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Under Paris – La Recensione: una distopia moderna di biologia marina

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Dal genere poco definito e dal ritmo cangiante è Under Paris, il nuovissimo film uscito il 5 Giugno su Netflix e diretto da Xavier Gens. Assistiamo ad un prodotto che alcuni hanno definito action, altri thriller, ma pochi lo riterrebbero drammatico, connotazione che in fin dei conti sembra appartenergli maggiormente. Non troppo si può dire sulla verosimiglianza della narrazione. Perché? Semplice: un flashback vecchio di tre anni e ci troviamo in un presente tanto contemporaneo per temi e riferimenti ma del tutto surreale per la vicenda predominante.

I film francesi conservano sempre un’aria un po’ vintage e tendono a raccontarla lunga su romanticismo e frivolezza. Qui, invece, Parigi diventa protagonista solo in piccola parte, in quanto è la Senna a farla da padrona sullo schermo e rendere la tonalità generale abbastanza cupa. Non si toccano note dark, ma è proprio l’evento tragico delle prime battute di Under Paris a trascinarsi per tutta la storia, fino alla fine. Sicuramente l’idea era quella di replicare quella filmografia incentrata sulla strumentazione di creature non umane notoriamente abnormi e pericolose. L’obiettivo è stato solo sfiorato. Infatti, l’intenzione reale sembra essere stata totalmente un’altra rispetto al fenomeno atavico de Lo Squalo (qui ne parliamo). Sebbene si attesti infatti qualche corrispondenza della trama dai tratti crime e minutamente horror, qui sono altre le vere tematiche che emergono.

È indubbio l’intento del regista e dei diversi sceneggiatori

È evidente che l’intenzione fosse quella di mascherare e inserire determinate tematiche nella cornice di un racconto teso e ansiogeno. Tuttavia, proprio le scene d’effetto e di terrore risultano sulla bilancia stereotipate e dunque farsesche. In fin dei conti, però, se l’idea creativa era quella di offrire al pubblico una distopia contemporanea e quindi surreale, con la complicità di periodo storico, location e personaggi, un voto a suo favore potremmo concederlo. E adesso, per comprendere meglio a cosa ci riferiamo, entriamo nel vivo della storia facendo una nuotata per nulla tranquilla su una Senna ricolma di misteri sommersi.

La biologa marina Sofia Assalas in Under Paris (644x332)
La biologa marina Sofia Assalas

Cosa ci racconta Under Paris?

Partiamo con un racconto al passato che vede la biologa marina Sofia Assalas e il suo team di professionisti, tra cui il marito Chris, sostare sul continente di plastica dell’Oceano Pacifico. Ebbene, proprio in quell’occasione mediante le video-spiegazioni sul notevole impatto dell’inquinamento sull’ecosistema marino, scopriamo che sono gli squali i veri protagonisti dei loro interventi. Sarà proprio durante un’immersione di due membri del team – e Chris – che uno squalo femmina (di dimensioni enormi a causa di una singolare ipertrofia) attacca tutti e tre gli uomini sott’acqua. Si tratta di Lilith, e diventerà il motivo per cui tre anni dopo Sofia avrà già abbandonato le spedizioni e si limiterà a fare la guida nell’acquario di Parigi. In questo modo, la donna si riserverà la possibilità di vedere le grandi creature marine soltanto a distanza.

Durante una visita di una scolaresca, si presenterà all’acquario una giovane ragazza di nome Mika, che inviterà Sofia a seguirla nel suo quartier generale. Lei, insieme alla fidanzata Ben e altri ragazzi, aveva fondato l’associazione SOS, dedita a salvare le vite in mare. Questa convincerà Sofia ad accompagnarla, menzionandole un certo Tags Eleven. Tale marcatura era la stessa data da Sofia a Lilith tre anni prima. Senza troppi giri di parole, Mika e Ben le comunicheranno così che Lilith aveva perso la rotta e si trovava niente meno che nella Senna! Sofia, del tutto incredula, dirà che gli squali Bull Dog come lei non potrebbero sopravvivere in acqua dolce. Eppure, il segnale collegato al suo Tag parla chiaro.

