Attenzione: seguiranno spoiler sulla serie Supacell
Sarebbe comprensibile se, considerato il titolo, aveste immaginato si trattasse di una serie tv sul coniglietto della “Duracell”. Tuttavia sarete rimasti comunque stupiti di imbattervi in un prodotto sicuramente carico di energia, ma non in senso letterale. Siamo abituati a storie di supereroi, come la Marvel più di tutti ci insegna, oppure a quelle in cui i protagonisti scoprono dopo un po’ di avere dei poteri, come Heroes (qui un articolo sul finale). La maggior parte di questi ultimi, però, spesso decide di passare dalla parte del male, poiché non riesce a controllare tali poteri come dovrebbe. Supacell invece apre un varco nella periferia Sud di Londra durante la crisi post-brexit, raccontandosi attraverso protagonisti afrodiscendenti che del tutto casualmente scoprono di avere dei poteri finora sconosciuti.
La serie, lanciata su Netflix il 27 Giugno senza troppi rumors, è stata creata e scritta dal produttore discografico e rapper Andrew Onwubolu alias Rapman, nonché showrunner britannico. Sembra chiaro come il regista abbia voluto fare una dedica a una specifica comunità. Descrive infatti, attraverso una narrazione in parte drammatica e solo lontanamente sci-fi, la condizione di vita di alcuni campioni di questa compagine sociale. Oggigiorno tale realtà è parzialmente priva all’apparenza di gravi problematiche esistenziale, ma è comunque succube di quelle più quotidiane. Supacell vuole essere tuttavia una storia di intrattenimento, metaforica e ricca di colpi di scena resi possibili dalla giusta dose di action. Il suo punto forte, inutile dirlo, è la connotazione puntuale ma incisiva dei cinque protagonisti. Ognuno con un trascorso e un superpotere diversi, ma tutti altrettanto interessanti e solidi.
Supacell ce li presenta in 5 episodi, più 1 sulla resa dei conti
Dopo una scena iniziale che mostra una sorta di istituto scientifico in cui una donna afrodiscendente scappa come una forsennata prima di essere uccisa, il primo episodio parte con la storia di Michael. Questi è un affabile corriere, ligio nel suo lavoro e follemente innamorato della sua fidanzata Dionne dai tempi del liceo. A questo proposito le chiederà finalmente di sposarlo e sarà proprio il loro momento intimo post-proposta a essere segnato da un’improvvisa scomparsa di Michael dalla stanza da letto, dopo che l’iride degli occhi gli era diventato di fuoco. Il ragazzo si troverà così teletrasportato a tre mesi dopo quel momento. In quel varco spazio-temporale futuro sarà impegnato a combattere con altre persone dotate di altrettanti poteri, contro strani individui incappucciati che sembra vogliano ucciderli.
Tuttavia, un’altra è la scoperta tragicamente sconvolgente che farà. Si ritroverà infatti davanti a una lapide con su scritto il nome di Dionne con la rispettiva data della sua morte. È il Michael del futuro a rivelargli che la sua futura moglie sarebbe stata uccisa dagli incappucciati se non avesse riunito tutti coloro che aveva appena visto combattere contro di loro. Si trattava di Tazer, Sabrina, Andre e Rodney e questo sarà per Michael l’inizio di una difficile ma indispensabile caccia all’uomo, non priva di pericoli e menzogne per Dionne. Il secondo episodio è dedicato invece a Tazer, leader della banda dei Tower Boys, invischiati spesso in risse e piccoli crimini, nonché responsabili del controllo del loro quartiere. A questo proposito, già nel primo episodio si annovera un primo incontro ravvicinato tra Tazer e Michael, in quanto questi si trovava a consegnare un pacco nella loro zona.
Pertanto, non volendo pagare un dazio imposto dalla banda, entrerà in scena Tazer pugnalandolo a sangue freddo
Ed è proprio in questa occasione che la vittima riesce a tornare indietro nel tempo per la prima volta ed evitare così di essere colpito, rimanendone disorientato e privo di risposte. Tornando a Tazer, questi vive con la nonna perché la madre è stata costretta da qualcosa ad abbandonarlo. E nonostante promettesse all’anziana di stare fuori dai guai, continuava imperterrito a fare imboscate alla banda rivale. Proprio durante uno degli scontri, Tazer sperimenta la sua invisibilità, già implicitamente consapevole del suo potere al contrario dell’ignaro Mike.
