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This Is Us 2×13: costruire una casa fondata sull’amore

This Is Us
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Questo è il posto dove non mi sento solo
Questo è il posto dove mi sento a casa
Perchè ho costruito una casa per te, per me
Finchè non è scomparsa da me, da te
E adesso è tempo di lasciarla e fare in modo che si tramuti in polvere

Dove torniamo la sera, stanchi e spesso affranti? Dove riponiamo il nostro affetto e il calore di sentirsi famiglia? La casa, prova a dirci This Is Us, non è un edificio. Non è tanto questo. È un luogo della mente dove i nostri pensieri più segreti si radicano, dove possiamo svestirci dei pesanti abiti che la società impone e sentirci noi stessi. Costruire una casa significa costruire una famiglia, lanciare un messaggio di speranza, il nostro messaggio di speranza al mondo.

Se siamo rifiutati, privati del rispetto e ci scopriamo soli nelle nostre debolezze la casa diventa il luogo dell’accoglienza, del perdono e della crescita. Quella parete con incisa l’altezza dei tre piccoli Pearson è la nostra parete. È il luogo del ricordo, dello sviluppo della nostra identità.

This Is Us

Jack costruisce la casa, costruisce la sua famiglia fondandola sull’amore. Su quell’amore speciale che lo lega a Rebecca. In quel sentimento affondano le radici della famiglia Pearson. Tutto ciò che di buono c’è in Jack è fondato sul simbolismo della costruzione. La positività del costruire contrapposta alla bruttura della distruzione. Se nell’alcol affonda la sua debolezza, il suo lato auto-distruttivo, nell’immagine della casa, della sua manutenzione, della cura profusa per l’ambiente domestico si concentra l’immagine di un uomo che vince le sue debolezze. Un uomo che crea, produce, opera. Un marito che si riappropria dell’amore per sua moglie e dell’affetto per i figli.

In ogni suo gesto c’è l’immagine di chi rifonda la sua casa, di chi riprende in mano la sua vita e quella della sua famiglia.

In quel mobiletto costruito da zero per vedere il Super Bowl è racchiuso il senso di chi canalizza in qualcosa di positivo i suoi istinti più distruttivi. “Ogni volta che mi viene da prendere da bere prendo il martello invece”. Di questa positività si appropriano Randall e Kevin. La fanno loro divenendone eredi paterni. Nella cura che profondono nella ristrutturazione del condominio si riattualizza l’immagine di quel padre tanto amato eppure non esente, come ogni uomo, da debolezze e dubbi.

Come lui anche Randall e Kevin vivono situazioni particolari. Vivono il dolore dell’abbandono e dell’incapacità di sentirsi adeguati. Randall fatica a riappropriarsi della sua dimensione dopo aver dovuto rinunciare all’amore di Deja. Kevin ha visto riaffiorare tutte quelle incertezze e immaturità che hanno dominato buona parte della sua vita. Sente di non essere all’altezza sul piano professionale e umano. Vive la fragilità di chi affoga le sue incertezze in antidolorifici e alcol. La fragilità di chi si stordisce per evitare di confrontarsi con se stesso.

This Is Us

Entrambi hanno bisogno della positività che sta nel costruire, nel creare una casa. Entrambi hanno bisogno di quella casa. Del rifugio alle preoccupazioni, ai dolori e ai sensi di colpa. Il luogo del perdono, dell’accoglienza, della sicurezza. Il dolce spazio in cui sentirsi cullati e finalmente in pace con se stessi. Ma per costruire questo luogo servono perdono e amore. Serve guardare davanti a sé e scoprire di non essere soli. Vedere nello specchio della propria vita la persona che ti sostiene, ti guida, ti accompagna.

Quella persona per Randall è Beth.

Senza di lei non riesce a gestire il condominio, non può farlo. Perché una casa necessita di forza, concretezza ed esperienza. Facendo il verso a Randall, Beth afferma: “Non ho mai gestito un palazzo prima d’ora ma la mia socia ha lavorato per tutta la sua carriera a favore della gente più bisognosa. È una vera risorsa per me: sfrutterò le mie risorse”. Così era stato per Jack che nel suo progetto chiede l’aiuto di Rebecca perché come afferma la donna “Ho portato avanti questa casa per diciotto anni e quando abbiamo ristrutturato qui…”, “Hai gestito tutto tu”, la interrompe Jack. “Hai progettato gli interni, hai gestito i soldi, hai fatto tutto tu, amore”.

Ecco il segreto per costruire una casa. L’amore. Il sostegno reciproco, il perfetto incastro di due parti in un’unica, sensata immagine. Quella stessa immagine che vorrebbe ricomporre Kevin, alla disperata ricerca della persona con cui fondare quella casa, quella famiglia che sarà solo sua. “Abbiamo tentato di far entrare con la forza quel pezzo di puzzle solo perché quando eravamo piccoli combaciava alla perfezione nelle sue due parti”, confessa amara Sophie. Ora tutto è cambiato. Kevin non ha la maturità per tirare su un muro, per fondare il suo spazio protetto.

