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Station 19 5×05 – Abbiamo perso un amico

Station 19
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Bentornati con la recensione del nuovo episodio di Station 19 che fa parte dell’evento Cross-Over con Grey’s Anatomy (qui per la recensione della 18×05). Dopo una pausa di ben due settimane e un’attesa che ci ha divorato il fegato, finalmente il momento tanto atteso è arrivato, ma ahimè – dopo aver visto entrambi gli episodi – avrei preferito rimanere all’oscuro degli eventi.

Se la mattina del venerdì entrate su Twitter per qualunque motivo, a partire dalle ore 10:00 avrete una percentuale di rischio di imbattervi in spoiler degli episodi di Grey’s Anatomy e Station 19 pari al 90%. Ve lo dico non solo perché sono buona di cuore ed empatica con il mondo in questo periodo grazie a non so quale pianeta stia gravitando nella mia orbita astrale, ma anche perché mi sono spoilerata la conclusione dell’episodio di Station 19 ancora prima di vederlo e non è stato affatto divertente.

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Ma passiamo a noi, dopo un opening che ha fatto sicuramente molto piacere ai fan (me compresa) della Marina, coppia formata da Maya e Carina, e di Vic e Theo che ci hanno regalato un momento molto leggero, arriviamo in caserma e c’è quella orribile calma shondalandiana che può significare solo ed esclusivamente una cosa: catastrofe in arrivo.

E, infatti, non c’è voluto molto perché un’esplosione destasse tutti i membri della squadra 19 e li costringesse ad affrontare l’imminente pericolo. Si trattava dell’esplosione di una conduttura di gas e, mentre il team di Station 19 si affretta a raggiungere il luogo dell’accaduto, c’è uno scambio di battute tra Emmet e Carina che ho trovato profondamente tenero e che mi ha ricordato un discorso che fece Miranda Bailey qualche stagione fa durante il suo percorso di terapia seguito all’infarto che ha avuto.

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Ad ogni modo, i due (e precedentemente Miranda) parlavano del terrore che li assale ogni volta che i rispettivi partner, Montgomery e Bishop, escono per una chiamata. Ed è quasi un segno, un’ avvisaglia di ciò che dovremo affrontare dopo, ma che per fortuna li tocca da vicino, solo non così tanto. Stringe un po’ il cuore leggere la preoccupazione nei loro atteggiamenti, nelle loro parole e soprattutto nei loro occhi ed è molto bello assistere a una conversazione così importante e così reale.

Il mestiere del vigile del fuoco non è un mestiere semplice e la possibilità che uno di loro esca al mattino per poi non fare ritorno a casa è estremamente reale e concreta. E, ahimè, questa volta c’è stata una perdita anche nella squadra 19. È una perdita straziante, imprevista e sicuramente non era questo il personaggio che credevo avrebbero fatto fuori.

Sì, i più abituati alla follia omicida di Shondaland diranno che non c’era poi così tanto da stupirsi, ma dopo gli eventi della scorsa stagione di Station 19 e la storyline che avevano aperto per questo personaggio nella quinta, non me lo aspettavo. Ovviamente parliamo di Dean Miller che ho tanto criticato per i suoi sentimenti nei confronti di Vic e che sarei disposta a sopportare anche in coppia con la Hughes se solo trovassero un modo di restituirmelo perché – in fin dei conti – a me Dean piaceva. E mi piaceva tantissimo il suo programma Crisis One. Avrei preferito che lo mandassero in giro per il paese a formare nuove cellule del programma piuttosto che vederlo morire così inaspettatamente in un episodio random di inizio stagione.

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Inoltre, non capisco davvero perché far morire proprio lui dopo averlo salvato dal naufragio della scorsa stagione. Non capisco perché abbiano scelto proprio lui che aveva anche una figlia piccola e che così ha ripercorso – come ci fa notare Andy Herrera – le stesse tappe di Pruitt Herrera, di cui sua figlia porta il nome.

La piccola Pru, infatti, sta seguendo le orme di Andy in maniera quasi inquietante. Sua madre, nota al grande pubblico per essere nientepopodimeno che London Tipton di Zac e Cody al Grand’Hotel, l’ha abbandonata proprio come la mamma di Andy abbandonò lei e suo padre Dean è morto in un incendio proprio come Pruitt è morto in un incendio. Capite perché non potevo credere che facessero morire proprio lui?

Avevo sperato nella morte del nuovo capitano. Non lo conosco ancora e perciò non mi ci sono affezionata granché anzi, mi innervosisce come pochi altri personaggi. Sarebbe potuto morire Jack e sì, avrebbe fatto altrettanto male, ma almeno non aveva chissà quali prospettive di miglioramento davanti a sé in termini di sviluppo del personaggio prima di adesso. Adesso ha la questione della clinica gratuita che vorrebbe mettere in piedi con Carina, il che è bizzarro e allo stesso tempo divertentissimo dato che è la moglie della sua ex, ma l’abbiamo saputo letteralmente in questo episodio e quindi se fosse morto ci sarebbe dispiaciuto, ma non avremmo perso chissà che storia perché Carina avrebbe potuto portarla avanti lei e diventare un personaggio ancora più straordinario e meraviglioso. Mentre Dean si stava creando una bellissima storyline che non aveva necessariamente a che fare con i suoi sentimenti imbarazzanti per Vic.

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Parlando di Vic, per un attimo ho temuto davvero che potessero uccidere lei e la paura che ho provato era pari a quella di quando stai per scivolare in doccia, ma non cadi. Per fortuna la mia amata Hughes – che ritengo sia uno dei personaggi migliori di Station 19 – si è salvata e a salvarla è stato proprio Dean.

Francamente non ho troppa voglia di guardare il prossimo episodio, forse perché gli stessi che mi hanno spoilerato la morte di Miller su Twitter hanno provveduto anche a retwittare prepotentemente il promo della prossima puntata e – come ci si aspetterebbe – ci sarà da piangere. Dovremmo esserne abituati, ma fa sempre male. Io sto ancora processando la morte di Ripley, non ho neppure cominciato a processare quella di Pruitt, come dovrei fare con Dean? Semplicemente non lo accetto. Perché Shondaland, perché?

L’episodio nel complesso è stato molto bello, carico di adrenalina e di emozioni. Speriamo che Dean sia l’ultimo membro di Station 19 (qui la recensione della 5×04) che perdiamo perché non potrei reggere altri morti e ormai sono così affezionata a ciascuno di loro che semplicemente non potrei accettare niente di simile. Sto ripensando proprio in questo istante alla recluta di Herrera che nel suo primo giorno in caserma si è ritrovata ad assistere a una chiamata pericolosissima che ha causato la morte di diversi vigili del fuoco e il ferimento di altrettanti. Non è proprio il modo migliore per cominciare, qualcosa mi dice che così com’è arrivata, la recluta se ne andrà.

Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!

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