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The Flight Attendant – Recensione del finale di stagione del thriller HBO con Kaley Cuoco

the flight attendant
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*Attenzione, l’articolo contiene spoiler della prima stagione e del season finale di The Flight Attendant – L’assistente di volo.*

Il 22 luglio sono andate in onda in Italia le due puntate conclusive della prima stagione di The Flight Attendant – L’assistente di volo, l’attesa miniserie HBO disponibile su Sky e Now. Come avevamo preannunciato, il dramedy prodotto e interpretato da Kaley Cuoco, l’amatissima protagonista di The Big Bang Theory, è stato già rinnovato per un secondo capitolo. Se ancora non avete visto la prima stagione e non sapete se recuperarla o meno, abbandonate la lettura di questo articolo e passate a quest’altro dove vi spieghiamo senza fare spoiler perché dovreste dare un’occasione a questo thriller dalla verve comica. Avevamo già accennato quanto il progetto significasse tanto per la sua protagonista, la quale si è sentita intrappolata dalla dolce e svampita Penny fin troppo a lungo. Fortunatamente, L’assistente di volo è stata accolta con successo è ha regalato all’attrice californiana la sua prima nomination importante al fianco delle protagoniste di Shrill, Mom, Black-ish e Hacks. Le nomination alla 73esima edizione degli Emmy Awards hanno portato ben nove sorprese alla miniserie che, oltre alla candidatura come Miglior attrice protagonista in una serie commedia, ha ottenuto anche quella come Miglior serie comica e un’altra per l’attrice Rosie Perez (la quale interpreta l’hostess Megan Briscoe) come Miglior attrice non protagonista in una serie commedia. Quindi non ci resta che tirare le somme per capire se il season finale di questo divertente thriller dalle sfumature ironiche e surreali ha soddisfatto le nostre aspettative.

Stile e divertimento esuberante, ma dai toni cupi

The flight attendant

Il genere mistery e la televisione sono da sempre intrecciati in un’unione perfetta e quando i due decidono di adottare un figlioletto chiamato comedy, noi spettatori non possiamo che leccarci i baffi. Che vi sia piaciuta o meno, che abbiate apprezzato o no l’interpretazione esuberante della sua protagonista, non ci sono dubbi che la prima stagione di The Flight Attendant ci ha intrattenuti grazie alla mescolanza di generi tra loro apparentemente poco compatibili che vanno dal thriller misterioso alla dark comedy, passando per il fantasy fino alla commedia romantica e un po’ smielata, dove il lui della situazione è un cadavere parlante. Come spettatori però siamo più interessati a sbrogliare altre matasse piuttosto che a capire cosa è successo quella notte a Bangkok e chi ha ucciso Alex Sokolov (Michiel Huisman). Quello che ci interessa è piuttosto come farà Cassie Bowden, la protagonista, a uscire dal gran casino che lei stessa ha creato. La serie non lascia dubbi a riguardo: noi siamo il frutto delle decisioni che prendiamo, e Cassie nella sua vita sembra aver preso una pessima decisione dietro l’altra. Il motivo del suo comportamento autodistruttivo? È proprio questo il mistero di The Flight Attendant che viene arricchita così da un risvolto psicologico stuzzicante.

Cassie Bowden: una di noi

Cassie Bowden

Il punto di forza della serie risiede proprio nella sua improbabilità che finisce per restituirci una vicenda molto più realistica di quanto sembra. Dopo un inizio scoppiettante in cui un’assistente di volo mostra il trucco da non imitare per conciliare il jetleg con il fare baldoria – una sequenza di interminabili bevute che ubriaca il nostro fegato desideroso di una tisana detox – e dopo essersi risvegliata al fianco di un cadavere, Cassie compie un errore dopo l’altro, come se non avesse mai visto un film thriller in vita sua. E come avrebbe potuto considerando il ritmo frenetico con cui alterna la vodka ai check-in?! Appena rinviene il cadavere, la ragazza inizia a toccare l’intera scena del crimine (arma del delitto compresa!) cospargendo il suo DNA su ogni superfice. La scelta di non chiamare la polizia, trovandosi a Bangkok, si rivela la più sensata, ma quella di iniziare a indagare una volta tornata negli USA si rivela la cosa più insulsa fatta da un personaggio seriale, ancora più insulsa di tutte le cose insulse fatte da Arturito ne La Casa de Papel. Ma come dicevamo, la forza della miniserie risiede proprio nel carattere improbabile e stupido di queste scelte poiché non importa quanti thriller abbiamo visto, non importa che con tutte le serie tv mistery macinate negli anni siamo diventati degli esperti criminologi: una persona comune che si risveglia accanto a un cadavere raramente compirà delle scelte sensate e con ottime probabilità andrà nel panico. Per questo Cassie ci ha conquistato, perché è una di noi. Tutto quello che fa è sbagliato e più sbaglia, più le circostanze diventano surreali, più le sue scelte sono stupide (come quella di andare al funerale della vittima) tanto più ci appare umana.

