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The Harder They Fall – La Recensione: il neo-western che omaggia Sergio Leone

The Harder They Fall
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Se questa sera siete indecisi su cosa guardare, noi vi consigliamo caldamente uno degli ultimi arrivi sul catalogo Netflix: The Harder They Fall. La pellicola, diretta da Jeymes Samuel (in arte The Bullits) al suo debutto registico si propone al suo pubblico con due obiettivi molto chiari. Da un lato, l’omaggio sincero al grande western di Sergio Leone con una spruzzata di Tarantino, dall’altro, il desiderio di raccogliere tutte le leggende afroamericane dell’Old Wild West e inserirle all’interno di un unico lungometraggio. Entrambi gli obiettivi vengono centrati in pieno e Samuel riesce a confezionare un prodotto non solo credibile, ma addirittura spettacolare.

Un cast di prim’ordine all-black e una colonna sonora perfetta sono i due elementi chiave del successo di The Harder They Fall.

Al centro del racconto troviamo l’antieroe Nat Love, interpretato dal lanciatissimo Jonathan Majors (Lovercraft Country, Loki), un bandito con una taglia da 10.000 dollari sulla testa e guidato da un desiderio di vendetta bruciante per l’uomo che, tanti anni prima, aveva ucciso sua madre e suo padre e lasciato lui stesso con una cicatrice profonda. Nat Love è costretto a rimettere insieme la banda di criminali alla “Robin Hood” quando scopre che quell’uomo, il terribile bandito Rufus Buck, ha ottenuto la grazia ed è uscito di prigione. Inizia, così, una vera e propria caccia all’uomo che vede protagonisti l’astro emergente di Nat contro il sanguinoso e crudele Rufus, interpretato dal gigante cinematografico Idris Elba.

The Harder They Fall

“Queste. Persone. Sono esistite”.

Non si tratta di semplici caricature o di personaggi immaginari ma di figure storiche realmente esistite alle quali il regista inglese ha deciso di dare, finalmente, corpo e voce. Così il viaggio di Nat Love si traduce nel più classico viaggio dell’eroe, in cui però stavolta ad attenderlo vi è una resa dei conti più personale di quanto lui stesso possa immaginare. Lo scontro finale tra Nat e Rufus è costruito nel sangue e nella violenza, ma anche nelle scelte tattiche e nella strategia che può fare la differenza tra la vita e la morte. I membri della sua e della banda di Rufus non fanno semplicemente da comparsa ma sono ben caratterizzati e approfonditi: Regina King (Watchmen) è la fredda e letale “Treacherous” Trudy Smith; LaKeith Stanfield è un killer-filosofo senza morale; Zazie Beetz (Atlanta) è la donna amata ma mai fatale Mary Fields. In termini più tecnici, diciamo che ognuno ha il minutaggio che gli spetta. Il tal modo la pellicola si compone di tre blocchi inseriti una sopra l’altro: il primo delinea i personaggi e i due schieramenti; il secondo lascia maturare i rapporti e i conflitti; il terzo rappresenta la resa dei conti in puro stile western.

E se il conflitto tra i due antagonisti perde di slancio a un certo punto, The Harder They Fall rimane ugualmente un’opera audace e superba.

La sceneggiatura si sofferma sui diversi personaggi, dandoci modo di capirne le pulsioni e le giustificazioni e costruendo in tal modo delle figure complete che affondano le loro radici direttamente nel cuore del vecchio West. In questo, e in alcune scelte registiche, The Harder They Fall trae insegnamento da Sergio Leone e dalle sue creature. Potrebbe affidarsi ai cliché del genere e, invece, il film si assume certe responsabilità, a costo di non essere capito o di risultare noioso. Il regista riprende in mano la storia mostrandone un volto meno conosciuto, quello di un West in cui i coloni neri erano molto numerosi, tra fuorilegge, cowboy e banditi appunto.

The Harder They Fall

The Harder They Fall è una presenza forte, persino ingombrante, che i più additeranno a copia all-black di un film di Tarantino ma di fatto è molto più di questo. La personalità del film di Samuels è evidente nella fotografia a scatti, nella tavolozza di colori saturi, e, soprattutto, nella colonna sonora. Le musiche accompagnano puntuali l’intero viaggio di Nat Love e della sua banda, parlando al posto loro quando le parole non sarebbero abbastanza. Nella straordinaria colonna sonora, in cui spicca anche il nome di Jay-Z, si consuma l’identità del film.

Ho accennato prima anche alla palette di colori. Bene, è degno di nota commentare la scena della rapina in banca nella città di bianchi che, in quanto tale, è per l’appunto bianca. Banale? Non direi. Perché in un panorama in cui i bianchi sono coloro che “hanno fatto la storia”, il film di Samuels lancia un messaggio ben preciso e lo fa attraverso qualsiasi strumento a sua disposizione, anche una tavolozza di colori.

The Harder They Fall

Gradasso, intriso di sangue e allo stesso tempo raffinato, The Harder They Fall mescola il body-count movie alla Tarantino con il western vintage di Sergio Leone, confezionando una pellicola pop e coraggiosa.

Una sequenza di apertura, che ricorda da vicino quella de Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone, i cui vengono abbozzati i presupposti per la vendetta spietata, fino a quella rivelazione finale che dona umanità persino a un mostro sanguinario. Un omaggio al western di una volta che si traduce qui come in altre piccole citazioni sparse all’interno del film, ma anche una pellicola ispirata registicamente che trova la sua strada e che riuscirà, probabilmente, ad assicurarsi il suo pubblico anche tra coloro che non sono appassionati al genere.

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