Dopo una lunga attesa, il Grishaverse di Netflix è ritornato sui nostri schermi nella giornata di giovedì 16 marzo con Tenebre e Ossa 2, serie fantasy young adult ispirata alla saga scritta da una delle penne più attualmente in voga nel settore, Leigh Bardugo. Tornano quindi le avventure dell’Evocaluce Alina Starkov e dei suoi amici in opposizione alle forze dell‘Oscuro Generale Kirigan, in una lotta che vedrà lo scontro “definitivo” tra luce e ombra, ma tornano anche i Corvi e tanti nuovi personaggi tutti da scoprire. Dopo una prima stagione molto fedele al materiale di partenza, la seconda stagione di Shadow and Bone sarà dunque riuscita a soddisfare le aspettative dei lettori della saga e il pubblico della serie oppure avrà fatto dei passi indietro?
Restate con noi per scoprirlo con la nostra recensione di Tenebre e Ossa 2. Attenzione: allerta spoiler su tutta la seconda stagione della serie Netflix. Siete avvisati!
Iniziamo col dire questo: la seconda stagione di Tenebre e Ossa costituisce un prodotto di grande intrattenimento per il panorama seriale, riuscendo a tenere vivida l’attenzione dello spettatore e mettendo in mostra un mondo fantasy credibile e affascinante, dalle tante sfumature e dall’interessante mitologia. Tuttavia, a differenza della prima, la seconda stagione dello show decide a tratti di correre un po’ troppo rispetto alla mole di materiale che desidera trasporre, andando a raccontare nel corso dei suoi otto episodi una storia davvero molto voluminosa. Tale impressione non è, d’altronde, priva di fondamento se si pensa che le 8 ore di cui si compone Tenebre e Ossa 2 vanno a condensare ben due romanzi della saga principale, alcuni elementi tratti dagli spin-off come Sei di Corvi, Il Re delle Cicatrici e Vite dei Santi (a cui si unisce anche del materiale inedito e originale). Pur andando da un lato a snellire una narrazione in alcuni punti sin troppo prolissa nei libri, la serie infatti si ritrova a tagliare particolari snodi che forse avrebbero permesso un maggior approfondimento di personaggi e di situazioni per aggiungere, d’altra, parte il focus sulle avventure dei Corvi e sulle vicende dell’Oscuro, come già avvenuto per la stagione 1.
Ma proviamo ora a scendere nei particolari.
Shadow and Bone 2 parte subito con l’acceleratore premuto.
Il primo episodio infatti non solo riesce a riprendere perfettamente le fila del discorso dove le avevamo lasciate, ma presenta sin da subito quelle che saranno le nuove storyline: il precipitare della nazione di Ravka, il piano di Alina (Jessie Mei Li) e Mal (Archie Renaux) per ottenere gli ultimi due amplificatori di Morozowa e l’evolversi della faida tra il gangster Pekka Rollins e i Corvi di Kaz Brekker, decisi a riprendere i controllo sulle proprie vite e l’anticipatissimo ritorno dell’Oscuro (Ben Barnes). Un incipit adrenalinico e ricco di azione che ha mostrato sin da subito al pubblico il grande sforzo produttivo dietro alla serie, ma che più avanti non sempre trova modo di svilupparsi nel migliore dei modi.
Su questa scia, la prima parte della stagione vede il plot alternare due principali storyline: da un lato vediamo infatti Alina e Mal trovare un grande alleato nel corsaro Sturmhond, nient’altri che il carismatico principe Nicolai Lantzov (Patrick Gibson), secondogenito del re di Ravka nonché personaggio davvero molto interessante e che siamo sicuri troverà ancora più spazio nella quasi scontata terza stagione, dall’altro le storie dei nostri amati Corvi, che osserviamo avere la meglio su Rollins e i suoi dopo numerosi e violenti scontri. Storie, queste, che scorrono e intrattengono a dovere, nonostante si continui ad avvertire una certa frettolosità di fondo che non sempre lascia allo spettatore il tempo di abituarsi allo status quo delle cose e che non permette in egual misura un grande approfondimento di tutti i personaggi e dei legami fra loro.
Un peccato questo, perché i protagonisti della storia sono tutti molto interessanti e, quando la narrazione si concede di rallentare per dare loro modo di dialogare e riflettere sulla propria moralità e sulle proprie motivazioni, i risultati ottenuto sono di grande qualità e permettono di suscitare un alto grado di empatia da parte dello spettatore. L’anima della serie, infatti, sta proprio nei personaggi, sin da subito riconoscibili e con una propria spiccata personalità, individui che, chi più, chi meno, vivono un percorso di sviluppo interiore.
