That’s all folks! Il giro sulla giostra è finito e il nostro viaggio tra presente e passato si conclude qui. Un’estate fa ha saputo sfruttare a pieno il suo potenziale di partenza e non ci ha delusi. È stata proprio una corsa sulle montagne russe degna di nota: siamo partiti in maniera tranquilla, abbiamo fatto due o tre giri della morte per poi arrivare allo sprint conclusivo che ci ha portati all’inizio, dove tutto è cominciato. È stato bello immedesimarsi nella storia e fare da detective per un paio d’ore alla volta, ma, soprattutto, è stato bello emozionarsi nuovamente per un prodotto ben riuscito, che finalmente non ha avuto un finale così scontato. O meglio, per quanto il finale possa essere stato scontato, tutta la macchina operativa che ha agito per tutta la storia, ha reso Un’estate fa una serie non scontata, anzi, siamo difronte ad un prodotto italiano ben riuscito.
La bellezza di questa serie è stata soprattutto legata al fatto che quegli anni ’90 ce li ha fatti vivere davvero, a 360°. Con l’avvento di tutte le diverse piattaforme di streaming online, abbiamo un po’ perso quell’abitudine di saper aspettare tra un episodio e l’altro: adesso abbiamo tutto e subito. Ma non in questo caso! Come negli anni ’90 l’attesa tra un episodio e l’altro faceva insorgere le mille congetture per cercare di capire il finale, adesso anche noi siamo stati spinti a farlo: episodio dopo episodio ci siamo scervellati anche noi a mettere in chiaro una storia tutt’altro che limpida e, adesso che la storia è finita, siamo saltati giù dal divano nel capire davvero come siano andate le cose. Da quando è stato ritrovato il corpo della giovane Arianna tutto è cambiato, quasi messo sotto sopra. Il nostro viaggio ci ha fatto dubitare di tutti e di nessuno allo stesso tempo: siamo partiti dall’amante sposato con cui la giovane aveva una relazione, per passare a sua moglie e persino ad Adriano, ma avendo il costante pensiero verso le due figure più irascibili del tempo Mamo e Filippo, ex fidanzato di Arianna. È proprio a lui che siamo portati a dare la colpa alla fine del settimo episodio. È stato un finale quasi troppo frettoloso, considerando che non fosse l’ultimo episodio, quindi, è normale che, come all’ispettore Zancan questa versione dei fatti non tornasse, e neanche a noi possa essere sembrata come certezza assoluta.
Anche lo stesso Elio non è convinto fino all’ultimo della colpevolezza del ragazzo, tanto da ritornare indietro nel tempo proprio a quella fatidica notte del 3 luglio 1990 – che molti ricordano con la delusione del cuore per la sconfitta dell’Italia ai calci di rigore – in cui lui convince Arianna a non lasciarlo e di stare con lui, almeno per quella sera. Le intenzioni di Elio sono sempre state le migliori: viaggiare nel tempo per scoprire la verità e, magari, riuscire a cambiare il destino di Arianna. Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto. Eccoci di fronte alla realtà dei fatti: il destino non lo puoi controllare, lo puoi raggirare, ma mai evitare. Infatti, la morte di Arianna non solo Elio non l’ha potuta evitate, ma è stato lui stesso a causarla. Ci aveva visto bene Zancan che fin dall’inizio ha puntato il dito verso l’avvocato Santamaria e ha combattuto fino alla fine per fare in modo che il reale colpevole venisse alla luce. Grazie alla fatidica fede rinvenuta nella macchina l’ispettore è riuscito a ottenere la sua giustizia. Giustizia che però è durata bene poco.
Arriviamo quasi alla fine dell’ottavo episodio di Un’estate fa dove assistiamo a una scena che ha più peso di quello che potremmo mai pensare: l’incontro tra Elio del passato ed Elio del presente. Rivelazioni ed emozioni che fanno subito breccia nelle nostre anime. In questa scena – resa sicuramente molto coinvolgente grazie non solo all’interpretazione di Lino Guanciale, ma grazie anche all’incredibile bravura di Filippo Scotti che ha saputo farsi notare durante i diversi episodi di Un’estate fa – vengono racchiusi tutti i punti chiave di come funziona la narrazione. Adesso abbiamo avuto la conferma assoluta che lui ha sempre avuto la possibilità di manipolare il passato – come con lo spritz o i cocci di vetro lasciati dietro al termosifone – ma, come ogni serie o film fantascientifico ci ha insegnato, tutto ha il suo prezzo. I due Elio sono messi difronte a un bivio: confessare o continuare la propria vita? Lasciare il corso degli eventi immutato o scontrarsi con la realtà dei fatti e non vedere la nascita della propria figlia in futuro? La logica qui serve a poco e l’unica cosa che possono fare, che Elio adulto spinge a fare, per riuscire a salvare almeno il suo di futuro (e di tutte le persone a lui care), è di simulare la scomparsa di Arianna, ma questa volta senza lasciare tracce, in modo tale che né la cassetta né la fatidica fede possano collocare Elio in quella macchina e in quel momento. È uno stratagemma che funziona: difatti ritorniamo nel presente, Zancan è deluso che la sua storia non si sia conclusa come si aspettava, mentre Elio è scagionato da ogni accusa e il rapporto con Isotta e Alice è tutto ciò che conta, anche se si sentirà sempre in colpa di aver spezzato la vita alla ragazza che amava, con solo il sogno di viaggiare.
Un’estate fa è il viaggio che ognuno di noi svolge attraverso le proprie paure, gioie e ossessioni. Un viaggio che ci ha portato a danzare sulle note più nostalgiche della nostra giovinezza, per farci apprezzare ancora di più un presente che ci siamo costruiti: perché, alla fine, il segreto non è mai scappare guardandosi indietro, ma correre in avanti verso le cose belle.
Un plauso particolare va fatto alla mano straordinaria di Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini, nonché alla regia di Davide Marengo e Marta Savina e un grazie a Sky per averci dato questo thriller transgenerazionale che ci ha fatto tornare giovani. L’emozioni che una serie scaturisce sono sempre d’impatto – e mai banali – e Un’estate fa è riuscita benissimo in questo: abbiamo sospirato, urlato, fatto congetture e persino sognato attraverso i nostri di ricordi. Quando abbiamo iniziato a parlare di Un’estate fa – puoi recuperare i primi articoli qui e qui – sapevamo che poteva avere delle potenzialità e, alla fine dei conti, possiamo urlare a gran voce che le aspettative non sono state deluse. Finalmente nella grande giungla delle serie tv, anche una serie italiana finalmente può collocarsi tra i gialli più riusciti.