Ogni sabato sera, sempre alle 22.30, vi portiamo con noi all’interno di alcuni tra i momenti più significativi della storia recente e passata delle Serie Tv con le nostre recensioni ‘a posteriori’ di alcune puntate. Oggi è il turno della 1×07 di Ted Lasso.
Indossiamo una maschera. Ce la mettiamo al mattino, appena svegli, dopo che un sonno poco ristoratore ci ha fatto sentire scoperti e vulnerabili. Nascondiamo il nostro volto sotto quella maschera, sotto quell’apparenza da persone inscalfibili. Soltanto un sospiro, un lungo ma segreto sospiro rivela qualcosa. Nessuno può sentirlo, perché lo liberiamo solo nella nostra solitudine, prima che tutto si metta in moto. Piangiamo quando nessuno ci guarda. Ma non c’è tempo, inizia la giornata. C’è la necessità di essere forti, di fare il nostro lavoro, di farlo al meglio senza riversare sugli altri le ansie che ci agitano del profondo. Eppure, queste stesse angosce ci sorprendono, si palesano all’improvviso e a quel punto diventa difficile allontanarle di nuovo.
Ted Lasso indossa sempre una maschera. È la maschera stereotipata che abbiamo imparato a conoscere nei primi episodi. La maschera di un uomo immancabilmente ottimista, bonario, gentile. La gentilezza di Ted Lasso è senza paragoni. E sappiamo che non sta fingendo, sappiamo che è la sua vera natura e però, nello stesso tempo, quella gentilezza, come un sorriso prolungato troppo a lungo, rischia a volte di trasformarsi in smorfia. Come nelle opere di Plauto, commediografo latino, anche in Ted Lasso c’è un’etichetta che distingue ogni personaggio: la cortese affabilità di Ted, la scontrosità di Roy Kent, la timidezza di Nate. Questo tratto, in ogni protagonista, è portato all’estremo, fino a renderlo iperbolico e quindi comico. Ridiamo vedendo l’aggressività di Roy e il balbettare di Nate. Ridiamo pensando a quanto sia melenso Ted.
Il rischio è che le figure si schiaccino, che diventino semplici macchiette, stereotipi viventi, come in Plauto.
Ma in Ted Lasso non è così, perché sotto queste maschere della commedia plautina si nascondono non gli attori ma i personaggi reali, nella loro complessa e sfaccettata identità. Ce ne rendiamo conto poco a poco, quando vediamo la trasformazione progressiva di Roy e di Nate, più sensibile l’uno, più determinato e ‘mouriniano’ l’altro. Ma per la prima e più evidente volta lo notiamo in questa meravigliosa 1×07. Ce ne rendiamo conto d’improvviso, sorpresi da quello che non credevamo possibile. Sorpresi che anche le maschere della commedia possano piangere.
Nel corso di tutto l’episodio ignoriamo convintamente gli indizi. Ignoriamo le parole della (ex) moglie di Ted, ignoriamo i messaggi e la reazione di Ted a quei messaggi. Ignoriamo perfino la rabbia che scoppia, improvvisa, contro Nate. Facciamo finta di non vedere, perché non vogliamo vedere. Non vogliamo uscire dall’immagine confortante, divertente, rassicurante del bonario Ted Lasso. E così l’episodio va avanti, Ted è lo stesso di sempre: irresistibile, gentile fino alla risata, docile e amorevole. Lui e i suoi baffoni rassicuranti. E così ci rilassiamo di nuovo, allontaniamo e derubrichiamo a inezie quei momenti incoerenti con l’immagine canonica che abbiamo del personaggio. Ma noi l’abbiamo visto sospirare. L’abbiamo visto arrabbiarsi. L’abbiamo visto abbassare lo sguardo. Facciamo finta di nulla.
Ci concentriamo sulla sfida con l’Everton, sulla vittoria inaspettata, sulla gioia per il successo. Qualcosa però sta irrimediabilmente cambiando in Ted Lasso. Nate per la prima volta trova la forza di tirare fuori la voce, di pungolare la squadra così da motivarla, dandole quella rabbia che soppianta la rassegnazione di chi si credeva già sconfitto. Roy inizia a mostrare la delicatezza di un uomo che fa i primi passi per aprirsi verso un sentimento d’amore, quello per Kaley. E così iniziamo a veder scricchiolare il teatro comico di Plauto, con le sue risate di pancia e la comicità giocata sull’esasperazione dei tratti dei personaggi. Iniziamo invece a calarci in una nuova e più raffinata ironia, un’ironia tragica che ci rimanda alle maschere tristi del teatro di Terenzio, alla trattazione psicologica dei protagonisti che sanno essere divertenti ma anche e soprattutto profondamente umani.
