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The White Lotus 3×01 – L’arte della finzione

I Ratcliff, alcuni protagonisti di The White Lotus 3
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“Un giorno mentre giocava a golf pensò che è più difficile fingere di provare sentimenti che non si hanno che fingere di non provare sentimenti che invece si hanno.” Lo dice la narratrice di The Lobster, la pellicola di Lanthimos che – con una frase – forse è riuscita a spiegare inconsapevolmente quale sia la vera natura di The White Lotus 3, l’opera terza di un Mike White che torna con gli stessi presupposti sociologici – se vogliamo – delle precedenti stagioni. Dopo tre anni di attesa, The White Lotus è finalmente arrivata su Sky e NOW con una prima puntata che ha subito messo in chiaro alcuni ingredienti chiave con cui i protagonisti della nuova stagione hanno costruito la loro vita fino ad adesso.

E’ l’arte della finzione, la loro più grande ricchezza. Il modo con cui hanno ingannato, illuso e falsificato tutto quel che li circonda, riuscendo a fingere su tutta la linea fino a diventare – come si sono definiti nel corso della prima puntata – le persone più fortunate al mondo. In The White Lotus 3, come del resto nelle altre due precedenti stagioni, le persone più fortunate del mondo vanno in giro pensando che ogni cosa – anche la più naturale – sia nata con l’unico esigenza di soddisfarli, rendergli la vita ancora più facile e lige a un lusso che ha l’unico dover di farli dormire sonni tranquilli pensando che, anche quel giorno, loro sono le persone più fortunate del mondo. Perché hanno tutto. Un tutto che, The White Lotus, mostra per quel che è realmente: niente.

The White Lotus 3 è tornata con una prima puntata che sembra promettere una stagione in cui anche la più subdola finzione non basterà a salvare nessuno

Una delle protagoniste di The White Lotus 3, Belinda
Credits: HBO

Same Spirits, New Forms: questo è il titolo della prima puntata di The White Lotus 3. Puntata in cui, come consuetudine, vengono presentati i nuovi e i vecchi personaggi. Ritorna Greg Hunt, e arrivano invece nuovi protagonisti che, molto probabilmente, si mostreranno ancor peggio di quanto visto in questa puntata. Vite diverse, sostanze diverse, approcci diversi, lavori diversi, ma tutti uniti da quell’assueffante sensazione di finzione. Una finzione che non viene utilizzata soltanto con il mondo lì fuori, per darsi un tono, ma anche con sé se stessi. Con la loro famiglia. Ma questo gioco di prestigio e illusionismo ha un solo compito: impedire all’altro di capire quanto lo si detesti. E’ così tra fratelli. In famiglia. Tra migliore amiche di una vita.

Come ogni stagione fino a questo momento, The White Lotus 3 comincia con una dinamica che conosciamo bene: qualcuno è morto presumibilmente a causa di colpi di pistola. Non conosciamo di chi si tratti. Chi sia vittima o chi sia il carnefice. Non sappiamo perché. Ma sappiamo che, di chiunque si tratti, lo abbiamo già visto. Potenzialmente, potrebbe essere chiunque. Ma di chi si tratti lo scopriremo nel corso delle prossime puntate, e – francamente – poco c’importa. Non è mai stata questa la forza di The White Lotus. Non lo sarà neanche nel caso della terza stagione. Quel che muove tutto sono le interazioni, i legami – spesso ipocriti e narcisisti – di personaggi avidi che sono riusciti a fare della loro più grande condanna la fortuna di una vita.

Le porte verso l’inferno dei ricchi in The White Lotus 3 vengono aperte dai Ratcliff, una famiglia in cui troviamo un patriarca imprenditore milionario, una matriarca che non ha alcuna intenzione di crearsi una propria indipendenza e tre figli in momenti diversi della vita. Il padre, Timothy, riceve nel corso della vacanza una chiamata che fa intendere che lui sia invischiato in loschi giri d’affari di cui probabilmente conosceremo più dettagli in futuro.

I Ratcliff, alcuni protagonisti di The White Lotus 3
Credits: HBO

Ma questo è solo il preambolo. Perché, come si percepisce già nel corso della prima cena, Timothy è anche un padre che non lascia ai figli la possibilità di compiere altre scelte che non combacino con la sua aspirazione. Il figlio maggiore Saxon lavora e vive per lui comportandosi spesso con quell’arroganza da orgoglio di papà. La figlia, Piper, è colei che ha chiesto alla famiglia di organizzare la vacanza in Thailandia per scrivere la tesi intervistando un monaco del posto. Ma dietro alcuni silenzi sembra nascondersi un’insofferenza che appartiene a chiunque non si riconosca nella famiglia in cui è nata.

Nel mezzo, troviamo Lochlan, il figlio minore che sta per iscriversi al college e che sente la pressione di un padre che ha già deciso per lui. Ma Lochlan è il più fragile dei fratelli, probabilmente anche il più succube. Colui che, a un certo punto, potrebbe ribaltare completamente la vita vissuta fino a quel momento. Nello stesso resort, arrivano tre amiche profondamente diverse tra loro ma unite da un’ipocrita amicizia che le spinge a complimentarsi tra di loro solo per sentir ricambiato quello stesso complimento. Per sentire di essere, tra le tre, le vere vincenti.

A loro si aggiunge anche la coppia formata da Rick Hatchett e Chelsea. Lui, segnato dalla perdita di entrambi i genitori, cerca nella giovinezza di lei qualcosa che in realtà rigetta. Non è sua intenzione, camminare di pari passo con quella stessa ragazza che cerca in lui quell’emozione che non è ancora riuscita a trovare. Alcuni sguardi non troppo timidi con Saxon preannunciano un primo filo conduttore tra i vari personaggi della nuova stagione di The White Lotus 3. Dalla Sicilia della seconda stagione ci siamo così spostati nella Thailandia che, almeno in questa prima puntata, ha riportato a galla alcune atmosfere della prima stagione. Il primo passo è stato fatto. La storia adesso è tutta da scrivere. E, come al solito, porterà avanti un unico credo: anche i ricchi piangono.