Non ha l’insegnamento che un padre impartisce a un figlio, non ha la forza di sostenere una sua famiglia. Kevin è solo, il personaggio più solo di This Is Us. Non ha nessuno. Abbattere una parete, ridare luce all’ambiente, come fa nel condominio di Randall non basta. Perché quella luce ha bisogno di riflettersi in qualcuno da amare, in qualcuno con cui alzare le mura portanti di una casa, della sua casa. Ma quel qualcuno non c’è.

Perfino Kate, sopraffatta fin da bambina dalle debolezze di chi ha un’immagine distorta di sé, di chi non si sente pienamente accettata ha qualcuno.

In Toby c’è il simbolo dell’amore, di un amore fatto di sostegno e rispetto che dà alla donna la forza di accettarsi, di mettersi in gioco e di superare i suoi traumi. È un amore molto simile a quello che la ragazza aveva trovato nel padre, in quell’immagine paterna profondamente affettuosa e comprensiva. In Jack c’era l’accoglienza, il rispetto e l’occhio dell’amore. L’occhio di chi vede oltre l’apparenza e si scopre orgoglioso di sua figlia. Della sua straordinaria voce, del suo talento unico. “Non smettere mai. Non smettere di provare a farmi vedere come mi vedi tu”, si scopre Kate col padre.

This Is Us

In lui avrebbe potuto trovare il sostegno e la forza di vedersi sempre con occhi nuovi. Di non avere paura di confrontarsi, di mettersi in gioco e scoprirsi bella. Bella come lo è sempre stata per Jack. Per l’occhio dell’amore. Ma Kate ha dovuto crescere da sola, ha dovuto rinunciare a quell’appoggio che per tanto tempo aveva fatto da fondamenta alla sua casa.

Ma ora in Toby c’è un nuovo muro portante, una pietra angolare.

Su quella pietra Kate rifonda le sue certezze, costruisce la sua casa. Nell’amore per il suo futuro sposo vede il senso della famiglia, dello spazio protetto dal mondo, del rifugio sicuro. Così ha la capacità di fondare nuovi ricordi, di superare il trauma legato al suo primo animale domestico coinvolto (non sappiamo ancora come) nella morte del padre. Il nuovo cucciolo rappresenta il simbolo di chi lascia alle spalle il passato.

Kate, come recita la splendida canzone di The Cinematic Orchestra, aveva costruito una casa “E adesso è tempo di lasciarla e fare in modo che si tramuti in polvere”. È tempo di costruire nuovi ricordi, di seguire l’esempio dei due anziani vicini di Jack e Rebecca. Abbandonare gli oggetti del passato e iniziare a costruire nuovi ricordi. Non vivere nel passato ma proiettarsi in un presente e in futuro da vivere insieme.

This Is Us ci insegna come costruire una casa.

Ci insegna che bisogna passare dal perdono, quel perdono che Kevin ha ottenuto da tutte le persone sulla sua lista e che in una forma fortemente poetica ha ottenuto anche dal padre. La sua inadeguatezza, il suo senso di colpa, la sua incapacità di rapportarsi al modello paterno lo hanno condizionato per anni. Ora, nell’aver ritrovato la collanina simbolo del suo legame speciale col genitore vede il segno di una ricomposizione familiare attesa per troppo tempo. Ma This Is Us ci ammonisce che questo non basta. Che una casa per essere tale deve essere fondata sull’amore. Sul sostegno reciproco. Sulla lotta e l’ostinazione.

Kate e Randall lo hanno capito e hanno trovato in Toby e Beth il pilastro del luogo degli affetti. Kevin, invece, ha visto sfuggirsi per la seconda volta l’amore più genuino, l’unico che abbia mai provato. È troppo presto per costruire una casa sua, troppo tardi per rifugiarsi in quella materna, come tenta di fare.

Bruciano i ricordi tra le fiamme, bruciano gli affetti e l’infanzia. In quell’incendio la famiglia Pearson perderà per sempre il suo muro portante. Perderà Jack. Ma da quelle ceneri nasceranno nuove case, nuove famiglie. Perché l’amore, in This Is Us come nella vita, sopravvive. L’amore non si consuma, si rinnova, rigenerandosi come una fenice e sconfiggendo la morte. L’amore non scompare mai.

C’è una casa costruita sulla pietra
Pavimenti di legno, muri e davanzali
Tavoli e sedie consumate dalla polvere
Questo è il posto dove non mi sento solo
Questo è il posto dove mi sento a casa

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