La sera stessa, Mika decide quindi di immergersi accompagnata sulla Senna da Ben

La fidanzata avrebbe dovuto avvisarla in caso fosse arrivata la brigata fluviale. Una volta sott’acqua, troverà subito un’auto sommersa per via di un recente incidente. L’auto è segnata da uno strano morso. Arriva la polizia, Ben cerca di richiamarla in superficie, ma Mika stacca la corda. Allora la fidanzata scappa via, e quando Mika torna su viene inevitabilmente vista dal brigadiere capo Adil e dalla sua squadra. La porteranno dunque alla base per porle le fatidiche domande, pensando che c’entrasse qualcosa con l’incidente appena accaduto. Qui la ragazza rivelerà la presenza di Lilith nelle acque. Il brigadiere non le crede, e intanto alla polizia arriverà un’altra emergenza.

Uno dei clochard della Senna viene trovato morto sulla banchina della Senna e mutilato dal busto in giù. Mika chiamerà anche Sofia, che per la prima volta si presenterà al brigadiere e confermerà l’eventuale presenza di uno squalo nella Senna. Programmeranno così un’immersione per trovarlo ed eliminarlo. Ad aiutarli per il posizionamento della creatura, ovviamente, sarà Sofia. Per il timore, Mika chiede a Ben di disattivare il Tag di Lilith. Una volta in superficie, anche il sonar sembra confermare una forma che ricorda un vero squalo, e Adil incolperà Sofia di essere stata lei ad aver sganciato il Tag. Quest’ultima, offesa andrà via a causa anche di un’improvvisa epistassi.

La brigata fluviale della Senna in Under Paris (575x356)
La brigata fluviale della Senna

Subito dopo, la donna si dirigerà nella sede di SOS cercando di fermare Mika

Qui, questa le ricorderà quanto possano essere pericolosi gli squali, soprattutto in un ambiente che non appartiene a loro. Mika si mostrerà scontrosa, ribattendo che tre anni prima era stata lei a provocare Lilith. Farà anche un annuncio online per sollevare la sensibilità di tutti e cercare di riportare in mare lo squalo sano e salvo. Nel frattempo, il brigadiere andrà all’acquario a scusarsi con Sofia per la sua precedente accusa, e le proporrà di seguirlo per convincere la sindaca della città a sospendere l’evento di Triathlon organizzato per il giorno dopo. Tuttavia, la donna non sentirà ragioni. Affermando che dopo 1.7 miliardi di euro impiegati per quell’evento internazionale, tutto sarebbe dovuto filare liscio come era stato programmato.

La polizia, con il supporto di Sofia, decide così di agire ugualmente, organizzando una cattura mediante l’intervento dell’istituto oceanografico che era già stato informato del fatto. Sarà però Ben a dare il vero aiuto alle autorità, dicendo loro che lo squalo doveva trovarsi nel canale delle acque reflue nelle catacombe e che lì avrebbero trovato anche Mika. Nonostante Ben fosse molto preoccupata, Mika decide comunque di immergersi. Con sua grande sorpresa, troverà non solo Lilith, ma anche uno squalo più piccolo. Nello stesso momento arriva la polizia, che ordinerà a Mika di uscire dall’acqua.

Adil si tufferà per tirarla fuori dal fiume dando una scossa ad Under Paris

Lilith non gli darà il tempo, però, prendendo tra le sue giganti fauci la giovane donna con sgomento di tutti. Il movimento dell’animale solleverà così tanta acqua da arrivare fino alla banchina e far cadere nel fiume anche moltissime delle persone presenti Inizierà così una carneficina fatta di feriti, mutilati e morti, come il poliziotto Leo e la stessa Ben. Una volta in pronto soccorso per salvare coloro che si trovavano in situazioni precarie, Sofia sembrerà rivivere il passato e non riuscirà a essere lucida per un po’. Sarà Adil a consolarla, poiché in qualche modo sente di sentirsi in colpa.

Torneranno poco dopo alle catacombe, dove preleveranno dall’acqua il cucciolo di squalo, morto a causa della precedente lotta combattuta dalla madre. Sofia lo analizzerà e scoprirà che aveva sviluppato un’escrescenza per poter sopravvivere in acqua dolce. Essendo anche lei una femmina, le inciderà il ventre e assisterà incredula alla presenza di innumerevoli feti nonostante non fosse ancora “matura”. Dedurrà quindi che Lilith aveva dato vita a una nuova specie in grado di riprodursi per partenogenesi, e nel canale di acque reflue della Senna aveva trovato il suo nido sicuro. Quindi gli squali attualmente presenti avrebbero potuto, teoricamente, sfiorare anche le centinaia, e in questo modo avrebbero invaso gli oceani senza controllo. Dovevano essere fermati.

