, dall’altra abbiamo Hughes che, pur di continuare a vivere, si aggrappa a qualunque speranza che il futuro possa portarle sollievo dopo la perdita di Ripley e che possa offrirle la possibilità di ricominciare.
La scena in cui sono sul marciapiede e litigano, dicendosi le peggiori cose, vomitando tutto ciò che pensano sinceramente l’uno dell’altro nonostante siano dolorose, siano terribili, siano cattive, è stata stupenda. È stato un esempio di verità, finalmente qualcuno che litiga per davvero, come persone normali. Certo, dopo una lite in cui ci si dicono le peggio cose, è inusuale tornare a parlarsi con l’altro in così poco tempo. E io che sono una campionessa nel portare rancore, probabilmente non ce l’avrei fatta a far pace così presto. Ma per fortuna i nostri pompieri di Station 19 sono scritti decisamente meglio delle persone vere in questo senso.
Ho trovato interessante anche il fatto che abbiano concentrato l’intero episodio su di loro. Effettivamente c’era bisogno di risolvere questa situazione prima di poter andare avanti con le altre storie. Il duo Montgomery-Hughes è una parte fondamentale di questa serie, sono le Meredith e Cristina di Station 19, non possono assolutamente essere divisi. Sono anche l’elemento leggero che risolleva molto spesso il tono un po’ deprimente che impostano il resto dei personaggi. Lo stesso Montgomery ne è consapevole e lo ha fatto presente in una battuta.
Che dire, sono davvero contenta di aver potuto conoscere anche un po’ meglio questo Michael di cui Travis ci parla dal primo momento in cui abbiamo posto l’attenzione su di lui e di cui sapevamo lo stretto necessario. Ho trovato molto interessanti anche le interazioni tra Gibson e Ruiz. Entrambi, a causa di un errore, sono colpevoli della morte di un collega perciò se Ruiz dovesse restare in caserma prevedo che questi due diventeranno buoni amici e, magari, Jack potrebbe essere colui che aiuterà Vic a far riappacificare Theo e Travis.
Insomma, l’episodio mi è piaciuto molto e grande merito di questo ce l’hanno – ovviamente – Montgomery e Hughes che riescono a rendere interessante qualunque cosa facciano. Spero vivamente che Travis possa perdonare Theo così da permettere a se stesso di andare avanti con la sua vita senza più rivangare il passato e – a sua volta – spero che permetta a Vic di tornare a frequentarlo perché insieme formavano davvero una bella coppia ed ero sinceramente convinta che lui potesse essere il personaggio perfetto per subentrare a Ripley che ci manca sempre tanto, ma che è ora di lasciare riposare in pace.
Per questa settimana è tutto, vi aspetto nella recensione di Grey’s Anatomy (che potete leggere qui), alla prossima, halleloo!