ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla 7×05 di The 100
Dopo una stagione e quattro episodi di attesa, The 100 non poteva più tenerci col fiato sospeso riguardo l’universo che si celava al di là dell’Anomalia.
In una puntata estremamente coinvolgente e piena di azione veniamo finalmente a scoprire cosa sia successo su Bardo, ricollegando in una timeline sempre più intricata le esperienze di Octavia, Hope e del tanto atteso Bellamy!
In realtà la presenza di Bellamy è stata estremamente fugace e, ammettiamolo, un po’ insoddisfacente. Compare in una sola scena: dopo aver disarmato tutte le guardie nella speranza di fuggire con Octavia sparisce nell’Anomalia, lanciato chissà dove da una bomba fatta esplodere dal suo ostaggio. Nelle migliori delle ipotesi è su un altro pianeta, forse Sanctum. Nelle peggiori… sarebbe davvero questo il modo di congedare uno dei protagonisti di The 100? Uccidendolo senza permettergli di combattere, di rivedere Clarke?
Non avrebbe senso come addio per Bellamy, ma per sapere cosa sia successo dovremo aspettare e vedere dove rispunterà. E, soprattutto, quando.
Sì perchè in questo episodio scopriamo come su Bardo il tempo passi in maniera ancora diversa rispetto gli altri due pianeti. Se su Skyring i personaggi hanno passato anni interi tornando su Sanctum dopo pochi minuti, il terzo pianeta ha una timeline potremmo dire intermedia: dall’arrivo di Octavia all’inizio della scorsa stagione al presente sono passati appena 45 giorni.
In una serie di flashback scopriamo pezzi mancanti che l’Anomalia, come una grande sipario, ci aveva nascosto. Questa modalità di storytelling non è nuova per The 100 – in fondo le prime stagioni si basavano principalmente su vere e proprie contrapposizioni temporali -, ma nell’ultima puntata gli sceneggiatori l’hanno davvero portata a un altro livello.
Su Bardo Octavia viene collegata a una macchina in grado di rendere visibili i suoi numerosi ricordi: è così che conosciamo Leavitt, un nuovo personaggio che ha subito conquistato la nostra attenzione. Vederlo ripercorrere i passi salienti della serie dal punto di vista della ragazza ci ha fatto ricordare perchè è uno dei nostri personaggi preferiti: nonostante i numerosi errori, Octavia rimane una donna pura di cuore che ha cercato di sopravvivere e di combattere per ciò che ama.
Ecco perchè quando cerca di calmare Bellamy nel loro brevissimo incontro sacrifica i propri ricordi proponendo uno scambio: se avessero permesso al fratello di tornare su Sanctum, lei avrebbe dato pieno accesso alla sua mente consentendogli di apprendere tutto quello che volevano su Clarke.
Ancora non sappiamo cosa vogliano gli abitanti di Bardo dalla nostra amata Wanheda: durante tutta la puntata viene definita come la “chiave che permetterà di vincere l’ultima guerra“, ma non siamo ancora in grado di capire di cosa stiano parlando.
Bardo, da quel che abbiamo visto, è il giusto connubio di fantascienza e distopico: gli abitanti del pianeta non provengono dall’Eligius III come avevamo ipotizzato a inizio stagione, ma sono fuggiti tramite un monolite direttamente dalla Terra prima dell’apocalisse nucleare! Questa grande rivelazione conferma alcuni dubbi sulla loro effettiva provenienza, ma ne fa sorgere sicuramente altri: come sono riusciti a sopravvivere? Da dove provengono le tecnologie avanzatissime che utilizzano? Che fine hanno fatto i vecchi abitanti del pianeta?
Una serie di domande che non fanno che alimentare l’hype per quest’ultima stagione.
D’altro canto il piano a lungo organizzato da Hope, Gabriel ed Echo va subito a farsi benedire: quando la ex spia dell’Ice Nation apprende che Bellamy non è ancora sul pianeta – e che potrebbe essere addirittura morto – perde ogni tipo di razionalità e si vendica uccidendo un uomo innocente in maniera assolutamente gratuita. In questo modo vanifica anni di progetti e rende impossibile ora la ricerca di Dyoza e la fuga verso Sanctum.
Il trio si sta sgretolando molto in fretta: Echo senza Bellamy non ha più nulla ed è divenuta ancora più pericolosa. Già nella scorsa puntata (recensita in questo articolo) sembrava aver abbandonato l’evoluzione avuta nelle scorse stagioni, ma ora potrebbe concretamente trasformarsi in una minaccia? Le probabilità sono molto alte per un personaggio ambiguo come il suo.
E, possiamo chiederci, cosa sarà disposta a sacrificare Hope per liberare sua madre? L’unica in grado di placare gli animi e mediare sarà Octavia: ha ormai acquisito la fiducia di Leavitt e, nonostante sia stata torturata, è abbastanza lucida da prendere il comando e ristabilire dell’ordine. La priorità assoluta ora per questi personaggi è trovare Dyoza e scappare quanto più velocemente possibile dal pianeta.
In tutto ciò la trama di Sanctum è completamente allo sbando: senza Clarke, Indra deve assumersi tutte le responsabilità mantenendo una parvenza di controllo. In un tentativo disperato per ottenere la libertà di Russell, i suoi discepoli hanno promesso di darsi fuoco uno ad uno. Questo gesto estremo sembra all’inizio frenato dall’intervento di Murphy che, fingendosi ancora un Prime, tenta di dissuaderli, ma la sfortuna porta i discepoli a dubitare.
È solo con l’intervento diretto di Russell che la situazione si risolve: in un discorso furente obbliga a terminare immediatamente questi gesti esplicitando come loro siano l’unica cosa che lo mantiene ancora in vita. Senza una comunità disposta a ribellarsi per lui, la sua condanna a morte verrà di certo portata a termine. In questo schietto modo di agire, Indra capisce che è Sheidheda a parlare. Finalmente qualcuno ha capito, individuando questo segreto che noi spettatori sappiamo dalla prima puntata! C’è voluto anche troppo.
In generale questa parte della puntata è sembrata più piatta e insignificante: sarà perchè i personaggi più importanti sono assenti o forse perchè l’instabilità politica ha un po’ stufato, ma rispetto alle implicazioni distopiche che stanno prendendo le altre timeline di The 100, Sanctum risulta un po’ blanda, l’ennesima lotta per il potere e, soprattutto, il mantenimento di una pace precaria.
Cambieranno le cose una volta riuniti tutti i personaggi? Possiamo solo sperare di sì.
Ora che stiamo entrando nel vivo dell’ultima stagione, The 100 vuole ricordarci che, prima di tutto, questa è una serie fantascientifica: ben vengano quindi i salti temporali, i viaggi nel futuro, le tecnologie incredibili e le fittizie religioni nate per controllare intere comunità. Le innovazioni non mancano, ma riuscirà la serie a mantenere questo livello anche nelle prossime puntate? Lo scopriremo solo col tempo.