Sarà questa una scoperta pericolosa, poiché deciderà così di entrare con la sua banda nel traffico di droga calpestando il giardino di qualcun altro. Dopo aver fregato uno spacciatore, scopriranno infatti che questi apparteneva al gruppo governato da Krazy. Quest’ultimo era un ex amico fraterno di Tazer e un famoso criminale della zona, che inaspettatamente era uscito prima di prigione. A lui è anche collegata indirettamente Sabrina, la terza protagonista di Supacell.
La giovane donna è una delle più capaci e responsabili infermiere del suo reparto, nonché sorella maggiore di Sharyl che a differenza sua si diletta tra feste e uomini diversi ogni sera. In realtà, lei un fidanzato ce l’aveva, ma una volta rinchiuso in prigione aveva finto di aspettarlo non precludendosi nulla. Stiamo parlando esattamente dello spregiudicato Krazy, mai approvato dalla sorella Sabrina che invece risulta devota a Kevin, il suo attuale ragazzo.
Una sera, però, capiterà che Kevin non si presenterà al loro appuntamento
Sotto consiglio di Shar andranno a spiarlo fuori casa, per appurare se effettivamente avesse avuto un imprevisto. Alla porta, però, si presenterà una ragazza. Le due ragazze inviperite andranno dirette ad inveire contro di lei fino a quando anche Kevin esce allo scoperto. Presa da uno scatto d’ira, Sabrina si avvicina al ragazzo, il quale senza essere neanche toccato farà un volo verso la porta di casa tale da fargli perdere i sensi. Sabrina resta senza parole per il fatto appena accaduto. Soltanto dopo aver difeso violentemente la sorella da un uomo che la stava molestando, si renderà conto che qualcosa in lei stava cambiando.
Il terzo episodio di Supacell fa emergere invece Andre. L’uomo era un ex galeotto separato dalla moglie, il quale cerca in tutti i modi di essere più presente per il figlio AJ e di ripagare i suoi debiti. Ha infatti difficoltà a mantenere la casa ma soprattutto il figlio, venendo costantemente sminuito dall’ex moglie che non intende più giustificarlo. Andre infatti ha finalmente trovato un lavoro tramite un suo amico, ma una volta che il direttore scopre i suoi precedenti penali lo licenzia in tronco.
Proverà a fare un altro colloquio ma il passato sembra perseguitarlo continuamente
Tutto cambia, però, in una sera. Diretto infatti verso uno sportello per prelevare dei contanti e comprare così la cena a AJ, scoprirà di avere il conto a zero. Preso dalla foga del momento darà un pugno allo sportello che verrà semi distrutto, tirando fuori tutte le banconote che conservava al suo interno. Con queste riuscirà a soddisfare i piaceri del figlio, ma ripagando il fisco tornerà nuovamente al punto di partenza.
Il penultimo episodio di Supacell punterà i riflettori su Rodney, il più giovane dei cinque e cacciato dalla famiglia a sedici anni per volere del nuovo compagno della madre inglese. Per sopravvivere era quindi entrato in società con il fedele amico Spud nello spaccio di marijuana (avete mai visto Weeds? Ve ne parliamo qui). Abbiamo di fronte un ragazzo spontaneo e furbo, abile ad accalappiarsi nuovi clienti e rapido come pochi. Riguardo a quest’ultimo punto, gli capiterà l’occasione in cui dovrà consegnare tanta merce ad un clienti in 15 minuti. Tuttavia, insorto un problema alla macchina, inizierà a correre velocemente verso un autobus. In un batter d’occhio si ritroverà niente meno che in Scozia e, una volta tornato indietro, racconterà tutto a Spud avviando un proficuo slogan di consegna del loro prodotto che provocherà la malvagia concorrenza su campo.
