ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla 7×02 di The 100.
Il secondo episodio di The 100 ha voluto subito rispondere al mistero che ormai da più di una stagione attanaglia tutti i fan: cosa c’è oltre l’Anomalia?
“The Garden” è un episodio che, tramite continui flashback, permette di conoscere meglio Hope e ci fa scoprire che gli umani di Sanctum non sono gli unici sopravvissuti. Il titolo richiama palesemente il racconto biblico del Giardino dell’Eden, il paradiso terrestre donato da Dio all’uomo e successivamente negato.
In questa puntata di The 100, la storia ci viene raccontata tramite la messa in scena di due linee temporali diverse: la prima ricapitola l’arrivo di Octavia sul pianeta Skyring e la sua convivenza con Dyoza e Hope, mentre la seconda riguarda Hope, Gabriel, Echo e il loro arrivo in quello stesso luogo dopo centinaia di anni.
Siamo di fronte a un episodio più lento ed esplicativo, inserito per chiarire alcuni dubbi e introdurre nuove dinamiche che sicuramente acquisteranno il loro peso con il progredire della stagione.
Ma guardiamo attentamente cos’è successo in questo episodio.
L’arrivo di Octavia sul pianeta coincide col parto di Dyoza: nonostante sia entrata nell’Anomalia solo qualche secondo dopo di lei, l’assassina le comunica di essere stata sola per ben tre mesi. La nascita di Hope è un momento molto toccante: è da qui che si avvia un periodo di crescita e redenzione importantissimo per questi due personaggi.
Possiamo vedere infatti numerose similitudini nel rappotro tra Octavia e Dyoza con quello instauratosi tra Clarke e Gaia: due coppie di donne forti che intendono crescere una nuova generazione più consapevole, più abile, ma anche più buona e meno incline alla violenza. Hope, come Madi, viene cresciuta tramite i racconti dei 100 ragazzi sbarcati dall’Arca ormai centinaia di anni prima, acquisendo come una spugna molto del carattere della propria “madrina”.
Ma le similitudini struggenti e toccanti non sono finite qui.
Octavia si ritrova a ricoprire il ruolo che Bellamy, dalle prime stagioni di The 100, ha avuto nella sua crescita: la figura di riferimento, la cantastorie, la sorella pronta a tutto per salvaguardarla. Capisce molto delle difficoltà che ha dovuto affrontare il fratello e del senso di protezione che lo ha portato a compiere determinate scelte prima inammissibili.
È forse questo il motivo per cui Octavia cerca spasmodicamente di tornare da Bellamy, provando ad attraversare l’Anomalia per ben sei anni. Quando Gyoza le chiede perché voglia andare via da un luogo paradisiaco come quello in cui si trovano, la ragazza confessa tra le lacrime di sentire il bisogno di far sapere a suo fratello che ora comprende tutto quello che ha dovuto fare per lei, un perdono e una consapevolezza importantissime per il suo personaggio.
Questa voglia irrefrenabile di comunicare con Bellamy porterà Octavia a commettere un errore irrimediabile: scrivendo una lettera indirizzata al fratello e lanciandola nell’Anomalia, la ragazza comunicherà inconsapevolmente alle persone del pianeta Bardo la loro presenza su Skyfire. Quando questi arriveranno a prenderle, Dyoza e Octavia saranno costrette a seguirli, lasciando Hope da sola.
In quest’occasione il paragone con Bellamy raggiunge il suo apice: Octavia, costretta a nascondere Hope affinché non venga presa anche lei dagli abitanti di Bardo, ammonisce la ragazza e la nasconde in una stanza segreta costruita sotto la loro casa. In una scena che ricorda moltissimo la prima stagione e in particolare i flashback in cui Bellamy nasconde Octavia sotto le travi del pavimento sull’Arca, i due personaggi si dicono addio per un arco di tempo a noi ancora ignoto.
Questa storia si intreccia con l’arrivo di Echo, Gabriel e Hope su Skyring. La giovane recupera la propria memoria e informa gli altri due delle peculiarità di questo strano pianeta. Questo luogo viene utilizzato dai discepoli del pianeta Bardo come prigione, il tempo qui scorre molto più lentamente, permettendo così ai prigionieri di scontare una pena per loro di anni, ma che su Bardo viene percepita invece di pochi giorni.
Il bigliettino che Hope aveva trovato nella scorsa puntata (recensita qui) altro non era se non un codice che le avrebbe permesso di utilizzare l’Anomalia come portale per arrivare a Bardo. Scopriamo infatti che i discepoli avevano promesso alla ragazza la sopravvivenza e la liberazione della madre se in cambio avesse ucciso Octavia. Ecco perché, nello scorso finale di stagione, Hope l’ha accoltellata. Peccato che l’inchiostro sul biglietto bagnato si sia sciolto, rendendo il codice illeggibile.
Mentre queste rivelazioni si susseguono, i tre scoprono di non essere soli sull’isola: un prigioniero è infatti presente per scontare una pena di 5 anni. Hope propone di avvicinarlo e aspettare che il countdown sul suo braccio arrivi a zero per poter raggiungere il pianeta Bardo e recuperare sua madre, Dyoza e Bellamy, ma Echo è assolutamente contraria ad aspettare tutto quel tempo.
In questo scontro tra Echo e Hope, che ricorda molto il rapporto burrascoso tra la stessa Echo e Octavia, Gabriel riconosce in un cadavere presente su Skyfire, una sua vecchia conoscenza. Quest’uomo era a capo della missione dell’Eligius III lanciata centinaia di anni prima dalla Terra col fine di far sopravvivere l’umanità su un altro pianeta. Tramite la decodifica del chip impiantato nella sua memoria da Becca Franko – un piccolo cameo molto apprezzato-, Gabriel scopre che dopo essere precipitato su Skyfire quest’uomo era riuscito a far funzionare l‘Anomalia come portale individuando la combinazione giusta per raggiungere Bardo.
Da queste rivelazioni i nostri personaggi capiscono che i misteriosi discepoli del pianeta Bardo altro non sono se non i discendenti degli umani che centinaia di anni prima erano stati mandati, come i Prime, a cercare vita su pianeti lontani ma simili alla Terra.
Quando però Gabriel comunica alle ragazze che potrà recuperare questo codice e che non dovranno aspettare 5 anni per attuare il piano di Hope, il prigioniero che era scappato loro entra nella capanna e distrugge, per cieca obbedienza ai discepoli, lo schermo tramite cui stava avvenendo la decodifica del chip.
Come faranno ora i nostri amici a raggiungere Bardo?
Abbiamo ancora molto da scoprire su questo misterioso pianeta e sui destini di Octavia, Dyoza e Bellamy, ma ancora più pressante è capire come questa linea narrativa andrà a unirsi – o forse a collidere – con le vicende di Sanctum, dove Clarke ha avviato un processo delicatissimo di unione.
Non ci resta altro da fare se non aspettare pazientemente le prossime puntate – rassicurati anche dalla consapevolezza che la stagione è stata completata nonostante il Covid – e tifare per la sopravvivenza dei nostri personaggi preferiti.