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Station 19 6×03 – Maya e Jack hanno stufato

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Bentornati con la recensione della terza puntata della sesta stagione di Station 19. Mi rendo conto di essere in ritardo sulla tabella di marcia, ma recupererò subito. Nel frattempo, con Grey’s Anatomy sono in pari, perciò se volete potete andare a leggere la recensione dei nuovi episodi, fatelo pure *wink wink*. Nuovo episodio significa nuovo dramma nella stazione dei vigili del fuoco più amata di Seattle. Sì, perché se da una parte tanti personaggi stanno crescendo, si stanno evolvendo e stanno maturando, dall’altra altri stanno regredendo in maniera tremendamente fastidiosa.

Non perdiamoci in chiacchiere e andiamo subito al sodo perché ogni riferimento a Maya e Jack non è puramente casuale, è voluto e lo sottolineo con l’intensità di mille soli (prima o poi dovrò pagare i diritti di questa espressione a 10 cose che odio di te, ma questo non è il giorno). Jack e Maya mi hanno proprio stancato. Perché sì, io capisco la sofferenza, capisco i traumi infantili, capisco davvero tutte le complicazioni di una vita passata in sofferenza, ma loro non possono proprio ammorbarci le consistenze per tutto questo tempo. No, loro devono darsi una mossa e cominciare a lavorare per stare meglio.

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Jaina Lee Ortiz, Kelly Thiebaud e Grey Damon (640×360)

Jack aveva anche cominciato il percorso con Denise e poi? Boom! Tutto buttato all’aria perché? Perché? Ditemelo perché? Perché non sapevamo più che storyline dargli? La morte del suo migliore amico non era un trauma già abbastanza profondo, no, abbiamo dovuto dargli la storyline della famiglia biologica che ha dato in affido solo lui e si è tenuta il resto dei figli mandandolo totalmente in tilt.

Solo che, dopo tutto l’aiuto che cercano di dargli, dopo tutti gli sforzi delle persone che gli vogliono bene e che lo amano, eccolo ricadere inevitabilmente – mi rendo conto – in vecchi stereotipi e comportamenti decisamente fastidiosi che proprio faccio fatica a tollerare. Faccio fatica a tollerarli perché con lui avevamo fatto passi da gigante. Lui è stato forse quello che ha avuto più crescita nella scorsa stagione e rivederlo così, che se la fa con la moglie di Vasquez e continua a sguazzare nella disperazione e nell’autolesionismo emotivo più totali, è veramente, ma veramente triste e inaccettabile, nonostante io sia consapevole che è anche estremamente plausibile e veritiero come comportamento. Ma ehi, che posso farci se speravo qualcosa di meglio per questo personaggio?

Spostandoci invece sull’altra persona di Station 19 che proprio non mi sta piacendo, devo dire che Maya Bishop è quella che più di tutti potrebbe venire fuori da questa situazione completamente distrutta. Sappiamo bene degli abusi emotivi del padre, sappiamo bene di quelli anche fisici nei confronti della madre e nonostante abbiamo provato a capire Maya e i suoi atteggiamenti autodistruttivi, i suoi problemi ad ammettere la tossicità di suo padre e soprattutto quelli ad affrontarla, non riesco a tollerare il modo in cui tratta Carina DeLuca infinitamente buona e degna di essere amata sopra ogni cosa.

Non capisco perché respingerla e cacciarla come se fosse l’ultima scema sulla faccia della terra quando quella l’unica cosa che sta facendo è provare ad aiutarla. Si sta prendendo – e concedetemi la volgarità – talmente tanta merda senza nessun motivo. Io non avrei assolutamente accettato una situazione del genere. Tu sbagli, tu paghi le conseguenze, ma la colpa è mia cerco solo di aiutarti e di non farti sentire in colpa? Ma siamo serie, Maya Bishop? Ciò che penso lo lascerò dire da una regina con una gif:

Tra l’altro abbiamo Carina DeLuca che potrebbe essere in dolce attesa, cominciare così una gravidanza non farebbe bene proprio a nessuno. C’è stata quella scena in cui Hughes e Carina parlano e si confrontano sulla questione che ho trovato tanto bella. Loro due non hanno chissà quale rapporto, ma quelle poche volte che le abbiamo viste interagire non hanno mai deluso le aspettative. Sembrano quasi incrociarsi sempre per gli stessi motivi, sempre per le stesse questioni legate alla maternità e dai loro dialoghi e dai loro momenti emerge sempre una grande maturità e soprattutto un grande potenziale per un’amicizia che potrebbe essere forse una delle più belle.

