ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla serie tv Sugar
Sugar è sicuramente una delle serie più sorprendenti e spiazzanti che si possono trovare in giro. La produzione Apple TV+ (qui alcuni dei migliori titoli dell’ultimo periodo) è decisamente tutto il contrario di quello che sembra. Partita come un noir che strizza l’occhio alla tradizione classica hollywoodiana, la serie tv con protagonista Colin Farrell si colora, di botto, di una sfumatura fantascientifica, stravolgendo completamente le prospettive con cui bisogna guardare al racconto.
Sugar è la storia di un investigatore privato, che si rivela essere un alieno calatosi fin troppo nell’osservazione dell’umanità. Al centro della scena c’è la scomparsa di Olivia, nipote di un potentissimo produttore cinematografico. La ricerca della ragazza conduce il protagonista, John Sugar, in un intenso viaggio ricco di trascorsi personali, che alla fine si risolve per il meglio, col ritrovamento di Olivia. Nulla, però, è come sembra in Sugar e proprio questo è l’elemento da cui partire per analizzare una serie tv sicuramente unica nel suo genere.
Sugar ci ha davvero lasciati a bocca aperta
Ovviamente è impossibile non cominciare da quella che è la vertiginosa rivelazione dell’identità aliena di John Sugar. Quello presentato da Apple TV+ è stato un plot twist decisamente fuori di testa, sicuramente tra i più inaspettati mai visti, capace di creare un effetto completamente straniante. Per la sua capacità di scioccare, questa rivelazione costituisce il cuore della serie tv, e in quanto tale esprime due sentimenti contrastanti. Da una parte regala un colpo di scena pazzesco, di quelli impossibili da dimenticare. Dall’altra, però, finisce per fagocitare tutto quello che c’è stato prima, mandando tutto il resto della narrazione in secondo piano.
Il plot twist degli alieni, per così dire, stona un po’ con il resto della trama. L’effetto straniante è sicuramente voluto, e innegabilmente l’impatto avuto è evidente. Tuttavia, è impossibile giudicare se questa scelta sia stata o no vincente. La disarmonia creata può essere, a seconda delle attitudini dello spettatore, un tratto positivo o negativo. Ciò che è certo è che Sugar non ha avuto assolutamente paura di osare, e questo è solitamente ammirevole. Forse l’azzardo è stato un po’ troppo rischioso, ma sicuramente questa rivelazione ha avuto la capacità di lasciare il pubblico a bocca aperta. Da caso a caso, poi, questo può essere stato un bene o un male.
Un mistero che non ingrana
Il plot twist degli alieni è così spiazzante anche perché il mistero che fino a quel momento aveva costituito il cuore del racconto non ingrana mai. La nuova rivelazione non fa alcuna fatica a prendersi la scena, anzi approfitta della debolezza strutturale della narrazione e rinvigorisce l’attenzione dello spettatore. Il mistero di Olivia inizialmente affascina, complice anche il patinato mondo hollywoodiano che lo circonda. Dopo un po’, però, si appiattisce, anche perché John fatica a fare scoperte di rilievo. Pure la risoluzione finale è fumosa e confusa, e il focus resta sempre sul protagonista e sulla sua permanenza sulla Terra.
Insomma, la costruzione della trama sembra essere un po’ il punto debole di Sugar, che però rimedia con altri elementi. La cifra stilistica, come vedremo, ma anche la costruzione dei personaggi e le prove attoriali. Colin Farrell (che presto tornerà nella serie tv The Penguin) è dominante nei panni del protagonista, ma è da sottolineare anche la prova di Amy Ryan (l’indimenticabile Holly di The Office) nei panni dell’interessantissima Melanie. I tormenti dei personaggi e le loro interazioni sono il cuore dell’azione, più dell’azione stessa. Ci sarebbe sicuramente piaciuto conoscere di più su di loro, così come sui misteriosi alieni. Purtroppo Sugar non va troppo a fondo dei trascorsi, ma anche restando in superficie regala dei protagonisti davvero ben caratterizzati.
La cifra estetica decisamente particolare di Sugar
Il maggior punto d’interesse di Sugar sembra essere la sua veste estetica, decisamente sui generis. Come abbiamo raccontato, la serie tv firmata Apple cambia pelle. Inizialmente si presenta come un noir che attinge a piene mani al genere hard boiled. Una maschera abbastanza peculiare, che si caratterizza con ritmi compassati, transizioni brusche, spiccata violenza e la voce narrante del protagonista a scandire l’azione. Questa veste intriga sin da subito e si fa ancora più interessante quando arriva la rivelazione degli alieni. Coniugare due generi classici, ma diversissimi, come il noir e la fantascienza è stato un colpo di genio. Se a livello narrativo il plot twist ha funzionato solo parzialmente, sul piano estetico ha suggellato una scelta decisamente vincente.
Questa interessantissima cifra estetica viene arricchita, poi, dal profluvio di citazioni cinematografiche disseminate nel racconto. Il cinema è una parte fondamentale del racconto, si fa sia cornice che referenza. Spezzoni di film classici s’incastonato nel raccontano e non si limitano a condire la narrazione, ma rappresentano anche alcuni snodi fondamentali. Per i cinefili questo complesso apparato citazionista è una vera e propria goduria.
Essere umani
Dal punto di vista concettuale, la riflessione di fondo offerta da Sugar è relativa alla forza corrosiva degli esseri umani. Gli alieni, giunti sulla Terra come semplici osservatori, finiscono per farsi trascinare nelle vicende umane. Si sottolinea, a più riprese, come dai terrestri le creature aliene abbiano appreso soprattutto la violenza e l’egoismo, ma se analizziamo il personaggio di John, vediamo come anche altri valori, come l’empatia, abbiano permeato l’animo degli alieni. Il ritrovamento di Olivia e la connessione con Melanie ne sono i due esempi massimi. Insomma, Sugar sembra voler sottolineare la natura corrosiva dell’essere umano per poi, inaspettatamente, rivelare anche l’influenza positiva che l’uomo è capace di generare.
Cosa comporta tutto ciò? Significa forse che bene e male non sono assoluti e che non siano cifre semplicemente umane. Gli alieni vengono toccati dalle passioni umane, ma alcuni le metabolizzano in negativo, altri in positivo. Così si spiegano i comportamenti opposti di Henry e di Sugar. L’umanità non è, per natura, né buona né cattiva. Di conseguenza non esercita, di per, sé un’influenza né negativa né positiva. Dipende, come sempre, da tanti fattori, che rendono estremamente complesso distinguere quella famosissima linea di demarcazione tra bene e male. Sugar ci restituisce un interessante spaccato di questa mutevolezza umana.
Quindi, cosa ci rimane di Sugar?
Questa è una domanda a cui è difficile rispondere. Il giudizio sulla serie risulta davvero troppo orientato da quel clamoroso plot twist, per cui banalmente si potrebbe dire che la ricezione di quella rivelazione può orientare il sentimento dello spettatore. Al di là di ciò, però, occorre sottolineare nella serie visibile su Apple TV+ una trama abbastanza debole, a fronte però di uno stile narrativo estremamente interessante.
Sicuramente siamo di fronte a una serie tv peculiare, ed estremamente divisiva. È comprensibile provare sentimenti contrastanti e leggere opinioni polarizzanti intorno a Sugar. Ciò che ci rimane dalla serie tv con Colin Farrell è senza dubbio un’esperienza unica, che ogni spettatore ha potuto vivere a modo suo.