L’amore è come un pugnale. È un’arma che può essere impiegata da lontano o da vicino. Puoi vederci la tua immagine. È bellissimo finché non ti fa sanguinare. Questo ci diceva Loki nel corso della prima stagione e, se ci impegniamo a capire pienamente la metafora filosofica che si nasconde dietro, possiamo benissimo capire come ciò si possa legare benissimo anche a questo grande finale di Un Professore.
È inutile fare giri di parole, cercare quel qualcosa in più che non c’è. Tutto il motore che è ruotato attorno a questa seconda stagione di Un Professore è stato l’amore. Un amore dalle mille facce che ci ha fatto sperare, ridere e anche piangere fino all’ultimo minuto: diviso tra triangoli amorosi, che per fortuna hanno preso la svolta giusta, e coppie che si sono ritrovate per darsi un ultimo addio. Tutte quelle storie sospese che si sono intrecciate fin dall’inizio arrivano adesso, in un modo o nell’altro, a mettere un punto: Floriana e Dante hanno chiuso un capitolo della loro vita passata, così come Nicola e Anita, e finalmente una delle coppie più eterogenee che possa esistere è ritornata assieme. I nuovi amori scoccati durante “quest’anno scolastico” sembra che stiano avendo finalmente il loro momento e persino Matteo è riuscito a conquistare la sua Giulietta. Sicuramente, però, l’amore che più ha preso spazio nei nostri cuori è quello che abbiamo conosciuto fin da subito: quello di un professore verso il proprio lavoro. Abbiamo avuto 12 episodi per innamorarci – ed essere leggermente invidiosi, ammettiamolo tranquillamente – di Dante Balestra: un uomo fuori dagli schemi, rivoluzionario e con tanta speranza nei suoi ragazzi. I suoi insegnamenti sono sempre andati oltre: la vera filosofia che ci ha insegnato è quella che ci ha aiuta a superare le nostre vite.
È tutto ciò lo ha fatto fino all’ultima lezione, nonostante ci abbia quasi lasciato le penne.
Anita è riuscita a scherzarci su quando dice che l’erba cattiva non muore mai, ma di cattivo nel Professor Balestra non c’è proprio nulla. È il tipo di professore che, al giorno d’oggi un po’ manca: le ore scolastiche sono un punto fermo nella maggior parte degli adolescenti, trovarsi una figura del genere all’interno della propria vita vorrebbe dire tanto. Avere una figura che è pronta a metterci la faccia, pronta a difenderti in tutti modi, non può che dare quel senso di importanza e di fiducia di cui a 15/17 anni si è alla ricerca. Durante tutta la stagione di Un Professore, Dante ha dato modo a chiunque di considerarlo come una colonna portante della propria vita: Viola lo può solo che ringraziare per averla trascinata di nuovo a scuola; Mimmo gli sarà sempre grato per avergli fatto non solo da professore ma anche da figura più che paterna; Nina non è finita nei guai e Simone, finalmente, ha capito che tipo di uomo è suo padre.
Un padre che farebbe di tutto per veder felice il proprio figlio. Va ringraziato proprio lui se siamo riusciti ad avere l’addio – addio che a questo punto della storia ci ha fatto un gran male, come un pugnale conficcato nel cuore – dei nostri ormai amati Simmo. Pensavamo che almeno in questa serie Nicolas Maupas potesse avere il lieto fine? Giustamente no! Rispetto però all’addio di f**k boy in Odio il Natale 2, almeno in questo caso la coerenza della storia ha avuto un finale degno, anche se non del tutto comprensibile. Ci sarebbe sicuramente piaciuto vedere qualche altro attimo di questa nuova e bella storia che si stava creando e stava lentamente crescendo, ma allungare il brodo con qualcosa di inutile e superfluo, forse non avrebbe fatto altro che rovinarla. Mimmo ha avuto il coraggio e la forza di dire basta e riprendersi la propria vita e Simone non poteva fare altro che lasciarlo andare. In molti saranno stati contenti, però, di questo finale, perché ci ha dato la sempre e più tangibile speranza che i Simuel potessero avere la loro svolta.
I Simuel però rimangono solo un’ utopia lontana con la fine di questa stagione di Un Professore. Non sono mancate lamentele e delusioni comuni – basta andare a seguire le conversazioni sull’hashtag su X per vedere che in molti non hanno apprezzato questo finale – che, avendo visto un andamento ormai totalmente distaccato dalla serie madre Merlì, hanno visto i propri cuori spezzarsi nel vedere Manuel e Simone ancora semplici amici, quasi fratelli. Ma non è questo un amore meraviglioso? I due ragazzi nel corso degli episodi si sono allontanati, ma adesso si sono ritrovati. Non potremmo considerarla una piccola vittoria? Finalmente abbiamo riavuto, seppur per poco, quella coppia indivisibile. Quella coppia di amici inseparabili pronti ad asciugare le lacrime dell’altro e porgere la spalla come sostegno. Seppur in mezzo ci stia ancora Nina – personaggio di cui avremmo potuto fare benissimo a meno e che ha portato solo scompiglio e non ha aggiunto nulla in più alla trama, un po’ il piccolo Arturito della situazione – che non solo ingloba lei stessa Manuel nella propria vita, ma viene conseguentemente inglobata nella vita del ragazzo quando Nicola decide di porgerle una piccola ancora di salvezza, che potrebbe addirittura aiutarla a riavere la figlia. Ennesimo atto d’amore che un padre possa fare nei confronti di un figlio.
Le lezioni di filosofia sono finite, ma tutti i grandi messaggi che ci sono stati lasciati durante queste puntate di Un Professore continueranno a essere presenti nelle nostre vite. E sta proprio qui la bellezza di una serie tv: il poter ricavare un qualcosa in più da una semplice, ma ben articolata, sceneggiatura. E Un Professore è riuscito ancora una volta a compiere questo lavoro. La seconda stagione si è conclusa, ma noi siamo già speranzosi e fiduciosi che ci arrivi presto la notizia del rinnovamento della terza stagione: chissà come si evolveranno le storie dei nostri amati liceali.