Bentornati con la recensione della 5×07 di Station 19. Dopo una pausa di qualche settimana, finalmente la serie sui pompieri di Seattle è tornata ad allietarci le giornate. E bisogna dirlo, la piega che stanno prendendo gli episodi mi sta piacendo parecchio a differenza di quanto succede in Grey’s Anatomy, ma ne parleremo nelle sedi opportune (ovvero la recensione della 18×07 che potete leggere qui).
Ma entriamo nel vivo dell’azione. Il giorno del Ringraziamento ha portato con sé importanti sviluppi e novità. La squadra fa ancora fatica ad accettare e processare la morte di Dean Miller e tre personaggi – più degli altri – sembrano soffrire le conseguenze della sua tragica morte. Parliamo di Jack Gibson, Vic Hughes e Ben Warren che automaticamente trascina nella questione tutta la sua famiglia.
Se Jack e Vic hanno difficoltà a comprendere, processare ed elaborare la morte dell’amico a cui erano legati da un profondo sentimento di amicizia, per i Warren-Bailey le conseguenze della morte di Dean sono legate alla questione dell’affidamento della piccola Pru. In vita, infatti, Miller aveva scelto i Warren come tutori della piccola qualora fosse morto. I suoi genitori si sono opposti all’affidamento della nipote che vorrebbero crescere loro. Il loro gesto lo leggo come un tentativo ultimo e disperato di restare attaccati a loro figlio che pur non essendo più in vita, vive attraverso sua figlia.
Peccato, però, che così facendo stanno continuando a ignorare le volontà di Dean, non rispettando le sue scelte così come facevano in vita, anche nella morte. In questa battaglia, seppure capisca e le ragioni e lo stato d’animo dei Miller, sono dalla parte dei Warren-Bailey che non solo onorerebbero le volontà di Dean, ma crescerebbero Pru con gli stessi valori e amandola allo stesso modo del suo padre naturale.
La chiamata che vediamo nelle ultime scene di questa storyline ci mostra Pru che cerca Miranda, cerca Ben, cerca Joey e in quel gesto della bambina c’è la speranza che i Miller capiscano che Pru ha bisogno dei Warren-Bailey e che acconsentano all’affidamento, permettendo – finalmente – a questa famiglia di ricomporsi onorando il volere di Dean.
Un’altra storyline interessantissima di questa puntata di Station 19 riguarda Vic e Jack. Loro erano le persone più care a Dean. Jack era come un fratello e Vic era la donna di cui era segretamente innamorato e allo stesso tempo una sua grande amica. Vedere i due personaggi trovare difficoltà nel processare il lutto è stato straziante, ma anche realistico e interessante. Forse una Vic così distruttiva non l’abbiamo mai vista nemmeno quando è morto Ripley e seppure ci aspettassimo un atteggiamento così schivo e chiuso da parte di Jack, ogni volta vivere con lui i suoi turbamenti e i suoi dolori è meraviglioso.
Jack è forse tra i personaggi più umani e complessi di Station 19 e di tutto l’universo Shondaliano, secondo solo all’immensa Amelia Shepherd di cui parleremo (probabilmente abbondantemente) nella recensione dell’episodio di Grey’s Anatomy. Jack è pieno di difetti, Jack è pieno di paturnie e di fissazioni, Jack è pieno di rancore, insicurezze e di traumi mai veramente processati ed è estremamente fragile seppure cerchi di mostrarsi tutto d’un pezzo. C’è stato un momento nel suo percorso di personaggio in cui non mi è piaciuto molto, ma dopo gli incontri con la meravigliosa Diane ho imparato a capirlo, ad amarlo e ad apprezzarlo e devo ammettere che ad oggi ne sono molto affezionata.
Mi è dispiaciuto solo intuire già dall’inizio cosa sarebbe successo tra lui e Vic. Mi riferisco ovviamente al bacio che si sono scambiati. Capisco che le motivazioni dietro questo gesto e capisco anche la sofferenza, il dolore e il twist narrativo (per qualcuno) inaspettato, capisco perché in fase di scrittura abbiano potuto pensare che avrebbe funzionato, ma francamente a me non è piaciuto. Sarà che era chiaro già dal momento in cui Jack era nella vasca da bagno e parlano di zittire il dolore e i pensieri con il sesso, ma l’ho trovato un po’ triste.
