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The White Lotus 3×04 – Non puoi scappare dalla realtà

Jason Isaacs in una scena di The White Lotus 3
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Non puoi scappare dalla realtà neanche se pensi di potertela comprare nel resort più lussuoso del mondo. Lì dove credi di poter trovare la pace potresti non trovare niente. Perché i tuoi mostri faranno sempre le valigie con te. Il minimo che tu possa fare per gestirli è imparare a conviverci, analizzarli dalla testa alla coda. E’ tutto falso quel che luccica in quel di The White Lotus 3. Un’apparenza fintamente perfetta fatta di bugie che tacciono e finte verità che urlano. E’ bene così per molti dei personaggi fin dalla prima stagione (qui recensita), momento in cui Mike White ha cominciato a raccontare le vite dei privilegiati partendo proprio dai loro momenti di noia che presto si trasformano in distruzione e auto-distruzione.

Una settimana in vacanza, per gente come loro, è quel che basta per distruggersi. Per smantellare quel recinto fatto di segreti, bugie, ipocrisia e inganni. Inganni che, in questa terza stagione, non sembrano risparmiare nessun personaggio. Fino alla terza puntata (qui recensita), The White Lotus 3 sembrava voler procrastinare le prime reazioni, verità e smascheramenti ancora per un po’. Date le premesse, forse addirittura perfino fino alla fine. Ci eravamo preparati anche a questa evenienza, provando a tirar fuori le prime teorie basate sulle prime briciole disseminate dai protagonisti. Eppure, in questa quarta puntata qualcosa ha finalmente cominciato a muoversi avvicinandoci vertiginosamente alle risposte. E adesso possiamo dirlo quasi concretamente: alla fine di questo viaggio non si salverà nessuno. Non con se stesso, almeno.

Sono arrivate le prime risposte di The White Lotus 3. E quel che vediamo non piacerà ai protagonisti

Una delle protagoniste di The White Lotus 3, Belinda
Credits: HBO

Quasi tutti scappano dalla realtà, in questa puntata di The White Lotus 3. Tim scappa da quel che sta succedendo in America, scappa dalla certezza che qualsiasi cosa stia accadendo, il suo atterraggio in patria non lo vedrà più come il magnate miliardario con tutto il mondo nelle mani. Lo fa attraverso l’alcol, attraverso i farmaci di sua moglie, attraverso una festa in barca in cui sarà mentalmente assente. Perché esistono disastri che non possono essere riparati, e questo corrisponde perfettamente alla regola. Tim non può scappare, ma il suo dialogo con Greg apre le porte a una possibilità sul suo finale della stagione: non tornare. Restare in Thailandia e provare a ripartire esattamente da lì, da quel luogo che viene definito – in questa quarta puntata – come il posto in cui resti se scappi da qualcosa o se sei alla ricerca di qualcosa.

Con il mondo sottosopra, Tim potrebbe decidere di evitare il carcere proprio in questo modo. Ma non è da solo. Insieme a lui c’è un’intera famiglia che pende dalla sue labbra e dalle sue finanze. Questo potrebbe in qualche modo ostacolare questa possibilità, ma la decisione della figlia – di cui non è ancora a conoscenza – di restare lì per studiare potrebbe indirizzarlo verso questa scelta. Scappare, ancora una volta e sempre. A scappare è anche Jaclyn. Senza notizie del compagno, che sembra ignorarla oramai da un po’, la donna convince le sue amiche a trovare un posto in cui far festa così da allentare quell’angoscia che le suggerisce di non essere, in fin dei conti, così insostituibile come ha sempre pensato.

