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The Boys 4×04 – La recensione: la disumanità dell’Oltreuomo

The Boys 4
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The Boys 4 continua con un episodio ancora interlocutorio (ma se intanto volete divertirvi qui ci sono Le Pagelle delle prime tre puntate) in attesa di svolte più significative ma già vediamo poste le basi per l’epifania di quell’Oltreuomo incarnato da Patriota.

Un ascensore che scende. Tensione. Le porte che si aprono. Patriota. Giù in quello scantinato, giù alle origini della sua infanzia. Giù, nel suo inconscio.

Lo avevamo preannunciato nella prima recensione, c’è un solo modo per Patriota per diventare libero. Un solo modo per trascendere l’uomo, per assurgere a dio in terra, perfetto Oltreuomo in grado di distruggere le debolezze umane. Cos’è che rende fragile, basso, insignificante l’uomo?, si chiede John. Cos’è che lo rende schiavo?

Patriota in The Boys 4 ce l’ha dipinta in volto questa risposta mentre le porte dell’ascensore, le porte dell’inferno si aprono lentamente.

Quel consenso che ha cercato per tutta la sua vita, quel bisogno d’amore che lo porta a regredire, fragile bambino al seno materno: ecco la debolezza. In queste stagioni di The Boys abbiamo assistito gradualmente ma incessantemente alla progressiva trasformazione di Patriota. Il suo bisogno di maternità è stato in parte sopraffatto con la rituale uccisione della Stillwell, quel surrogato di madre che fino a quel momento lo controllava come una marionetta. Alla sua morte e a quella di Doppelganger che aveva provato a fungere da surrogato del surrogato erano seguite le parole di spregio di Patriota convinto che non avesse “bisogno di nessuno“.

The Boys 4
The Boys 4, Patriota esce dall’ascensore

In The Boys 4 ecco poi il passaggio successivo: la presa di consapevolezza di non avere necessità, anzi di non volere il consenso degli uomini. Li vede, ora, per quello che sono: animali che “non hanno idea di cosa vogliono“, che lo esaltano sia che uccida sia che si faccia salvatore. Il disprezzo crescente nei confronti dei suoi servili seguaci è il nuovo chiodo tolto dalla catena che lo vede imprigionato. Un amore in meno da desiderare. Cosa manca ancora?

Con un viaggio che è soprattutto interiore Patriota affonda materialmente nel suo inconscio. La telecamera apre significativamente questa 4×04 di The Boys con l’ascensore che scende. È la discesa agli inferi dell’eroe, il viaggio che ogni grande figura del mito ha compiuto, da Odisseo a Enea, fino a Renzo nel bosco al confine col bergamasco. Un viaggio rituale indispensabile perché l’eroe ritrovi forza e convinzione, certezza nel proseguire il suo cammino iniziatico e di formazione.

Soltanto guardando dentro di sé e facendo riemergere informazioni sepolte nel proprio Io il protagonista di ogni avventura può superare il blocco e rinnovarsi nel viaggio.

Così fa Odisseo, rigenerato dalle rivelazioni di Tiresia, così Enea col padre defunto Anchise, così pure Renzo che nel bosco pauroso richiama “al cuore gli antichi spiriti” e si rinfranca. Patriota scende nel suo inferno personale, nel luogo fisico e immateriale dei suoi traumi. Là dove era cresciuto, là dove era stato oggetto di orribili esperimenti, di segregazione, di disumanità. Lo fa perché è l’unico modo per superare il trauma, per liberarsi di un altro chiodo nella catena della sua umanità ferita. Per ottenere la rivelazione che come Odisseo, Enea, Renzo, anche lui tanto attende.

The Boys 4
The Boys 4, Barbara e Patriota

E la rivelazione prontamente arriva. Arriva per bocca di Barbara, la direttrice della Crime Analytics alla Vought. “Non abbiamo mai avuto un potere fisico su di te, saresti potuto scappare quando volevi. Non avremmo potuto fermarti ma non l’hai fatto perché non sopportavi l’idea che in questo modo avresti potuto deluderci. Il tuo bisogno di approvazione e di amore? La Vought chiamò i migliori psicologi del mondo. Svilupparono il protocollo per costruire accuratamente quel bisogno in modo che tu fossi ubbidiente. Per molti versi fu il nostro più grande successo“.

