The Wilds è il primo approccio al mondo dei teenager della piattaforma streaming di Amazon. Negli anni Prime Video si è sempre distinta dai suoi rivali per la tendenza a privilegiare la qualità alla quantità nella produzione di serie tv, perciò le aspettative per il suo primo teen drama – un genere che molto spesso è associato ingiustamente a prodotti trash, ma che non ha mancato di regalarci alcuni meravigliosi e profondi ritratti di una delle fasi più difficili della vita – erano elevate. E The Wilds, pur non esente da numerosi difetti e nonostante la persistente sensazione che la serie potesse essere molto di più, riesce in qualche modo a sorprendere lo spettatore, a farlo pensare. Le aspettative erano troppo alte perché questa prima stagione di The Wilds riuscisse a soddisfarle, ma siamo sufficientemente speranzosi che – nel corso della seconda stagione già confermata – la serie possa evolvere e maturare fino a incontrarle e, perché no, forse persino a superarle.
Questa recensione non conterrà spoiler, quindi avventuratevi senza timore anche se non avete ancora visto la serie.
Di cosa parla The Wilds?
Otto ragazze provenienti da quattro diverse città degli Stati Uniti si ritrovano su un’isola deserta dopo che l’aereo che le doveva portare alle Hawaii precipita. Inizia la loro lotta per la sopravvivenza, ma le cose non sono affatto come sembrano. Le protagoniste infatti non sono finite sull’isola per via di un incidente, bensì sono parte di un esperimento a loro insaputa, sono cavie da laboratorio sulla cui pelle si cerca di costruire una società migliore.
A metà tra Lost (qui abbiamo raccolto alcune delle altre serie che hanno provato invano a replicarne il successo) e Pretty Little Liars, The Wilds si presenta fin dalla trama come un prodotto ibrido, che cerca costantemente di trovare una propria cifra distintiva per emergere nel mare di serie tv rilasciate ogni mese. Sebbene il suo andamento sia spesso claudicante e i primi episodi forse i più deboli dell’intera stagione, The Wilds dimostra di avere qualcosa di nuovo da dire, ma ancora non ha trovato il modo più efficace per comunicarlo al suo pubblico.
Quali sono i punti di forza della serie?
Il primo, fondamentale, aspetto positivo di The Wilds è che la serie riesce a essere tutto sommato realistica. Il che, lasciatecelo dire, non era affatto scontato, perché spesso assistiamo a rappresentazioni dell’adolescenza stereotipate o eccessivamente drammatiche. In questo caso per la serie il rischio di risultare irrealistica era ancora più elevato, dal momento che rispetto alla maggior parte dei teen drama l’ambientazione è qui decisamente atipica. Tuttavia, a parte qualche scivolone trascurabile, The Wilds è realistica. Le ragazze, una volta sull’isola deserta, affrontano quei problemi che sappiamo esistere ma non vengono quasi mai nominati in tv: dalle mestruazioni senza accesso agli assorbenti alle esigenze fisiologiche, dal razionamento alla mancanza di igiene, argomenti che fanno parte della vita di tutti i giorni che non vengono trattati come tabù ma come aspetti fondamentali dell’esistenza quotidiana quali sono.
Il realismo non si limita solo agli aspetti pratici della vita sull’isola, ma anche alla rappresentazione delle protagoniste. Sia chiaro, non tutti i personaggi sono stati caratterizzati con la stessa attenzione, nonostante tutte le ragazze abbiano all’incirca lo stesso spazio all’interno degli episodi. Ne consegue che ci sono personaggi migliori di altri, ma questo non pregiudica una tendenziale buona rappresentazione dello spettro di problemi che vengono affrontati durante adolescenza. Inoltre, considerando che la maggior parte del cast era praticamente sconosciuto prima di apparire in The Wilds, il livello della recitazione – seppur non eccelso – supera abbondantemente la sufficienza, anche tenendo in considerazione l’ampio margine di miglioramento che ci si può aspettare da attrici così giovani.
L’espediente della partecipazione a un esperimento sociale, che dunque è alla base della selezione di un gruppo così eterogeneo sotto ogni punto di vista di ragazze adolescenti, permette di portare sullo schermo protagoniste con caratteristiche molto diverse, che si trovano a combattere demoni interiori (e non solo) differenti, così da vedere infine rappresentate un numero elevato di problematiche senza però che questo risulti come una forzatura.
Interessante anche l’utilizzo del triplice piano temporale, che oltre a dare una maggiore profondità ai personaggi, alimenta la costruzione del mistero e contribuisce a tenere lo spettatore sulle spine, intento a ricostruire il puzzle degli eventi.
Quali sono invece i difetti più evidenti di The Wilds?
Il principale problema di The Wilds è che è una serie a metà.
È a metà tra teen drama e dramma sulla sopravvivenza, tra spunti originali e scelte narrative scontate, tra l’essere foriera di tematiche fino a ora ignorate e allo stesso tempo l’essere incapace di approfondirle davvero, presenta personaggi che vorrebbero essere ben distinti ma che a volte finiscono per avere fin troppi tratti in comune. Soprattutto però è a metà tra l’essere un’occasione sprecata ed essere invece un prodotto vincente.
Questo essere continuamente in bilico fa sì che guardando la prima stagione di The Wilds a prevalere sia una sensazione di spaesamento. Perché è difficile definirla una serie riuscita, ma allo stesso tempo c’è troppo da salvare perché possa essere definita un flop. La serie migliora con il passare degli episodi, man mano che si concentra meno sul passato e più sul presente, ma rimane comunque in un limbo da cui dovrà cercare in tutti i modi di uscire.
La prima stagione di The Wilds non è abbastanza, non fornisce le risposte di cui lo spettatore ha bisogno e, soprattutto, non riesce a rassicurarci del tutto che gli autori sappiano dove vogliono andare a parare. Non è una serie che riusciamo a promuovere né a bocciare, che inevitabilmente deve essere rimandata a settembre – o meglio, alla seconda stagione. Ha ancora tanto, troppo, da dimostrare, ma siamo fiduciosi che Amazon Prime Video sappia cosa stia facendo e dia a The Wilds la possibilità di uscire dal limbo in cui si trova.