**ATTENZIONE, seguono SPOILER sul finale della terza stagione di The Boys, la serie di Prime Video**
The Boys è geniale perché se ne frega delle previsioni e dei plot a cui siamo stati abituati dai colossal e dalla narrativa supereroistica. Eric Kripke ci aveva già messo in guardia: non aspettatevi degli scontri infiniti, teatrali, in cui i Super e gli umani danno sfoggio dei loro poteri e delle loro virtù in una danza – ormai prevedibile – dove alla fine vince il bene. Il finale della terza stagione è deludente, se lo si vede da questa angolazione. Pare che non sia successo nulla. Che sia tornato tutto al punto di partenza. Ma, in fondo, non è così che stanno le cose nella realtà? La convinzione radicata che la vita sia un’evoluzione continua verso la forma migliore di noi stessi non è forse un’illusione? L’ultima puntata, rilasciata su Prime Video l’8 luglio 2022, dimostra l’assurdità di questa nostra certezza. In queste ultime settimane, sul web, sono circolate teorie di ogni tipo riguardo il tanto atteso scontro finale. Ma The Boys, più dei fumetti, non è mai stata una storia di supereroi. Li utilizza piuttosto come un cavallo di Troia luccicante per assediarci e poi sfinirci a colpi di satira. Il finale dunque è in linea con la visione di Eric Kripke che ha promesso di offrire una nuova prospettiva della categoria e ha mantenuto a pieno la promessa. Il finale della puntata è un richiamo, per niente velato, all’Assalto al Campidoglio degli Stati Uniti d’America del 2021 con tanto di parodia a Jake Angeli. Invece di finire con la sconfitta di Homelander o con lo scontro “apocalittico” tra il Super e Butcher, abbiamo trovato un bambino, da sempre un simbolo di speranza e di futuro, a salutarci con uno sguardo inquietante e un sorrisetto sardonico, esattamente come quello di suo padre. Ryan è passato al lato oscuro. Darth Vader ha convinto Luke. A proposito, il giovanissimo Cameron Crovetti si dimostra un perfetto successore di Antony Starr.
Un finale “complicato”, come promettevano, in cui a brillare sono i parallelismi con l’attualità in cui un hashtag è l’arma più potente. L’ultima puntata di questa grandiosa stagione sfoggia tutta la vena squisitamente nichilista della serie. Ci aspettavamo uno scontro leggendario tra Super? Invece ci è stata data la conferma che nella realtà le cose non vanno mai come al cinema. Il bene non trionfa sul male. Non arriverà qualcuno a rimettere tutto a posto. Non andrà tutto bene. Qualcuno sarà rimasto deluso dalla conclusione. Bene, il punto di forza della serie è sempre stato quello di eludere ogni aspettativa. Capovolgere ogni certezza, colpirci con plot twist inaspettati e sgretolare il nostro incessante e puerile bisogno di eroi. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, diceva qualcuno. Invece la debolezza, la paura e l’insicurezza umane unite all’ambizione generano i mostri.
The Instant White-Hot Wild (03×08)
Chiude la terza, sontuosa, stagione L’istante rovente, l’ottavo episodio scritto da Logan Ritchey e David Reed e diretto da Sarah Boyd. Un episodio che nell’economia complessiva della serie risulta oggettivamente sottotono. L’attesissimo scontro finale non è andato secondo i piani. Come al solito, si è rivelato una lotta infantile scoordinata, dove ognuno le prende e le dà indistintamente. L’ennesimo dito medio ai colossal in stile Marvel e DC, che del resto hanno anche messo alla porta la creatura di Garth Ennis e Darick Robertson. Butcher si è rivoltato contro Soldier Boy che è ritornato in quella c**o di scatola. Queen Maeve si è sacrificata per tutti. Non è mica morta da eroina: ha fatto un salto per poi venire raccolta in un cassonetto dell’immondizia. Finalmente però è tornata a essere Maggie Shaw.
Homelander ha dimostrato di essere il solito codardo che si nasconde dietro un ragazzino di dieci anni. Ma ora può volare allo scoperto supportato da altri psicopatici che lo acclamano come il loro eroe, come Todd. Se prima le persone amavano Patriota per quello che sembrava, ora lo amano per quello che è realmente. Una satira feroce sulla popolarità di molti VIP e politici che si comportano apertamente in modi non accettabili, ciononostante sono venerati dai propri sostenitori. Si è servito di The Deep come sicario per eliminare il candidato alla vice presidenza e ha lasciato campo libero alla sua nuova alleata, Victoria Neuman. Un’alleanza esplosiva di cui non avevamo proprio bisogno. Poveri noi che pensavamo di vedere Homelander spappolato a terra dai Boys. Black Noir ha fatto la fine del sorcio, vittima della debolezza e dei dissidi interiori di Patriota. Che sì, come sospettavamo (qui la recensione del penultimo episodio) si è messo a correre dal paparino. Una scena raccapricciante, infima e devastante, ma in perfetto stile The Boys. Davvero ci aspettavamo di assistere a uno schieramento “canonico”, in cui padre e figlio lottano contro la cricca di Billy? Insomma, nulla è andato come ci aspettavamo. Ed è per questo che l’ultimo episodio è stato fantastico. Invece di un trionfo esplosivo, coordinato ed emozionante, ci è toccata una scazzottata tra bambini capricciosi.
Non sei l’eroe. Ma l’ennesimo s****o razzista di cui non riusciamo a liberarci.
The Boys, 03×08
Non ciò che vorremmo, ma ciò che è.