Personaggi con tanto da dire: da un’Alina più sicura di sé (forse troppo) e della scelta di seguire il proprio destino passando per l’Oscuro, un cattivo che certamente parte da archetipi narrativi tipici del canone ma che dimostra ancora una volta anche una grande tridimensionalità, ai fantastici Kaz, Inej e Jesper fino ai tanti nuovi volti che impariamo a conoscere. Il carismatico e spiritoso Nicolai, vera rivelazione della stagione, gli iconici gemelli mezzi Ravkiani mezzi Shu Tolya e Tamar, il sorprendente demolitore Wylan si confermano infatti ottime e preziose aggiunte all’interno di un gruppo già di per sé molto numeroso. Un elemento, però, che se da un lato permette di conferire alla storia nuovi spunti e tanta freschezza, d’altra parte porta altri personaggi a essere messi momentaneamente in disparte: in particolare, la storyline di Nina e di Matthias, rinchiuso ingiustamente nell’Anticamera dell’Inferno, risulta ancora troppo diluita e staccata dal resto per suscitare grande interesse, anche se siamo certi che costituirà parte fondamentale delle storyline a venire, come suggerito dalla serie stessa.
Alcuni dubbi circa la decisione di unire storie e personaggi tra loro tanto diversi sorgono però soprattutto nei confronti della seconda parte della stagione che, pur raccontando una storia appassionante e con parecchi colpi di scena, qualche volta ricade in soluzioni narrativamente meno solide e a tratti forzate per portare avanti la trama e per far sì che ogni personaggio possa avere un ruolo importante nella risoluzione finale. Soluzione dettata da necessità di sceneggiatura per non accantonare eccessivamente i Corvi, fan favourite del pubblico sin dalla stagione 1 (e molto probabilmente prossimi protagonisti di una loro personale serie spin-off, con tanto di script già pronti), ma che riserva comunque bei momenti di team-up ed epici scontri. Se già avevamo adorato l’azione della prima stagione, Tenebre e Ossa offre delle scene davvero al cardiopalma quando si parla di combattimenti e di adrenalina: le coreografie di combattimento, bene studiate e dirette e capaci di giocare bene con il rallenty sono davvero spettacolari e ci fanno capire come, dopo il successo ottenuto, la produzione abbia scelto di investire anche economicamente sul progetto.
Un grande spettacolo visivo quello di Tenebre e Ossa 2.
Ci basti pensare alle fantastiche e impattanti scenografie e ai costumi che permettono di rendere vivo il mondo in cui si muovono i personaggi e a caratterizzare benissimo le atmosfere di ogni città e ambientazione: dalle cupe e sordide vie del Barile di una gotica Ketterdam con le sue trame da heist, allo sfarzo dei palazzi in stile impero russo, passando per le vie di una città Shu. E come non citare gli effetti speciali e visivi che permeano la serie? Elementi di tutto rispetto e che ben si inseriscono (salvo ignorabilissime piccole cadute) nelle immagini della storia, permettendo allo spettatore di immergersi fino in fondo nel Grishaverse. Che dire poi del montaggio serrato e a tratti ispirato che caratterizza questa seconda stagione o della bellissima colonna sonora che accompagna i momenti più impattanti della storia?
Ma, al di là dell’azione e della magia, in Tenebre e Ossa 2, come tipico di questo genere di prodotti young adult, grande attenzione viene data alla componente amorosa, qui ancor più presente che nella prima stagione. Grande spazio è dato infatti al rapporto tra i due protagonisti Mal e Alina, vero fulcro dell’intera serie, una storia d’amore che riprende molti topoi del genere, come l’amicizia di lunga data che assume forti connotati romantici (che si oppone all’amore malato dell’Oscuro nei confronti della protagonista) e il tema della predestinazione. Ma la stagione si sofferma anche sulla tenera relazione tra il Durast/pistolero Jesper e il timido Wylan, rapporto molto dolce e leggero, ma che avremmo preferito sbocciare piano e senza fretta. Non tralasciamo poi l’evolversi del rapporto tra alti e bassi della meravigliosa Inej e del complesso Kaz, interpretato davvero in maniera impeccabile da Freddy Carter.
Detto questo, non possiamo che esprimere la nostra approvazione nei confronti di Tenebre e Ossa 2, una serie fantasy tra le più riuscite degli ultimi anni, ben confezionata e dal grande indice di intrattenimento capace di farci viaggiare in nuovi mondi e di catturarci con i suoi amabili personaggi. Insomma, una serie in grado di stupirci sempre e in cui i pregi superano ampiamente i difetti (che pur permangono), anche se siamo sicuri che, grazie a qualche ulteriore rimaneggiamento della sceneggiatura e un paio di puntate aggiuntive tramite le quali permettere alla storia di respirare meglio, la trama complessiva ne avrebbe beneficiato.
Anche se il primo nucleo principale della storia pare essersi concluso, è chiaro che la serie Netflix punti a proseguire a lungo: se da un lato l’annuncio dello spin-off sui Corvi pare quasi certo data la rivelazione finale circa la loro nuova missione (quella di evitare la diffusione di una pericolosissima droga), tanti sono i nuovi spunti da portare avanti. Cosa capiterà al neo-zar Nicolai, che si porta appresso una terribile e minacciosa ferita inflitta dai nichevo‘ya? Che avventure aspettano Mal e la sua ciurma, ora che il ragazzo ha assunto il ruolo del Corsaro Sturmhond? Quale sarà il prezzo che Alina dovrà pagare ora che ha usato il Merzost per riportare in vita Mal? Farà anche lei la fine dell’Oscuro? Matthias verrà finalmente liberato?
A noi non resta che aspettare news e annunci da parte di Netflix circa il rinnovo della serie, sperando di non ricevere brutti scherzi.