Sappiamo bene che è nel modus operandi di Jack affrontare il dolore con il sesso e forse anche in quello di Vic che dopo la morte di Ripely ha trovato Jackson solo per provare a tamponare la ferita. Peccato però che era una ferita arteriosa e non venosa e non bastava un cerotto o una pezza (Jackson o in questo caso Jack) per fermare quell’emorragia, ma serviva un laccio emostatico che in quel caso sarebbe potuto essere Travis Montgomery, il suo migliore amico. La metafora è un po’ confusa, ma spero arrivi comunque ciò che voglio dire: Travis avrebbe potuto aiutarla in modo definitivo e costante, mentre il metodo di Vic e Jack è più effimero, più provvisorio e temporaneo.
Speriamo solo che questo momento di debolezza, di tristezza non provochi qualche danno irreparabile alla coppia Theo-Vic che mi piace moltissimo, ma che negli ultimi episodi di Station 19 sembra sempre più vicina alla deriva. Spero per loro un futuro felice… anche se siamo a Shondaland e la felicità non sanno nemmeno cosa sia.
Ma andiamo avanti e parliamo del mio amato Travis Montgomery. Dopo il ringraziamento e il coming-out di suo padre è arrivato il momento affrontare con le conseguenze di questo importante cambiamento. Sua madre, Nari, è pronta a cambiare vita, a cambiare casa, a fare la spesa e fare i conti a fine mese, a la casa al mare, ad avere un figlio e un cane. Magari un figlio non proprio, ma un cane potrebbe essere un figlio, no?
Ma torniamo a noi. Nari ha una conversazione molto interessante con suo figlio che cerca di capire le motivazioni che l’hanno tenuta lontana da lui quando suo padre non accettava la sua omosessualità. E la cosa più bella è che Nari una vera motivazione da dare al figlio non ce l’ha e non si nasconde. Gli dice chiaramente che non riusciva a contemplare l’idea di andare contro suo marito, ma che questo non giustifica il suo comportamento e che sarebbe dovuta andare al matrimonio di Travis nonostante lui fosse contrario. C’è una bellissima ammissione di colpa che allo stesso tempo mostra tutta l’intenzione di questa donna di non sottostare più al volere di nessuno, una donna che è pronta a seguire il suo cammino senza interferenze esterne.
Ma passiamo a Andy Herrera che ancora una volta si conferma tra i personaggi più forti e determinati di Station 19 (qui la recensione della 5×06). Nonostante i suoi ordini non fossero stati eseguiti, nonostante i suoi compagni di squadra abbiano cercato di minare la sua autorità, Herrera non si è fatta mettere i piedi in testa ed è riuscita a ristabilire l’ordine e nel farlo a proteggere la recluta dai comportamenti sessisti e infantili degli altri vigili del fuoco. Sto amando follemente la sua amicizia con Theo e spero vivamente che continuino a coltivarla. Mentre, spero sempre di più che tra lei e Sullivan si arrivi a una chiusura definitiva il prima possibile. Lui è tossico per lei e francamente Andy può trovare un uomo dieci volte meglio che problemi non ha.
Ultime, ma non per importanza dato che sono le mie preferite: le Marina. Io ve lo giuro sono proprio una carezza al cuore. Sono bellissime e il mio animo fangirl non può non amarle alla follia, il mio animo fangil DEVE. Dopo la decisione presa al ringraziamento di avere un bambino, finalmente Maya e Carina si ritagliano un po’ di spazio per loro per fare tutte le considerazioni del caso e capire come procedere.
In una serie di scene, una più fluff dell’altra come si direbbe in fangirlese, ci regalano dei momenti spensierati, romantici e importanti. Scelgono chi delle due affronterà la gravidanza e Maya fa una dichiarazione d’amore a sua moglie così commovente che vi giuro qualche lacrimuccia è caduta dai miei occhi. Su Twitter non si è parlato d’altro per tutto il giorno. Le Marina sono ciò che accomuna tutto il fandom di Station 19: le amano tutti e come potrebbero non farlo? Sono senza ombra di dubbio la coppia migliore di questa serie e chi dice il contrario mente.
Perciò ho amato follemente questo episodio. È stata una puntata intensa, soprattutto emotivamente intensa e piena. Station 19 continua a dare dimostrarci che ha dei messaggi da comunicare e non fa che migliorare… a differenza della serie da cui è tratta, ma di questo parleremo a breve nella recensione di Grey’s Anatomy.
Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!