Sofia incontra di nuovo la sindaca, asserendo che il problema sulla Senna è reale

Adil e Sofia, con l’attrezzatura usata in passato, scenderanno nel nido di Lilith a trenta metri di profondità per piazzare un esplosivo. Intanto, il Triathlon è partito tra discorsi motivazionali della sindaca, interviste e applausi. Avendo soltanto due minuti di tempo per risalire, uno dei volontari prova ad aprire un varco nella grate che collegano quel canale al corso principale del fiume.

Dopo aver spuntato tutti i passaggi della missione, non resta che risalire in superficie, ma Sofia non sembra convinta. Dopo aver visto una miriade di squali sopra le loro teste, la biologa sarà infatti titubante in quanto sembra non scorgere Lilith. Questo fino a quando l’animale si paleserà, aggredendo tutti i volontari tranne lei e Adil, che rimarrà ferito dopo l’innesco dell’esplosivo. Da questo momento in poi, si verificherà una reazione a catena che porterà Lilith contro i nuotatori di Triathlon, aggredendoli senza remore. L’esercito aprirà così il fuoco, ma questo farà partire tante altre esplosioni per via della taciuta presenza di diverse granate di guerra sul fondo della Senna.

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Adil e Sofia alla vista di Lilith

La sindaca e tutta la popolazione si troveranno a dover scappare sotto le macerie

I diversi ponti, infatti, crollano uno dopo l’altro e l’acqua inonda tutto lo spazio circostante. Sofia e Adil riusciranno comunque a salvarsi, nonostante la baraonda. Sembra dunque finita. Eppure, sott’acqua tanti squali si muovono ancora indisturbati, e addirittura in una delle fermate della metropolitana sembra fare capolino Lilith.

Qual è il vero messaggio di Under Paris?

Siamo tutti consapevoli che la lentezza delle prime battute sia stata vinta dalla concitazione e dal dramma sicuramente intriso di terrore dell’aggressione di Lilith ai danni di Mika. Da lì in poi, si è creata un’escalation di caos che finisce all’evento di Triathlon che la sindaca si è ostinata a non sospendere. Questo la dice lunga sulle azioni e le responsabilità delle autorità, e soprattutto dei politici, nel film, che pensano il più delle volte a tirare l’acqua verso il proprio mulino. Che emerga dunque un leggera denuncia sociale sembra chiaro. Appare infatti scelta pensata quella di caratterizzare la sindaca di una città come Parigi come la più sprovveduta sul campo.

Nonostante ciò, emerge in maniera evidente una sottile duplice tematica. La prima, nonché la più preponderante, riguarda ovviamente la dedizione degli attivisti (qui ne parliamo) volta alla tutela e all’azioni sui mari e su chi li abita. La lotta contro l’inquinamento è dunque incisiva, se pensiamo alle scene iniziali così come la difesa degli ecosistemi marini. L’aver però puntato tutto sull’incoscienza di una ragazzina come Mika, che ha aperto le porte alla carneficina dello squalo, la si può leggere come una scelta contrastante. Gli ideatori di Under Paris non avranno forse voluto sollevare una provocazione?

L’opinione non può essere però immediata ed esaustiva

Questo perché non si possono fare supposizioni sulla sfera sensibile delle persone, né sulle vocazioni che queste possono coltivare. Sappiamo bene, infatti, che dedicarsi a ciò che davvero appassiona diventa il sale della vita. Ed è molto alta la possibilità di buttarsi a capofitto per riuscire a migliorare qualcosa in cui si crede, difendere i propri interessi, che in questi casi non rimangono mai personali ma rivolti alla natura e ala comunità tutta.

I personaggi di Under Paris sembrano dirci qualcosa

Il tempo di un film è di solito molto ridotto, non si può pretendere un’approfondita caratterizzazione dei personaggi. Nonostante ciò, sembra evidente come un accenno di tridimensionalità venga dato almeno ai protagonisti. La biologa Sofia l’abbiamo già inquadrata tre anni prima, quando la vediamo molto coinvolta nella sua missione dell’Oceano Pacifico. Probabilmente un po’ troppo, però, non a caso. Mika non sembra altro che la Sofia del passato, pronta a battersi senza paracadute e con quell’innocente egoismo che non ti fa pensare ai tuoi cari. Nel caso di Sofia, è impattante come quasi abbia portato il marito Chris nelle fauci di Lilith, chiedendogli con intransigenza di prelevare un campione dall’animale. Così come Mika, che non ha ascoltato neanche per un istante i consigli della fidanzata Ben, anche lei vittima poi dell’iperbolico coinvolgimento della ragazza.