I protagonisti di Supacell scoprono i loro poteri già in prima battuta
Pur non conoscendosi ancora, un abile montaggio alternato ci mostra il loro primo incontro con i propri poteri già nel pilot, seppur Michael abbia già casualmente incrociato nel suo cammino Tazer e Rodney. Il suo obiettivo, che poi diventa la struttura stessa della serie, è quello di trovarli e convincerli ad aiutarlo per salvare Dionne. Si troverà di fronte persone testarde, resistenti, impegnate a proteggere i propri cari e se stessi da tutto ciò che da sempre li schiacciava a terra. Possiamo dunque definire Michael il punto di partenza di Supacell, il filo conduttore di tutte le vicende di questa prima stagione, nonché il vertice più drammatico della storia.
Di fatto la notizia della morte prematura e brutale della sua amata non vuole inoltre oscurare la presenza di una madre malata di anemia falciforme. Proprio per questo motivo, tramite i diversi risparmi accumulati negli anni, non solo si poteva permettere un matrimonio, ma anche un centro all’avanguardia per la madre specializzato in quel tipo di anemia.
Importante ricordare che a dirigere il centro insieme ad altri esperti è un una dottoressa inglese che si mostra subito disponibile ad aiutare Mike. La menzione di questa patologia è inoltre ricorrente nelle battute dei vari personaggi e solo alla fine si capirà che il non averla ereditata dai genitori racchiude la risposta dei loro poteri. È inoltre curioso come in Supacell, a differenza di altri prodotti simili, questi non abbiano fino alla fine una totale coscienza né troppa padronanza delle loro doti non umane.
C’è Michael che fino alla fine stenta a credere che possa avere il controllo del tempo unito al teletrasporto
Anche Sabrina, che rischia di impazzire dopo aver appurato di coltivare dentro di sé la telecinesi. Andre e Rodney non vengono troppo turbati dalle loro superforza e supervelocità, perdendo tempo a sperimentarle e impiegarle sin da subito a loro vantaggio. Il più padrone del suo superpotere (qui vi parliamo di tutti i supereroi non ancora canonici nell’MCU) è comunque Tazer. Il ragazzo, con gelido controllo, ha studiato nella solitudine della sua stanza il modo perfetto per azionare la sua invisibilità quando la situazione lo richiedeva.
Questo approccio al tangibile e irreversibile cambiamento vissuto, è proprio il punto forte dello show, in quanto rende il tutto decisamente credibile e privo di artifici superflui. Non a caso, anche le storie collaterali di Supacell diventano meno rilevanti. Dionne è infatti un’assistente sociale che collabora con la polizia riguardo alla scomparsa di alcuni individui. Lavorerà infatti sul caso di colei che si rivelerà essere poi la madre di Tazer.
Quest’ultima, infatti, aveva deciso di lasciare la sua famiglia perché sentiva dentro di sé qualcosa che non poteva essere umano. Ebbene, la donna che vediamo all’inizio della prima puntata è proprio lei, il cui destino ci è mostrato ancora prima di iniziare il racconto vero e proprio. Anche di una bambina di nome Jasmine si sono perse le tracce, dopo che qualcuno l’aveva rapita permettendole però di sentire la famiglia ogni tanto. Qual era dunque il fil rouge di queste vicende?
È soltanto quando Michael riesce a riunire tutti i supereroi, escluso Andre, che qualche nodo viene al pettine
A più riprese, i famigerati incappucciati erano apparsi ai nostri super uomini. Anch’essi erano dotati di forti poteri e intenti in ogni caso ad aprire un portale pronto a risucchiarli. Andre tra gli altri cade nella loro trappola e, una volta risvegliatosi, si ritrova al cospetto di un uomo che gli spiega l’origine dei loro poteri. Scopriremo infatti che si tratta di una mutazione genetica dell’anemia falciforme ereditata dai genitori. Questa era invisibile clinicamente in quanto devoluta in doti sovraumane e chiamata a questo proposito “supercellula”. Considerato che circa l’80% di questa colpisca le popolazioni dell’Africa sub-sahariana, ecco spiegato il protagonismo di personalità afrodiscendenti (qui trovi un interessante approfondimento sulla vita di Viola Davis).
