Nella cupissima atmosfera gotica di metà ‘800, il detective Augustus Landor (Christian Bale) viene ingaggiato dai vertici dell’accademia militare di West Point per risolvere un atroce e misterioso delitto. Ha così inizio The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, il nuovo film Netflix che fonde mistero e orrore nel segno della poesia e di Edgar Allan Poe.
Un giovane cadetto viene trovato impiccato nell’accademia militare di West Point. Quello che in apparenza farebbe pensare a un volontario gesto estremo, nasconde però un oscuro delitto; il corpo del ragazzo è stato infatti mutilato e privato del suo cuore. Per risolvere un simile mistero è necessaria l’esperienza del detective Augustus Landor, un uomo ostile e malinconico noto per la sua capacità di penetrare la mente di chiunque gli capiti di fronte. Il cuore, gli farà notare il cadetto Edgar Allan Poe (Harry Melling), ha valore unicamente se considerato nella sua valenza simbolica, senza la quale resta un muscolo non diverso da qualunque altro. Dietro all’efferato crimine si cela quindi quel simbolismo di cui è pregna la religione o la stessa poesia: la morte, infatti, è la prima musa ispiratrice di qualsiasi poeta. In questi confini oscuri tra la vita e la morte si inserisce The Pale Blue Eye, il nuovo film Netflix diretto da Scott Cooper scandito dal ritmo lento di un cuore malato.
“The boundaries which divide Life from Death are at best shadowy and vague. Who shall say where the one ends, and where the other begins?”
The Premature Burial (La sepoltura prematura) – Edgar Allan Poe
Dove finiscono i confini della vita e cominciano quelli della morte? Per gli iniziati alla dottrina dell’occulto non esiste alcuna barriera tra le due cose, essendo l’aspirazione ultima dell’uomo l’immortalità, raggiungibile attraverso specifici rituali e sacrifici. Proprio da questi ultimi ha inizio l’indagine dell’insolita coppia composta da Landor e Edgar Allan Poe, la cui decodifica di codici e simboli oscuri rimanda ad atmosfere a metà tra Il nome della rosa e la serie Netflix L’Alienista. Mentre il detective Landor incarna il lato pragmatico dell’investigazione, Edgar Allan Poe si affida alle geniali deduzioni del suo istinto, inscenando così i due personaggi l’eterna lotta tra mente e cuore, che si insinua sempre di più nella vicenda scavalcando persino l’interpretazione simbolica degli elementi presenti sulla scena del crimine.
Il fitto e intricato mistero, infatti, perde di potenza con l’avanzare del film, che dedica un minutaggio fin troppo ridotto alla risoluzione dell’arcano viste le premesse iniziali. Simbologia, occulto e religione cedono il posto al ritratto dei due protagonisti, a cui è riservata la parte centrale della narrazione. Se da un lato questo aspetto contribuisce a rallentare il dinamismo di The Pale Blue Eye, dall’altro ne sottolinea il grande punto di forza, risiedente proprio nei suoi protagonisti. Oltre a Christian Bale e Harry Melling, è infatti d’obbligo citare le gradi interpreti femminili Gillian Anderson, Charlotte Gainsbourg e Lucy Boynton. Quest’ultima nei panni di Lea Marquis, sorella gravemente malata del cadetto Artemus (Harry Lawtey), simboleggia infatti la componente emotiva che prevale su quella logica. Il giovane Poe si invaghisce della ragazza al punto da essere disposto a qualsiasi cosa per lei. Anche dell’arcigno Augustus Landor viene fuori il lato più sentimentale attraverso la graduale conoscenza del suo passato e, in particolare, delle sorti toccate a sua moglie e a sua figlia, che l’hanno reso un uomo maledetto e disincantato.
I protagonisti si ritrovano quindi mossi sempre più ardentemente dai sentimenti e, per estensione, dal proprio cuore, che è rivelatore dei loro desideri e delle loro intenzioni più oscure, rimandando ancora una volta alla poesia del poeta gotico americano e a uno dei suoi più celebri racconti. Lo stesso titolo del film The Pale Blue Eye richiama simbolicamente al pallido e maligno occhio del vecchio protagonista de Il cuore rivelatore. L’occhio è la parte mortale dell’anima, ponte tra quei confini di vita e di morte che sono oscuri e vaghi. Il fumoso orizzonte è appena visibile per il pallido e mortale occhio, ma risulta limpido per il cuore, che sa benissimo dove condurre i protagonisti. L’amore per la vita spinge la giovane Lea a lottare contro la sua malattia con qualunque mezzo; quello per sua figlia porta Julia Marquis (Gillian Anderson) a difendere indistintamente ogni sua azione. L’amore sentimentale diventa il motore di Edgar Allan Poe, mentre la motivazione di Augustus è data dalla privazione di quell’amore.
Quando i misteri di The Pale Blue Eye sembrano essersi esauriti palesando i (fin troppo prevedibili) ruoli dei personaggi della vicenda, il thriller storico di Cooper riserva tuttavia un ultimo e inaspettato plot twist, che regala allo spettatore uno tra i finali più sconvolgenti delle produzioni recenti Netflix, tanto da risollevare la staticità del blocco centrale della narrazione.
Immerso nella perfetta fotografia dominata dai toni freddi, The Pale Blue Eye è un film di altri tempi ben lontano dai canoni odierni. Sebbene rimandi a elementi già esistenti nell’universo cinematografico, riesce ad ogni modo a distinguersi grazie ai numerosi richiami letterari, enfatizzati dalla scelta di inserire Edgar Allan Poe tra i personaggi della vicenda. Il ritmo volutamente lento della narrazione potrebbe disincentivare la visione per chi preferisce prodotti più dinamici e adrenalinici ma, lo straordinario talento dei suoi interpreti, è sufficiente a bilanciarne i punti deboli. In un mondo che corre sempre più veloce, The Pale Blue Eye riesce a congelare il tempo insinuandosi in uno spazio indefinito, che non appartiene al presente né al passato, come la letteratura di cui si fa portavoce, che è mossa (e rivelata) unicamente dal suo cuore.