La vera differenza, però, sta nel fatto che al momento dell’enorme disgrazia a Sofia, lei non è così giovane come Mika. Eppure, le due condividevano la sua attuale incoscienza mascherata da audacia. Infatti, quando non avrà più segnale dal suo team, si tufferà senza attrezzatura (a parte una piccola arma). Under Paris sembra voler comunicare che da questo brutto episodio Sofia ha imparato che non sempre le passioni possono darti in cambio gratificazione e redenzione. Quindi, a volte bisogne alzare degli argini per controllarle, poiché indietro purtroppo non si può tornare. Mika questa fase non potrà mai viverla così come, per sua fortuna, il senso di colpa di aver trascinato a fondo con lei la sua ragazza e aver messo fine al suo brillante futuro.

Anche il brigadiere capo Adil presenta in Under Paris un accenno di background

Questo approfondimento viene a galla solo dopo i primi momenti, durante i quali non poteva che rivestire i tipici panni da poliziotto da procedural. Dopo aver letto informazioni su Sofia e aver capito cosa avesse vissuto la donna, farà capolino la sua empatia umana e non perderà tempo a dimostrarla a Sofia. Certo è che appare troppo repentino il cambiamento del loro rapporto, poiché sembrano essere bastate un paio di scuse per gettare le radici di una sottotrama (qui un nostro articolo) amorosa assolutamente non richiesta.

Per fortuna, questa non è stata lanciata in maniera evidente, anche perché avrebbe inutilmente appesantito la trama, deviando l’attenzione sul principale argomento e i messaggi nascosti di Under Paris. Vero è che il loro avvicinamento è stato accelerato anche da un passato comune. Di fatto, Adil faceva parte dell’esercito, ma al momento di prendere parte ad una pericolosa missione in Burkina Fasu, aveva deciso di ritirarsi. Da quel momento, non aveva mai smesso di sentirsi un codardo, soprattutto dopo aver avuto la notizia che molti compagni della sua vecchia squadra avevano perso la vita nella missione.

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Lo squalo Lilith prima dell’attacco

Under Paris ha un finale aperto a più interpretazioni

Dopo le forti reazioni a catena innescate dall’azione della polizia e Sofia, sembra che il problema principale non sia stato risolto. Le morti sono solo aumentate e gli squali sembrano non voler tornare nell’oceano per nessuna ragione. Quando Adil, ripresosi dall’onda anomala sospirerà “È finita”, possiamo pensare bene che lo dica in senso decisamente negativo! Gran parte della città si trova infatti ricoperta di acqua e macerie.

Iconica è soprattutto l’ultima scena di Under Paris, che sembra mostrare in metropolitana un grande squalo che pare essere appunto Lilith. Qui l’interpretazione può essere polisemica, ma probabilmente assume un respiro universale piuttosto che circoscritto alla biologia marina. Sembra quasi presentarsi come una presa di posizione della natura che si ribella all’uomo e alle sue azioni, dimostrando come sa essere di gran lunga più forte di lui e delle sue tecnologie. D’altronde, questo finale simboleggia la chiusura dell’anello. Già all’inizio del film, infatti, osserviamo una Lilith agitata perché costretta a vivere sotto un’isola di immondizia. Essendo un animale, è intuibile pensare come si sentisse minacciata piuttosto che tutelata anche dagli stessi biologi marini.

È scontato come gli animali non abbiano un approccio all’esistenza come quello degli umani

Proprio per questo le nostre intenzioni, anche le più benevole, non potranno mai essere viste da animali e natura allo stesso modo. Al di là di significati profondi e acrobazie filosofiche, Under Paris risulta un film che può riempirvi la serata senza troppe pretese. Non convenienti i confronti con altri prodotti all’apparenza simili, in quanto seppur la trama possa non sembrare originale, in realtà lo diventa in termini di dinamiche e ambientazione.

Poteva sicuramente lasciarci con una sensazione diversa. Però, ecco, non si trattava della serie tv della nostra vita che si abbandona con il fiato sospeso. Un film, infatti, è solo una piccola finestra su un frame di narrazione allungato ma circoscritto. E Under Paris, con la sua commistione di diverse direzioni, è riuscito a guadagnarsi una certa compiutezza.