Il trauma psicologico attraverso la frammentazione dello spazio

Cassie Bowden

Sara K White, production designer della miniserie, ha rilasciato a IndieWire un’intervista molto interessante dove racconta come ha esplorato il trauma psicologico di Cassie attraverso la frammentazione dello spazio. La storia è ambientata prevalentemente nella testa della protagonista, la quale oltre a rivivere di continuo il trauma del risveglio vicino al corpo di Alex, rivive il trauma infantile che l’ha portata a diventare un’adulta disfunzionale con un serio problema di alcolismo; un problema che finalmente ammetterà di avere alla fine dell’ultima puntata. L’assassinio di Alex funge quindi da innesco per affrontare un evento drammatico del passato che aveva rimosso per il senso di colpa. Non serve uno psicologo per capire che l’assistente di volo ha subito un trauma, ma il modo in cui è stato raccontato è originale e accattivante. Gli episodi ci trascinano nella stessa spirale di ricordi e dubbi in cui viene risucchiata la protagonista e che la designer Sara K White rappresenta visivamente alla perfezione, bilanciando i seri problemi di dolore e il trauma interiorizzato con il tono dark ma decisamente comico dello show. Il merito va indubbiamente ai trucchetti brevettati dal maestro indiscusso della suspense, Alfred Hitchcock, omaggiato continuamente nel corso dell’intera stagione. La designer ha lavorato, proprio come faceva il regista, utilizzando gli interni per drammatizzare la vita interiore della protagonista, creando degli spazi in cui è facile osservare ed essere osservati. Grazie agli espedienti scenografici e a quelli registici utilizzati per rendere il dramma di Cassie, la miniserie si trasforma così in un ottimo esempio di commedia claustrofobica dove l’ansia fa da padrona.

È stato soddisfacente come designer essere in grado di lavorare con simmetrie spezzate, giochi di riflessi e rifrazioni.

Sara K White

Quindi, cosa è successo quella notte a Bangkok?

 The Flight Attendant

Alex Sokolov è stato ucciso da un sicario con un nome curioso, Buckley Ware (Colin Woodell), inviato da Victor (Ritchie Coster) per ragioni di soldi; le coordinate per accedere ai conti bancari sono rimaste per tutto il tempo nella borsa di Cassie, impresse nero su bianco sulle pagine di Dostoevskij. Buckley è uno psicopatico con una passione smodata per i gatti che mentre era occupato a tagliare la gola della vittima, ha trovato la sua anima gemella addormentata sul divano di un hotel, appunto la nostra hostess. Così inizia a pedinarla e la seduce assecondando le sue sbronze e incoraggiandola a rubare una giostrina. La donna da cui Cassie fuggiva, la spietata Miranda, si rivela essere un’alleata, la quale è ovviamente interessata ai soldi, ma all’ultimo sfodera un lato umano insospettabile. Cassie, mossa dalla sua sincerità, acconsente al pericoloso piano di Miranda e si offre come esca per attirare Buckley nella sua stanza di hotel a Roma ed eliminarlo. Il povero italiano, Enzo, si becca una coltellata in pancia. Annie Mouradian (Zosia Mamet) perde il lavoro, ma trova l’amore e si riappacifica con la sua amica. Shane Evans (Griffin Matthews), amico e collega di volo di Cassie, è in realtà una risorsa della CIA che arriva al momento giusto per salvare la protagonista dallo psicopatico. La sorpresa più grande è stata scoprire che la marachella di Megan – cioè aver istallato un malware nel computer di suo marito per conto dei coreani – è un affare più serio di quanto pensava. The Flight Attendant ci dimostra quanto le stupidaggini si fanno per noia e che nessuno è mai consapevole delle proprie scelte. La collega di Cassie, infatti, spinta dalla noia, sentendosi invisibile, invece di seguire un corso di teatro, senza saperlo acconsente a passare alla Corea del Nord delle informazioni governative segrete, mettendo se stessa e la sua famiglia in pericolo.

Kaley Cuoco

Il finale di stagione di The Flight Attendant potrebbe essere autoconclusivo, ma termina con le premesse per il secondo capitolo.

Megan è alla stazione che fugge verso una meta ignota mentre Shane annuncia a Cassie che la CIA sarebbe interessata ad arruolarla come risorsa. Come abbiamo detto, la miniserie è anche una storia d’amore, infatti Cassie ammetterà di essere innamorata di un cadavere, che in verità è la sua stessa coscienza. Lo spettacolo viene dal piacere sadico di assistere al disfacimento delle vite dei personaggi chiave, soprattutto Cassie, la quale affonda di puntata in puntata fino a ritrovare se stessa, riuscendo così a perdonarsi, mostrandosi pronta per una nuova avventura.

Il finale non offre colpi di scena eclatanti e risulta prevedibile, ma la serie è comunque accattivante e ben fatta. La chiave per apprezzare The Flight Attendant sta nel non aspettarsi un autentico thriller. Non ha importanza chi ha ucciso Alex, l’importante è capire come farà Cassie a gettare la bottiglia nella spazzatura una volta per tutte. La colonna sonora meravigliosa, i costumi e le ambientazioni curate e glamour uniti al ritmo frenetico dove gli elementi surreali si alternano a un simbolismo divertente, come il coniglio, arricchiscono la serie offrendo un intrattenimento fresco, giocoso e divertente.

Lo stile propulsivo e il ritmo comico sono i veri protagonisti dello show che è sorretto interamente da una strepitosa Kaley Cuoco. Non importa che il personaggio di Penny aleggi ancora nell’aria: in The Flight Attendant funziona alla grande.

Cuoco sprizza acume e simpatia, due ingredienti necessari per interpretare un personaggio che fa scena ovunque vada.

Rolling Stone

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