Combatteremo una battaglia che farà tremare il mondo.
La settima puntata di Vikings è una sana boccata d’aria fresca che rinvigorisce lo show. La Luna Piena troneggia su tutti i protagonisti, intenti a prepararsi alla battaglia che squarcerà le loro vite vissute fino a quel momento.
Tutti convergono verso le due fazioni createsi durante le precedenti sei puntate, ogni pedina torna sulla scacchiera, che freme sotto le dita dei suoi giocatori.
Bjorn e Halfdan tornano a Kattegat, come guidati da un fato silente che srotola sotto i loro piedi la direzione verso casa. Fianco di Ferro è deciso a lasciare la donna che fino adesso lo aveva affiancato, Torvi, con una schiettezza e una sincerità che di certo non gli ha insegnato il padre defunto. D’altronde, nessuno aveva mai creduto a una possibile e duratura storia tra i due personaggi. Ma nel momento esatto in cui un ragnarsson se ne va, Ubbe si presta a consolare la povera fanciulla dal cuore spezzato… scadendo però in un gesto azzardato: un bacio che un significato ancora non ha, ma qualcuno già lo vede come un tradimento.
La serpe con cui giace il figlio di Ragnar, Margret, subito rimprovera il suo consorte e insinua nuovi pensieri nella sua mente: la sete di potere che trasuda dalle labbra della donna ammaliano Ubbe, ma fino a che punto?
Mentre Bjorn sembra aver trovato un nuovo passatempo nella figlia del re dei Sami, pronto addirittura a sposarla subito. Ricordiamoci che sono vichinghi, dargli un po’ di raziocinio è lecito, ma non scordiamoci le radici. Inoltre la ragazza ha un temperamento molto particolare e da subito ha catturato l’attenzione, oltre che con gli occhi, con la sua interpretazione assai provocante.
Toccante è stata la scena tra Lagertha e Bjorn vicino al fuoco. É evidente come la shield maiden stia arrancando in un regno (o in generale, in una vita) ormai “popolato da fantasmi”, più che da persone in carne e ossa. Ma prontamente il figlio le ricorda che la valchiria che ha conquistato Kattegat non si tirerebbe mai indietro dinnanzi una guerra vista come il Ragnarok.
Lagertha mette da parte la tristezza e la speranza di un ritorno alla vita contadina, un momento di debolezza che ogni essere umano può provare nella disperazione di potersi un giorno ritrovare soli. Ma non adesso, non ancora.
La storyline di questa puntata di Vikings è perfettamente bilanciata tra il punto focale, Kattegat, e le altre tre: Ivar con Heahmund e Harald, Floki nella terra misteriosa e Alfred nel monastero dove tutto ebbe inizio.
I primi, intraprendono una conversazione che verte molto sulla spiritualità, ma anche sulla strategia di guerra. Riprendendo un po’ quel rapporto che aveva Ragnar con Re Ecbert, piuttosto che con Athelstan, con cui l’unico punto di contatto era la religione. Si evince lo stesso sentimento di rispetto, ma al tempo stesso la ferma convinzione nei rispettivi valori. L’unico che vacilla è Hitsverk, che sembra ragionare troppo tra i significati di libero arbitrio e destino.
Nel frattempo, un altro personaggio cui la propria aura di religiosità vacilla è Floki. La terra promessa ai fedeli non sembra accontentare nessuno, anzi, viene additata la landa dell’ingannatore Loki. La vecchia non sembra poi sbagliarsi molto, se ripensiamo alla figura che vide Floki nella cascata, una certa somiglianza al dio dell’inganno c’era eccome (complice la peculiarità dell’elmo dalle corna ricurve). Ma non sembra questo a scaldare gli animi, quanto più la gestione di questa nuova e piccola comunità. Floki esprime pensieri assai comunisti (storicamente precoce il ragazzo) che non tutti recepiscono come genuini. Nell’aria c’è già la gelosia che porta la brama del potere.
In Inghilterra intanto, il figliol prodigo Alfred arriva nel monastero di Athelstan, dove cerca di scoprire qualcosa di più sul padre che tutti stimavano.
A quanto pare, i monaci non sanno dirgli molto rispetto a quello che egli sperava. Oltre a raccontare di un monaco che divenne pagano e che fu crocifisso. Ma la parte più interessante risiede nell’ennesimo monologo che Alfred fa con se stesso, nell’ammissione di non voler diventare umile come il padre. A seguire, la scena dove la voce di Athelstan accompagna quella del figlio nella preghiera, suona una nota nostalgica nel cuore di ogni fan della Serie Tv. Un poco smielata, ma non troppo.
Personalmente continuo a non digerire la parte di Harald e Astrid, che proseguono in questo loro amore bugiardo, che presto farà volar la cicogna su Vestfold. Anche se sorgono dubbi riguardo la possibilità che possa essere o meno di bellachioma, ahimè.