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Station 19 4×03 – Il processo di Sullivan

Station 19
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Bentornati con la recensione del terzo episodio della quarta stagione di Station 19. Questa settimana alla caserma 19 si è svolto un importante processo: quello fatto all’ex capo Sullivan.

Per chi non lo ricordasse, nella scorsa stagione, Robert aveva cominciato ad abusare di oppiacei per via di una condizione cronica alla gamba che gli procurava un dolore insopportabile. Dopo aver rubato delle sostanze dall’ambulanza di Warren, è finito in overdose nel suo ufficio mentre la sua squadra era fuori per una chiamata, solo per essere poi trovato da Emmett Dixon, figlio del capo del dipartimento dei vigili del fuoco. Dopo essersi ripreso ha convinto il ragazzo a non denunciarlo.

Ad un certo punto, però, Emmett confessa tutto a Warren quando questi si accorge della mancanza di alcuni farmaci e cerca di fare chiarezza. Scoperto chi fosse il responsabile, Warren invita Robert ad autodenunciarsi prima che lo faccia lui. Quando, finalmente, Sullivan ammette di avere un problema, finisce per essere licenziato dal dipartimento come è giusto che sia.

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In questo episodio si ritrova ad affrontare il processo che stabilirà la sua eventuale reintegrazione nel corpo dei vigili del fuoco. Insomma, questa fetta di storyline è stata la parte principale dell’episodio, quella attorno a cui ruotava l’umore di Andy, Maya, ma anche quello di Warren, Emmett e dell’intera squadra. È stato un lungo travaglio e certe scene mi sono sembrate fin troppo noiose, soprattutto quelle pre-processo perché avevo voglia di sapere, ma come è giusto che sia ci hanno fatto aspettare.

Direi che l’intervento più significativo – a mio parere – escluso quello dell’intera squadra che, per citare Montgomery, ha fatto un po’ Io sono Spartaco, è stato quello della guest-star di questo episodio di Station 19, parlo ovviamente di Richard Webber. Richard che è la persona consigliata da Amelia per fare da sponsor a Robert. Robert Sullivan ha trovato in lui un porto sicuro, il faro nell’oscurità e, lasciate che ve lo dica, mi sono un po’ emozionata quando Webber ha parlato della battaglia giornaliera di chi affronta una dipendenza.

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C’è stato un momento, proprio prima che cominciasse il processo, in cui erano seduti sulle scale e parlavano della difficoltà di affrontare un giorno alla volta – come recita il motto dei tossicodipendenti – la loro dipendenza, e Richard, vista la situazione di stress in cui Robert si trovava, gli ha detto che in quel caso avrebbe dovuto affrontare la sua battaglia un minuto alla volta. Inutile dirvi che mi sono venuti i brividi solo a ricordarlo. Sarà che abbiamo visto Webber lottare con la sua dipendenza in Grey’s Anatomy (qui la recensione della 17×04) e perciò siamo tutti un po’ sensibili all’argomento, sarà che nella scorsa stagione stava rischiando di perdere un decennio di sobrietà per via dell’intossicazione da cobalto, ma ho apprezzato particolarmente queste interazioni.

Per fortuna, però, Sullivan è riuscito ad essere reintegrato seppur non con il suo vecchio rango e a patto di dover ricominciare dal grado di recluta. Spero, a questo punto, di vedere in che modo andranno le cose tra lui e Andy che abbiamo visto brevemente assieme in questo episodio di Station 19. C’è un forte sentimento che li lega, eppure mi fanno uno strano effetto. Mi fanno un effetto tanto, ma tanto strano.

Ho voluto tantissimo che cominciassero una relazione, ma dalla scorsa stagione in cui hanno fatto dei passi da giganti in tempi brevissimi, non so, qualcosa nella percezione che ho di loro è cambiata. Quasi mi sembrano due estranei forzati insieme senza un minimo di chimica vera. Non vedo più quella voglia quasi proibita di stare assieme, non li vedo scambiarsi sguardi eloquenti o cercarsi. Mi sembrano anche imbarazzati e perciò mi provocano imbarazzo.

Se io – spettatore – non riesco a credere nell’illusione, nel patto che ho stabilito nel momento in cui ho deciso di guardare la serie, mi sento un po’ deluso. Mi passa anche la voglia di continuare a guardare determinate dinamiche. Il che è un po’ quello che è successo in Grey’s Anatomy con la Jaggie, forzata dagli sceneggiatori, ma che mancava totalmente di intesa e chimica. Perciò, cari sceneggiatori e caro actor coach (se c’è n’è uno) di Station 19, lavorate su questa questione, riportateci a quando Andy e Robert erano in sintonia e lo trasmettevano anche al pubblico.

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Passando, invece, alle romance che funzionano, sento il bisogno di parlare di Carina e Maya. Sono o non sono la coppia più bella che finora ci abbia regalato Station 19 a parimenti con Jack e Maya? Certo che lo sono! Ho amato la scena della colazione. Sono fortemente convinta che abbiano avuto troppo poco spazio e che ne meritino tanto di più. Adesso sono curiosa di capire dove si collocherà Andy nelle loro dinamiche. Non so se a pochi giorni dall’inizio di una convivenza con il proprio partner, invitare la propria migliore amica a stare con loro sia l’idea più intelligente del mondo, anzi, penso sia piuttosto pericoloso per il posto che potrebbe occupare nelle dinamiche e nel modo in cui potrebbe intromettersi nella coppia.

La questione Trevis – Emmett non mi fa impazzire. Già nella scorsa stagione di Station 19 non avevo visto di buon occhio quanto stesse accadendo tra loro. Emmett non mi sembra la persona giusta per Travis e temo proprio che questa sia la direzione in cui vogliono far muovere la loro nuovissima amicizia. Non ci resta che stare a guardare e sperare che non sia così.

Per quanto riguarda Jack, invece, vorrei proprio vederlo rapportarsi con la donna che ha salvato dal marito violento nella scorsa stagione. Vorrei vederlo in una relazione sana finalmente, ma soprattutto vorrei vederlo felice. Possiamo convenire tutti che Gibson è la personificazione del mai ‘na gioia sentimentale di questa serie.

Non riesco a capire in quale direzione abbiano deciso di far muovere la coppia Hughes-Miller. Li avevamo lasciati, nello scorso episodio, vicini ad un ricongiungimento a seguito di un litigio, ma sappiamo anche dei sentimenti irrisolti di Dean nei confronti di Vic. In questa puntata erano di nuovo pappa e ciccia e la cosa mi puzza. Si possono liquidare così i sentimenti di un personaggio? Non penso proprio e se così fosse, non ne sarei per niente felice.

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Per concludere devo gioire con voi per la presenza di una guest-star d’eccellenza in questo terzo episodio di Station 19. Si tratta di Darius Jeremy “DJ” Pierce, in arte, Shangela Laquifa Wadley, una delle più famose drag queen del celebre e pluripremiato reality RuPaul’s Drag Race, una delle mie queen preferite in assoluto, colei dalla quale ho rubato il saluto alla fine di ogni recensione, la madre dei ritorni in grande stile. Insomma, in questo episodio vederla è stato fantastico e lei, come al solito, ha confermato, con questa interpretazione, di essere strepitosa. D’altronde, she’s a pro! per dirlo con parole sue.

Anche per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!

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