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Barrett Doss e Stefania Spampinato (640×360)

Il merito è certamente di Vic Hughes, mio personaggio preferito di Station 19 assieme a Carina DeLuca che come un jolly o come il prezzemolo, ovunque la metti sta bene. Migliora tutto ciò che tocca e rende tutto estremamente divertente, leggero, ma anche profondo ed emozionante. È tanto versatile, tanto solare e tanto dura (sì lo so ci sono un sacco di controsensi, ma è così) che amarla è veramente facilissimo. Sia nella sua relazione con Theo che nella storica amicizia con Travis e Miller ha sempre dimostrato di avere tanto cuore, ma anche tanta empatia e perciò io la amo tanto.

Parlando proprio di Travis, ecco un altro personaggio che amo. La sua paura di diventare come Dixon è qualcosa di estremamente divertente. Non ce la faccio con lui, non riesco a essere oggettiva, sono super partes per Montgomery, ma semplicemente trovo sia così genuino che è praticamente perfetto. Spero davvero che possa diventare sindaco, vorrei sinceramente vederlo in una posizione di potere dato che l’ambizione lavorativa non è mai stata una sua priorità, ma potrebbe diventarlo e magari far nascere in lui anche la voglia di fare carriera nel dipartimento dei vigili del fuoco. Un’altra cosa che amo di Travis è che seppure voglia provare ad apparire machiavellico (anche se non ci crede nessuno) è troppo moralmente corretto per sfruttare a suo vantaggio quanto successo nell’episodio.

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Tricia O’Kelley e Pat Healy (640×360)

Sì, perché se i problemi di coppia di Bishop e DeLuca non erano già abbastanza ingigantiti dal passato della prima, con l’arrivo della storyline di reciproci abusi domestici e psicologici, la situazione non è di certo migliorata. Soprattutto quando ci si è resi conto che i protagonisti di questa tossica storia sono proprio il candidato a sindaco Dixon e la sua first lady. Questi che si detestano, si lanciano oggetti, si feriscono fisicamente ed emotivamente, arrivano a Maya come totalmente disfunzionali e bisognosi d’aiuto, ma proprio non riesce a rendersi conto di quanto siano simili alla situazione che lei ha vissuto con la sua famiglia da bambina e – peggio ancora – quanto siano vicini a ciò che potrebbe diventare lei e di conseguenza far diventare Carina se non prende immediatamente provvedimenti.

Davanti a una storia che ti mette in evidenza una problematica potenzialmente distruttiva per la campagna di Dixon, un qualunque altro candidato avrebbe preso la palla al balzo e smascherato quanto succedeva per fargli le scarpe, ma Travis, il “καλὸς καὶ ἀγαθός” (“bello e buono” come dicevano i greci) Travis nonostante ci scherzi su, non ha nessuna intenzione reale di accingere a quella novità per portarsi avanti nelle elezioni e raggiungere il suo obiettivo primario e principale: quello di non far diventare Dixon sindaco di Seattle. Perciò nonostante sia stato un momento simpatico quello in cui contemplava scherzosamente di utilizzare quell’informazione, ha mostrato nuovamente la sua superiorità emotiva e psicologica scegliendo di giocare pulito. Al contrario, Dixon lo avrebbe subito esposto.

Il terzo episodio di Station 19 nella sua totalità è stato molto carino, ma spero che Maya e Jack possano presto mettere la testa a posto perché non posso proprio sopportare di vederli decomporsi perché incapaci di accettare l’aiuto e la mano che gli stanno porgendo, anche se Jack sembra aver fatto un primo passo in quella direzione accettando l’aiuto della squadra di Station 19 che gli ha riparato il tetto. Se prima però Station 19 ci regalava episodi stupendi, adesso è Grey’s Anatomy a farlo. Scusate, ma andava detto.