Ed è questo che scopriamo nella 1×07 di Ted Lasso: l’humanitas che si nasconde dietro la maschera.
La possibilità che la risata si tramuti in smorfia e sofferenza e che tutti, anche i più solari dei personaggi, possano essere umanamente fragili e quindi dannatamente realistici. Ecco allora che mentre Rebecca canta, sfogando così il dolore per una relazione finita ma capace di lasciare tanti strascichi, in un angolo vediamo Ted. “Non potevo nasconderlo, comunque ci ho provato // Non lasciarli entrare, non lasciare che vedano“, risuonano le parole di Let it go nella splendida voce della presidente del Richmond. E quelle parole sembrano adattarsi maledettamente bene a Ted. A lui che ha provato per tutto l’episodio a nascondere la sua debolezza, ha provato a non lasciare che gli altri vedessero quello che passava. Lo ha tenuto nascosto a tutti, anche al suo fido Coach Beard. Ma ora non può più mascherarlo. È lì in scena. La vista si offusca, il respiro si fa corto e faticoso, tutto accelera attorno a lui. Non vogliamo crederci. Ted Lasso ha un attacco di panico.
Esce dal locale del karaoke, si fa piccolo, rannicchiato in un angolo, perso di fronte al dolore che si nasconde dietro al sorriso. Il mondo perfetto che ci siamo sempre immaginati per Ted scompare: la famiglia che lo sostiene, l’idilliaca vita di un uomo felice si disgrega. È ora, per lui e per noi, di fare i conti con la realtà. Di capire che il mondo solare e perfetto di una sitcom anni Settanta, in cui immancabilmente a fine puntata tutti i problemi si annullano, non esiste. Non esiste per noi, non esiste per Ted. Rantola, si contorce, il panico gli toglie aderenza con quella realtà con cui per tutto l’episodio ha provato a evitare il confronto. Ma il foglio del divorzio è lì, così come i messaggi di una donna che non lo ama più e lo spinge a firmare le carte.
La maschera cade ed emerge Ted in tutta la sua tremenda umanità e fragilità, non più macchietta ma uomo autentico. In questo momento di profonda crisi però Ted Lasso non ci lascia soli. Non permette che tutto si esaurisca qui, nella solitudine inevitabile dei nostri problemi personali. Rebecca ci riporta al mondo, ci chiama ad affrontare le difficoltà, ci dà conforto. Stringe Ted, lo rassicura, lo risolleva. E così il momento di crisi può essere superato. Non c’è, naturalmente, guarigione. Ted dovrà intraprendere un duro e serio percorso per affrontare gli attacchi d’ansia che da questo momento in poi vedremo ripetersi in vari episodi della serie. Ted Lasso ci ha aiutati a normalizzare gli attacchi di panico.
Solo l’aiuto di uno specialista, di una psicologa, riuscirà a rompere la maschera col sorriso dipinto.
Lo farà con difficoltà, perché Ted si mostrerà profondamente oppositivo nei confronti della donna così come rabbioso era apparso in questa 1×07 con Nate. La rabbia, repressa dietro l’ottimismo della maschera, non può far altro che esplodere in questi momenti, negli attimi in cui si sorprende scoperto e vulnerabile. Non può che spingerlo a negare i problemi, a rimandarli, come quelle carte da firmare. Odia tanto la psicologa perché con lei crolla ogni maschera, con lei è obbligato a mettersi a nudo e quindi a soffrire.
Ma sarà quella sofferenza a renderlo consapevole, a permettergli di affrontare i suoi problemi invece di far finta che non esistano. E così, anche nella conclusione di questa 1×07, Ted prende consapevolezza di ciò che sia giusto fare. Accetta finalmente di affrontare il problema, di firmare le carte, per quanto pure doloroso sia quell’atto.
C’è tutta la forza di Ted Lasso in questo episodio. La forza di una serie che sa essere comedy ma senza fermarsi alla comicità superficiale di figure stereotipate. La forza di andare a fondo, di indagare la psicologia dei personaggi e di mostrare al pubblico che sotto ogni maschera c’è sempre un uomo. Un uomo con i suoi dolori, le sue fragilità, la sua imperfetta ma profondissima umanità. Piangiamo quando nessuno ci guarda. Ma le persone più importanti della nostra vita sapranno vedere dietro la maschera. E non ci lasceranno soli. Ted Lasso, in questa stupenda 1×07, ce l’ha insegnato.