Il season finale di The Boys non ci ha dato ciò che desideravamo ardentemente. Ci ha servito invece uno spaccato indigesto di attualità. La dimostrazione che questa supera perfino la finzione. Il finale di The Boys si è trasformato in un horror: l’ultima scena è spaventosa perché somiglia ai recenti accadimenti socio-politici. L’epico scontro tra Super è passato in secondo piano perché la forza bruta non è mai la soluzione. È curioso che sia questa la lezione più importante che ci lascia uno degli show mainstream più sanguinosi, violenti e splatter degli ultimi tempi. È per questo che non ci è stata regalata una lotta all’ultimo sangue tra Super, ma un leggero assaggio, un po’ misero, in cui ognuno fa quel che può.
Lo scudo di Soldier Boy è stato frantumato come un biscotto della fortuna, in barba ai vari martelli, scudi, archi e spade nella roccia. Starlight, dopo essersi illuminata come una torcia, è caduta a terra come una pera cotta. Soldatino è stato sedato come un bambino che non vuole prendere le medicine e si dimena. Homelander ha subito l’unico smacco che avrebbe potuto distruggerlo, il rifiuto e l’umiliazione paterni, ma ne è uscito più forte e più fuori controllo di prima. Nessun vincitore, nessun perdente, nessun atto eroico o battaglia grandiosa. Il finale è un sontuoso e imponente niente di fatto. L’ennesimo dito medio al nostro bisogno di eroi. Eppure, in mezzo al declino e al trionfo di Homelander, c’è del buono. In fondo, in fondo.
Hughie ha capito!
Il lieto fine di cui avevamo veramente bisogno è la redenzione di Hughie Campbell, il quale ha finalmente sotterrato il barattolo di guerra e ha permesso a Starlight di brillare, rinunciando così a fare il maschio alfa della situazione. Ha capito che la vera forza non è la potenza di calci e pungi. Non è la capacità di far saltare in aria cose e persone. Il vero coraggio è quello di ingoiare pizza roll, se questo può aiutare le persone a cui vogliamo bene. Ha smesso di fare il c****e e ha incendiato il suo orgoglio. Anche Billy Butcher alla fine ha fatto la cosa giusta, sebbene ormai avessimo perso ogni speranza. Annie January ha capito che non le serve un costume per brillare e che per farlo serve collaborazione, affetto e persone fidate che ci permettono di tirar fuori il meglio di noi.
Volevamo sangue e violenza, invece la puntata conclusiva della terza stagione è stata più commuovente di quanto volessimo. E nemmeno Billy può impedirci di buttare giù due lacrimucce. Franchie si è alzato in piedi e ha lasciato uscire il piccolo sindacalista che è in lui mentre Kimiko è tornata a sgozzare teste, questa volta con gioia. Un’altra redenzione sincera, a onore del vero, è stata quella di Ashley Barrett. Rimasta calva dallo stress e umiliata per l’ennesima volta da Patriota, cancella il video che mostra Maeve viva. In fondo, in fondo c’è sempre del buono. In questa terza stagione Sir William Shakespeare ha incontrato Star Wars e hanno dato alla luce un figlio disfunzionale che dovrebbe fare l’abbonamento a una seduta perenne di psicanalisi.
No, l’episodio finale di The Boys non ha visto lo scontro tra Super che sognavamo.
Non siamo in un colossal della Marvel. In compenso ha sbattuto in piazza tutti i cortocircuiti che inquinano la nostra società. L’egoismo, il bisogno di eroi e l’egocentrismo incondizionato. Il finale segna il trionfo di Homelander & Son, due bombe a orologeria svitate e alimentate a “daddy issues”, e di una Super schizza-teste che si appresta a sedersi al fianco del Presidente. Il finale ha spinto l’acceleratore sul pedale della satira politica, ponendo le basi per una quarta stagione che si prospetta ancora più esplicita, cincia e arrabbiata. Forse non era la deriva che molti si aspettavano, ma questo, signore e signori, è ciò che è, che ci piaccia o no. Eppure di risposte ne abbiamo avute. Tutti i personaggi violenti e disfunzionali, alla fine, hanno avuto dei problemi con le figure paterne, da Billy a Soldier Boy, da Homelander a Ryan. Tutti tranne Hughie che si rende conto di aver scambiato la costanza e l’amore di suo padre per “codardia” e mancanza di virilità. Abbiamo avuto, in parte, una risposa alla domanda “Chi è peggio, Soldier Boy o Homelander”? Un dilemma reale che si prende gioco del “votare il meno peggio”. Eppure, obiettivamente, non c’è mai una risposta a domande simili: MM ce l’ha con il primo mentre Butcher ce l’ha con il secondo per le stesse ragioni personali. Intanto il primo è chiuso in una scatola mentre il secondo si prepara a conquistare gli USA.
In cambio, abbiamo avuto qualcosa di meglio di uno scontro. I Sette sono rimasti in due. The Deep è rimasto con un polpo in mano. Maeve e Starlight sono libere dal loro aguzzino. ML ha trovato la quadra con Janine. Frenchie e Kimiko sono in armonia con loro stessi e hanno imparato a prendere le distanze dal passato. I Boys sono tornati insieme, più numerosi di prima e Hughie ha smesso di fare il c****e alfa. A Billy, forse, restano pochi mesi di vita, il suo figlioccio è passato al lato oscuro mentre Homelander si conferma uno dei migliori villain della serialità.
Invece dello scontro abbiamo avuto un bell’episodio emotivo che prepara il nuovo capitolo. E noi non vediamo l’ora che arrivi la quarta, forse ultima, stagione. #anemmy4antonystarr