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The Boys – La recensione in anteprima dei primi sei episodi della quarta stagione

The Boys
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The Boys 4 sta per essere rilasciata su Amazon Prime Video (appuntamento a giovedì 13 giugno) ma noi di Hall of Series abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima i primi sei episodi della nuova stagione. Ecco le nostre impressioni (naturalmente spoiler free, quindi non troverete spoiler in questa recensione) sull’attesissima season 4.

The Boys è pronta a tornare, a ritessere le fila riprendendo da dove aveva interrotto, da quel magnifico e disturbante sorriso di Patriota che si sente finalmente libero di apparire onnipotente e disporre apertamente della vita di tutti. La straordinaria critica sociale di The Boys, l’analisi acuta delle discrasie che caratterizzano la nostra società con i suoi populismi, complottismi e polarizzazioni di fazioni non abbandonerà, naturalmente, neanche la quarta stagione. Tutt’altro.

The Boys
The Boys, gli scontri tra fazioni

Molto più che le singole relazioni e i conflitti interiori dei personaggi (su tutti quelli di Butcher e Frenchy) è proprio l’analisi sociale, ancora una volta, la forza assoluta della quarta stagione. Con un sapiente alternarsi di esasperazioni tragicomiche e realismo da brividi The Boys ci regala una prima parte di stagione che scorre come un’opera unica, senza interruzioni. Patriota, ancora grande protagonista, e gli Stati Uniti in balia dei Super diventano sempre più il manifesto satirico di una distopia tanto, troppo vicina alla nostra realtà.

The Boys 4 traccia la via, ci mostra il futuro che ci attende.

Lo fa con il solito gusto iperbolico e caustico, pericolosamente simile a quello che la storia ci ha già messo di fronte. Assistere alla prima parte della quarta stagione di The Boys significa rivivere le lotte di fazione già dominanti nelle guerre civili romane, nello scontro tra Clodio e Milone, bracci armati di Cesare e degli optimates. Tra strategie della tensione, scontri violenti, attacchi politici e propagandistici agli avversari ci troviamo di fronte a un magnifico mosaico in cui ogni tessera collima alla perfezione e restituisce un’immagine tremenda della realtà.

The Boys
Jeffrey Dean Morgan, personaggio ricorrente nei primi sei episodi di The Boys 4

In secondo piano, almeno per ora, appaiono le relazioni umane con un consapevole movimento centrifugo che allontana ogni personaggio dagli altri. È una corsa disordinata, solitaria, contraddittoria nella quale nessun protagonista può dirsi realmente vicino a qualcun altro. C’è uno sfaldamento costante di fazioni, un rivolgimento continuo di posizioni, tradimenti e ripensamenti che restituiscono in maniera superba il caos che regna in questa rinnovata crisi da repubblica romana. Populares contro optimates, progressisti contro conservatori. Ma ora come allora sulle scricchiolanti fondamenta della repubblica federale americana quello che conta più di tutto sono gli interessi personali.

È una lotta di potere prima ancora che ideologica.

Dietro le posizioni politiche si nasconde in realtà nient’altro che l’astuta propaganda di chi sfrutta il consenso delle masse per il proprio tornaconto. Non è solo l’obiettivo di Patriota ma in generale di tutti e tre i contendenti che, per ora ancora lontani da un possibile triumvirato, vediamo alternarsi sulla scena. E inevitabilmente come tra Cesare, Crasso e Pompeo ne dovrà rimanere solo uno. Quell’unico in grado di imporsi sugli altri e appropriarsi del potere svuotando le cariche repubblicane di significato.

Patriota
Patriota in una scena significativa di The Boys 4

Se un difetto vogliamo trovare in questa prima parte di stagione di The Boys 4 e in generale nell’intera serie è la visione ancora troppo faziosa e polarizzata. I progressisti ci appaiono immancabilmente come i buoni, oggetto di attacchi personali vergognosi, violenze fisiche, propagande anti-gender e complottismo antisionista. Ormai abbandonato l’estremismo di Stormfront rimane comunque una destra instupidita da quelle teorie del complotto di cui si farà straordinario e grottesco portavoce uno dei nuovi protagonisti di questa stagione. Manca però l’altro lato della medaglia, gli estremismi progressisti, il doppiopesismo di sinistra, l’ipocrita visione altrettanto propagandistica di certo attivismo left-wing americano.

Anche se forse The Boys si sta preparando anche a questo.

In fondo già con la Neuman abbiamo visto smascherato un grande leader del progressismo, rivelatosi nel suo vero, tremendo volto. La donna, che inizialmente ci pareva destinata a occupare il posto di antagonista per appena una stagione, sembra trovare rinnovata centralità in The Boys 4 con un costante alternarsi di equilibri, posizionamenti politici e alleanze.

Tra le novità occhi puntati sul nuovo personaggio interpretato da Jeffrey Dean Morgan che ci regala un’interpretazione carismatica, senza fronzoli in perfetta alchimia con Butcher. Ma centrali saranno anche Susan Heyward, la nuova Sister Sage di The Boys 4 e Valorie Curry nei panni di Firecracker, il volto complottista di questa nuova stagione.

E per chi si è innamorato di The Boys anche per quel suo caratteristico gusto splatter non c’è da preoccuparsi: sarà una stagione esplosiva, ricca di viscere all’aria, sadismo e perversioni. Tutto pronto, insomma, per il ritorno di Butcher & Co. e per una lotta civile che si fa sempre più tesa, grottesca e maledettamente avvincente.

Emanuele Di Eugenio