Bentornati con la recensione dell’undicesimo episodio della quarta stagione di Station 19. Questa settimana si fa riferimento a un avvenimento di cronaca molto importante, un avvenimento che ha indignato tutto il mondo.
La puntata comincia con l’arrivo di Dixon, il più fastidioso tra i personaggi di questa serie, il nemico giurato che è costato a Sullivan il posto e che torna per farsi beffa della squadra nel tentativo di convincere Bishop a dissuadere Miller dalla causa al dipartimento di polizia. Il tentativo è inutile, ovviamente, ma ciononostante il caro Dixon non perde occasione per farsi odiare ancora di più da chiunque abbia la facoltà di giudicare un altro essere umano.
Nel frattempo, mentre la maggior parte della squadra esce per una chiamata, alla stazione arriva Carina DeLuca. Carina che ha dato le dimissioni a Miranda Bailey e che è pronta a tornare in Italia pur consapevole che Bishop non potrà seguirla. Inutile dire che come ogni volta il momento in cui Stefania Spampinato appare sullo schermo è sempre stupendo. Io – personalmente – la adoro.
Questa settimana ha fatto partorire una donna in situazioni decisamente stressanti, non solo è dovuta intervenire con una manovra sul feto che non era posizionato correttamente, l’ha fatta partorire in una stazione dei pompieri e mentre suo marito era collassato ed è andato in arresto cardiaco. Lo stesso che ha rischiato di morire, ma fortunatamente si è salvato grazie all’insistenza di Dean e Andy. Sette minuti e trentadue secondi per resuscitarlo. Un numero decisamente importante, soprattutto per la notizia che ha concluso la puntata.
Nel frattempo, abbiamo Travis che si ritrova a fare i conti con il suo sentimento per Emmet che finalmente riesce ad ammettere. Prova un interesse per lui e speriamo che riescano a trovare il loro lieto fine. L’incontro casuale con Ruiz ci ha regalato un primo piano di Montgomery molto interessante. Per la prima volta, nei suoi occhi non c’è rabbia, nei suoi occhi c’è quasi compassione, sicuramente c’è tolleranza. Chissà, magari capendo quanto Hughes si stia sforzando di sopprimere il suo interesse per Theo, deciderà di mettere da parte il rancore e di provare a tollerarlo per il bene della sua migliore amica. Così e solo così il mio sogno di vederli insieme e shipparli con la stessa intensità con cui shippo gli Amelink in Grey’s Anatomy (qui la recensione dell’episodio).
Nel frattempo, Ben Warren sta nascondendo qualcosa. È arrivato in caserma parlando al telefono probabilmente con Miranda e dicendo che avrebbe parlato con Maya appena possibile. Poi, quando Carina ha parlato delle sue dimissioni, ha detto che la Bailey è stata molto dolce e comprensiva e che ha addirittura pianto facendola – di conseguenza – piangere.
Nell’episodio di Grey’s Anatomy (qui le pagelle dei personaggi), sempre la stessa, dopo che un paziente positivo al Covid è morto perché ha rifiutato le cure essendo negazionista, ha detto una frase che mi è sembrata sospetta, ha detto una cosa del tipo: “C’è gente che vorrebbe curarsi, ma per cui non si può fare nulla e invece lui, lui poteva curarsi“. Non so, ho pensato che potesse avere a che fare con la situazione di Warren visto il coinvolgimento emotivo della moglie e il fatto che con Teddy si sia lamentata di una situazione difficile a casa. Che sta succedendo al mio amato Ben Warren? Vi prego, sceneggiatori di Station 19, non facciamo come con Grey’s Anatomy.
Molto interessante è stata anche la scena di Miller e Andy nel furgone in cui il neo-papà espone i suoi dubbi all’amica riguardo la sua professione e il futuro di sua figlia. Ha paura di non essere abbastanza presente nella sua vita e dunque che la bambina soffra di una forma di abbandono sia per via della madre, JJ, che dopo aver partorito è andata via sia per il suo lavoro che lo costringe a turni di ventiquattro ore che lo tengo inevitabilmente lontano dalla piccola Pru.
L’intervento di Andy è stato molto interessante e azzeccato per la situazione. Essendo anche lei la figlia di un pompiere cresciuta solo col padre, a quella situazione è abituata e sappiamo bene che ha amato Pruitt più di ogni altra persona al mondo. Perciò, la paura di Dean si alleviata davanti all’esempio di una situazione analoga alla sua. Brava Andy, quando sei lontana da tuo marito, ti adoro.
A concludere questo episodio carino di Station 19 c’è stata la vicenda di cronaca a cui facevo riferimento all’inizio. Si tratta del’assassinio di George Floyd. Lo scambio di battute di Miller e Herrera è breve, ma efficace.
Miller: 8 minuti e 46 secondi
Herrera: abbiamo continuato le compressioni su Wayne (il paziente che ha rischiato di morire nell’episodio) per 7 minuti e 32 secondi.
Miller: hanno impiegato più tempo a terminare la vita di un uomo di quanto c’è voluto a noi par salvarne una.
Tutto questo mentre risuonavano le parole della canzone di Ben Harper e una delle frasi recitava “Giorni dispari mi incollano al pavimento, giorni dispari chi sono io per chiedere di più, giorni dispari” anche se quell’uneven – per me – pone l’accetto proprio sulla questione della disuguaglianza in questo contento. Che dire, non vedo l’ora di sapere cosa succederà nel prossimo episodio di Station 19 visti gli sviluppi di questo e la causa di Dean contro la polizia ancora in corso.
Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!