Questo cavillo narrativo solleva efficacemente Rapman da ogni eventuale accuso di blaxploitation. Il suo obiettivo si conferma fino alla fine quello di dar vita ad una versione originale e decisamente più realistica di una tipica storia di supereroi. Importante infatti è l’ambientazione simbolica in cui si muovono le storie. Non è un caso che il regista abbia scelto la periferia meridionale della capitale inglese.
Infatti, si dà il caso che ciò che vediamo non ricorda in nessun caso i suoi famosi stereotipi come gli autobus a due piani e le cabine telefoniche. Ci troviamo in un’altra Londra, quella che potrebbe benissimo eguagliarsi a un qualsiasi Bronx newyorkese e a tante altre realtà simili. Qui tutte le minoranze etniche hanno creato da sé i propri quartieri. Hanno lottato con le unghie e i denti affinché venissero riconosciuti loro gli stessi diritti degli autoctoni che vivevano invece nel florido centro della città.
Simbolico e determinante in Supacell risulta dunque Ashington Estate, meglio conosciuto A Town
Qui si consuma il drammatico ed elettrizzante finale della serie, il quale chiude lo scenario appena trascorso aprendone un altro futuro. È proprio qui che Dionne indirizzerà i quattro dopo aver scoperto che vi si poteva nascondere un centro sperimentale segreto. Al suo interno, di fatto, potevano aver rinchiuso tutte le persone scomparse finora e il rischio che ci sarebbero finiti anche loro era molto alto. Inizierà così la fatidica battaglia in questa cornice di droga e prostituzione, tra artifici, magie, super qualità e cappucci neri.
Ed è proprio mediante questi ultimi che emergerà un plot twist difficile da prevedere, ma sempre consono con la pragmatica economia della storia. Proprio Krazy, l’acerrimo nemico del quartiere, ma soprattutto di Tazer e Sabrina, apparteneva a quell’esercito e per questo era dotato di forze ancor più rodate. Anche Andre uscirà allo scoperto con quelle spoglie, dopo essersi fatto assumere dall’istituto affinché potesse risolvere definitivamente i suoi problemi economici.
L’obiettivo principale dei buoni era dunque difendersi, sconfiggere i cattivi e non per ultimo salvare Dionne
Tuttavia soltanto Michael, come è facile intuire, aveva davvero a cuore la sorte dell’innocente ragazza. La loro era infatti un’alleanza ancora troppo acerba e precaria. Presi quindi dalla concitazione generale e dai taciuti timori, riusciranno comunque ad atterrare Krazy, supportati anche dal cambio di rotta di Andre verso di loro. Eppure il folle villain riuscirà a sparare un ultimo colpo obliquo ma mortale per la povera Dionne che si nascondeva in macchina.
Sarà rabbiosamente e irrimediabilmente triste e commovente la scena di Michael che si impone di mantenere una flebile speranza di salvezza per la donna che completava il suo cuore. Sopra questa vibrante scena di Supacell, tra il dispiacere dei nuovi compagni, colpisce tra tutte la mossa di rispetto di Tazer che abbassa il cappuccio visibilmente colpito dall’accaduto.
Il più sconcertante colpo di scena, però, resta quello nella battuta conclusiva di Supacell
L’evento vede come protagonista Krazy, ferito su un lettino dell’istituto segreto di A Town. A sconvolgere gli animi di chi guarda sarà infatti l’entrata di scena in quella stanza di una donna bianca con il caschetto biondo. Se provate a riavvolgere il nastro narrativo per un momento, vi tornerà alla mente quella dottoressa che dirigeva il centro per l’anemica falciforme. Sembra ovvio come qui l’accenno alla strumentalizzazione senza tempo degli afrodiscententi da parte degli autoctoni, rompa il muro di tutto il sottotesto.
Tuttavia sia la scrittura mai banale che le ardite scelte di montaggio, definiscono fino alla fine un prodotto che vuole discostarsi da una vetusta tradizione costruita su stereotipi e falsi miti. L’ultima parola però potremmo darla soltanto dopo aver guardato la seconda stagione di Supacell, sperando che non tardi ad arrivare. Per adesso non ci resta che riflettere sui messaggi che Rapman sembra averci lasciato. Sono numerosi, ma decisamente abili a nascondersi per farci assaporare ogni dettaglio di questa imprevedibile storia innegabilmente avvincente.
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