Cerca la baldoria quasi come una vendetta nei confronti del suo compagno attore, ma la Thailandia non sembra darle alcuna possibilità di superficialità. I posti che lei definisce sbagliati non sono forse altro che un modo per far luce sul suo modo ipocrita e spesso vigliacco di affrontare la finzione dei suoi rapporti. Rapporti che, dopo questa vacanza, probabilmente non riusciranno a sopravvivere. Com’è giusto che sia. Proprietario della barca in cui si dà una grande festa, a scappare è anche Greg. Il Greg che sappiamo bene da cosa stia scappando: da Tanya, dall’Italia, dalle autorità, dalla certezza che se trovato ad attenderlo ci sarebbe soltanto la prigione. Sappiamo tutto di ogni cosa nel suo caso, e adesso lo sa anche Belinda: l’unica persona che, finalmente, può distruggere il suo nido sicuro.

Aimee Lou Wood in una scena di The White Lotus 3
Credits: HBO

L’unico a non scappare, in questa stagione di The White Lotus 3, è Rick. Al contrario degli altri, lui insegue sempre di più il suo demone cercando di mettere in atto la vendetta nei confronti di chi la vita gliel’ha rovinata rendendolo orfano di padre prima ancora del suo arrivo al mondo. Come sospettavamo, il marito di Sritala – Jim Hollinger – è il colpevole della morte del padre di Rick. Quest’ultimo, giunto finalmente nella sua terra, non intende più aspettare un secondo. Vuole la vendetta.

Nonostante queste prime risposte, questa verità resta ancora relativa. La versione che Rick conosce è quella che la madre gli ha raccontato in punto di morte. Questa certezza che Rick ha portato con sé per l’intera esistenza – sua madre è morta quando lui aveva soli dieci anni – potrebbe scontrarsi con una nuova veritò che non aveva mai considerato. Ogni realtà potrebbe essere distrutta, la vendetta non consumata.

Altre verità stanno venendo finalmente a galla. In questa quarta puntata The White Lotus 3 ha messo sul piatto diversi ingredienti che ci accompagneranno infatti alla risoluzione dell’incognita. All’inizio della puntata (che potrete recuperare come sempre su Sky e NOW) il figlio di Belinda – la persona che vedrà per prima la vittima di questa stagione – sta infatti per arrivare in Thailandia. Al contempo, una pistola (l’arma utilizzata per uccidere la vittima della stagione) viene consegnata a Gaitok per qualsiasi evenenzia e per qualsiasi difesa.

Nascosta in un cassetto, quest’ultima sparirà perché sarà Tim a rubarla. Questo potrebbe suggerirci che sia proprio lui il colpevole, ma – almeno per il momento – non sembrerebbe essere questa la realtà. Il magnate non avrebbe motivo di utilizzarla nei confronti di nessuno se non di se stesso in un momento di disperazione. La pistola potrebbe dunque finire nelle mani sbagliate consacrando così la tragedia.

Temporalmente ci siamo ormai avvicinati alla resa dei conti: il figlio di Belinda sta arrivando e quest’ultima ha appena scoperto la verità riguardo Greg che, intanto, sta cercando informazioni su lei e il figlio. E’ iniziata una corsa tra il gatto e il topo che potrebbe vedere, secondo questa narrazione, Belinda e Greg come colpevoli e vittime. Al momento è ancora però troppo presto per confermare questa ipotesi. The White Lotus 3 è come il Paradosso del gatto di Schrödinger: tutti i personaggi sono sia vivi che morti. Intrappolati in una trappola di lusso in cui la maniglia bloccata è d’oro, ci sono le pareti bianche e il parquet.

Ma quella porta prima o poi si aprirà consegnandoci tutta la verità. Molti ne usciranno illesi, senza neanche un graffio. Ma la vita che li attenderà li metterà probabilmente di fronte a tutto quel da cui adesso stanno scappando. E forse, in cuor loro, non vorranno far altro che ritornare lì, in quella stessa gabbia. Perché per i personaggi di The White Lotus 3 nulla è meglio di una gabbia dorata in cui continuare a vivere come hanno sempre vissuto: tutto è andato perduto, ma ancora non lo sa nessuno. Va bene così.

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