La notizia di sequel della tragedia di William Shakespeare “Romeo e Giulietta” ha catturato l’attenzione di gran parte del pubblico americano e non. Se poi ci aggiungiamo il fatto che la Serie, “Still Star-Crossed”, è affidata alle cruente mani di Shonda Rhimes, il tutto diventa più interessante (e probabilmente anche più mortale del normale, ma a questo dovreste esserci abituati).
La storia dei due amanti di Verona è universalmente conosciuta e allo stesso tempo venerata, ma adesso siamo a Shondaland, dove niente è come dovrebbe essere, una sorta di Paese dei Balocchi delle Serie Tv. Armiamoci di pazienza e prepariamoci a questi dieci episodi di frustrazione e imprecazioni. Dimenticate i capolavori di Zeffirelli e Luhrmann o il musical di Cocciante, lo dico per il vostro bene.
Still Star-Crossed è ispirata agli omonimi romanzi di Melinda Taub (altre Serie tratte da libri qui).
I dieci episodi ordinati da ABC dovrebbero concentrarsi su Rosaline Capuleti (Lashana Lynch) e Benvolio Montecchi (Wade Briggs), costretti dal Principe di Verona Escalo (Sterling Sulieman) a sposarsi per appianare la secolare faida tra le due casate che a seguito della morte di Romeo e Giulietta si è ancor più inasprita. Ecco la prima delle innumerevoli falciate all’opera del Bardo.
La scena si apre con uno pseudo “previously on” di venti minuti che notiamo essere un evidente goffo tentativo di riassumere i contenuti dell’opera originale; veniamo immediatamente catapultati in una Verona rappresentata in maniera assolutamente poco fedele rispetto a come sarebbe dovuta essere la città all’epoca.
Oserei dire che le ambientazioni sono fin troppo esagerate per l’occasione d’uso a cui si prestano, rendendo poco la verisimiglianza.
A peggiorare le cose ci si mette un linguaggio assolutamente non curato e privo di quella poesia totalmente shakespeariana; gli attori parlano quasi in slang e non è chiaro allo spettatore se la cosa sia voluta o sia semplicemente lasciata al caso (e non so cosa sarebbe peggio).
Apro e chiudo una parentesi sulla delicata questione del color-blinding (variazione dell’etnia di alcuni personaggi rispetto all’originale) che se in una rivisitazione moderna ci sarebbe potuta stare, come anche nella trasposizione di un’altra tragedia dello stesso autore (in molte opere Shakespeare inserisce protagonisti di varie etnie), in questo caso va ulteriormente a sfaldare quella già scarsa fedeltà all’opera originale.
I costumi (perché di Serie con ottimi costumi ce ne sono) faranno pur luccicare gli occhi ma sono senza ombra di dubbio poco adatti rispetto all’epoca di svolgimento della storia. Gli stili incoerenti tra loro e gli accessori completamente ridicoli; i cerchi degli abiti femminili sono così evidenti da dare l’impressione che i costumi siano stati riciclati dal carnevale di qualche paesino di provincia. È giusto poi sottolineare la gaffe fatta con l’abito che la povera Giulietta indossa nelle sue poche comparse e che sicuramente sarebbe stato più adatto sul set di Reign…
A livello contenutistico mi dispiace notare come i personaggi abbiano perso la loro tridimensionalità. Appaiono strappati dal loro habitat naturale e ridotti, alla fine dei conti, a impuntarsi sui loro capricci perdendo collegamento e armonia con il contesto generale. Ognuno resta fermo sui suoi piedi rallentando e appiattendo lo scorrere degli eventi.
In linea essenziale, in base a quanto visto finora, “Still Star-Crossed” ha deluso le aspettative generali, cadendo in un circolo vizioso di cliché (figure adulte spietate, orfani, amori spezzati e unioni indesiderate), vicende e intrighi sono quasi immediatamente svelati e percepibili, rendendo poco onore all’opera a cui si ispira.
Una Shonda Rhimes davvero deludente, che non ha considerato che, oltre ogni cosa, questo progetto necessitava di cautela e rispetto.
Ci dispiace dirlo ma probabilmente il povero Guglielmo a questo punto si starà agitando nella tomba.