Ora Patriota in The Boys 4 lo sa ed è pronto a liberarsi di questo costrutto posticcio che lo ha reso schiavo.

Il tuo bisogno d’amore è così profondo, così umano che non riuscirai mai a liberartene“, prova ad arginarlo, Barbara. “È qui che ti sbagli”, replica ormai sicuro Patriota: “Io non sono umano e non lo è neanche mio figlio e saprò crescerlo in modo che lo sappia“.

La strage di Homelander nel segno di un contrappasso dantesco ci riporta ancora all’immagine dell’Inferno, quel luogo spirituale della Commedia in cui Dante non deve provare compassione perché ognuno, nella sua orribile pena, patisce ciò che ha meritato. Patriota (quasi) come Dante non ha pietà per queste anime, si fa semplice diavolo che commina una pena adeguata alle colpe di ognuno. Si fa disumano e così facendo si libera dell’uomo. Si libera del senso di pietà, di compassione, di perdono.

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The Boys 4, Sister Sage e Firecracker

Ancora un chiodo in meno, ancora un anello della catena che viene tirato via e rende Patriota più vicino alla libertà totale. Non è ancora finita, però. Perché se Patriota si è divincolato da una madre (attenzione però al nuovo surrogato rappresentato dal seno di Firecracker), dagli uomini e dall’amore per loro, c’è ancora un anello che gli impedisce di trascendere l’umanità. Quell’anello è suo figlio, figura verso cui in The Boys 4 concentra tutto il suo bisogno di affetto, di amore e di comprensione.

Sarà allora, inevitabilmente, la separazione da Ryan a sancire l’ultimo imprescindibile sacrificio in nome della libertà dell’Oltreuomo, in nome della trasfigurazione in dio del mondo.

E sì che già iniziamo a vedere incrinarsi il loro rapporto, con un Ryan troppo umano e compassionevole (anche e soprattutto con Butcher, nello scorso episodio di The Boys 4). Questo è l’ultimo sacrificio richiesto a Patriota. Come ad Abramo da parte di Dio: il sacrificio del suo unico figlio. Solo a quel punto Homelander, libero dai legacci di una debole ma amorevole umanità potrà farsi disumano Oltreuomo, dio del mondo intero.

Di un mondo che intanto continua a polarizzarsi nella stupidità generale, nella manipolazione delle informazioni che è forse il tratto dominante di quest’epoca in cui viviamo, nelle guerre culturali. Le parole di Sister Sage in The Boys 4 inquadrano perfettamente le tecniche di alterazione della realtà. “L’algoritmo trova gli utenti più ricettivi e spara gli articoli in cima ai loro feed finché cento milioni di persone non saranno furibonde con Starlight per motivi che non sanno spiegare“.

The Boys 4
The Boys 4, il contrappasso di Barbara

Sono i bot finanziati da intere nazioni che vediamo veicolare informazioni distorte e posizioni di parte sui numerosi social e che rendono le persone “furibonde per motivi che non sanno spiegare“. Così la relazione pederasta di Firecracker con un quindicenne del campo biblico diventa occasione per fare ammenda dei propri peccati e motivo di onestà e conversione. Al contrario l’aborto di Starlight un gesto abominevole, un omicidio perpetrato da “Starlight: sono nove lettere, o forse è un sei, un sei capovolto… Annie January: dodici lettere, sono altri due sei. Sei, sei, sei: di quante altre prove avete bisogno?“.

Il complottismo ha la meglio, Annie perde il controllo e il piano di Sister Sage va in porto.

È tutto qui il magnifico e insieme terrorizzante ritratto dell’oggi di The Boys 4. Un continuo oscillare tra complottisti manipolati, governi e politici manipolatori e potentati che sempre più vendendo ogni briciolo di umanità assurgono a farsi dèi del nostro mondo, Oltreuomini bramosi di un potere assoluto, di un potere divino.

Emanuele Di Eugenio