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Vikings 6×02 – Le ragioni del potere

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La 6×02 di Vikings è una puntata di transizione che tuttavia non disdegna di fissare quelle che saranno le basi dei prossimi avvenimenti. Ma ciò che la definisce in modo più deciso è l’allineamento parallelo di due diversi equilibri familiari tra tre fratelli. Da un lato, nelle fredde terre scandinave abbiamo Bjorn, Ubbe e Hvitserk alle prese con progetti, decisioni e demoni da inseguire. Dall’altro capo dell’Europa, nelle nevose lande russe, conosciamo più approfonditamente gli equilibri interni di un nuovo nucleo di protagonisti. Il principe Oleg e i suoi fratelli Askold e Dir. E da questi ultimi in particolare scopriamo cose che potrebbero essere cruciali per diversi altri protagonisti.

Vikings ci aveva dato degli indizi già nell’episodio precedente (qui trovate la nostra recensione) in merito alla natura del principe Oleg. Quest’ultimo invece mette le cose in chiaro su cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo personaggio chiave di questa stagione.

Vikings

Il cosiddetto Profeta è un uomo che non fa sconti a nessuno. Non all’amatissima moglie, brutalmente uccisa perché adultera. E non al fratello, assassinato perchè intento in supposte cospirazioni. La profondità psicologica del personaggio risulta interessante e inquietante al tempo stesso. Da un lato Vikings tende chiaramente a rendere il personaggio quanto più simile ad Ivar nella sua follia ragionata. Dall’altro intesse le trame di una caratterizzazione più peculiare. Abbiamo conosciuto Ivar come un leader spietato e dai modi sarcastici. Oleg invece non disdegna la commozione e le lacrime, come vediamo durante lo spettacolo privato di statue orientali al palazzo.

Ma i tratti sinistri della sua follia si allineano a quelli un sociopatico, e come tale quasi privo di emozioni. Non potremmo spiegare altrimenti la danza sfrenata che accompagna la morte atroce di suo fratello Askold. Avvelenato da Oleg durante il loro incontro a Novgorod, sotto gli occhi di guardie e cortigiani. Sotto gli occhi di un Ivar stupito e ammirato dalla teatralità di un atto cui forse lui stesso sarebbe arrivato con difficoltà.

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Con questa dinamica ci introduciamo in una nuova sottotrama della storia di Vikings che ancora non sappiamo quanto peso avrà sugli eventi futuri.

Veniamo a sapere di un ragazzino, Igor, rimbalzato tra i tre fratelli russi perchè legittimo erede di un regno di cui ancora non conosciamo gli esatti confini. Ciò che sappiamo con precisione è che Igor, figlio del defunto Re Rorik – cognato di Oleg – è la chiave del potere in quelle terre. Chi ha controllo su di lui, controlla il regno. Una ragione più che sufficiente al principe Oleg per assassinare il fratello, colpevole a suo dire di volergli rubare il ruolo di guardiano del ragazzino. Ruolo che a quanto pare gli fu affidato da Rorik. La tragica fine di Askold, corpi e sangue nella neve, e il chiaro timore provato da Igor per lo zio, delineano con chiarezza i tratti di un personaggio che faremmo meglio a temere.

Qualcosa che ancora sfugge alla mente di Ivar, fiducioso nell’idea di Oleg che il suo arrivo a Kiev sia un segno d’approvazione degli dei per la sua volontà di riappropriarsi dei regni scandinavi. Un pensiero che invece sembra essere sempre più chiaro anche al principe Dir, altro fratello di Oleg. Un uomo che pare abbia toccato con mano più volte i “poteri” del Profeta, a dire di quest’ultimo. Gli intenti bellici del principe Dir, non certo felice della morte del fratello, vengono subito sgonfiati dalle non troppo velate minacce di Oleg. L’uomo usa la carta delle profezie di cui sembra esser capace per assicurarsi un passaggio sicuro a Kiev per sé, Ivar e Igor.

Ma la dinamica mostra chiaramente la furbizia di uno stratega in grado di prevedere e organizzare la propria via di fuga per tempo. Ivar ne è estasiato. Noi sempre più inquietati dal sodalizio di due simili personaggi all’interno delle vicende di Vikings.

Ma se in queste terre si consumano fratricidi e spietati giochi di potere, dall’altro capo d’Europa la discendenza di Ragnar cerca di rendere onore alla giustizia paterna evitando gli errori del passato. Nel limite delle loro possibilità.

Da un lato infatti intravediamo la nobile volontà di Bjorn di essere un re giusto, uno che onora obblighi verso chi gli ha prestato aiuto nel momento del bisogno. Dall’altro però emerge un approccio piuttosto naif del neo re, convinto che lasciare Kattegat indifesa non comporti un grosso rischio. E che, se anche così fosse, Hvitserk potrebbe prenderne il comando. A questo punto abbiamo una prima impressione più chiara di quanto la guerra contro Ivar abbia inciso sui protagonisti e sulla stessa Kattegat nonostante la sua liberazione.

Hvitserk infatti è sempre più instabile e la cosa appare ormai chiara anche ai suoi fratelli. Ubbe per primo non lo considera capace di alcunché nelle sue attuali condizioni, ubriaco e tormentato fino alla follia dal fantasma di Ivar. Qualcosa che i fratelli sembrano aver superato, ignari delle dinamiche in atto che potrebbero dar ragione ai tormenti di Hvitserk. Lagertha invece, volontariamente confinata a una tranquilla vita di campagna, ha deposto la spada della shield-maiden e così il suo stesso ruolo al comando e nella difesa di Kattegat.

Ubbe invece, stanco di guerre e desideroso di nuove avventure altrove, insegue la leggenda del vagabondo Othere, l’uomo che parlò di una terra meravigliosa a Ovest. Terra che sembra coincidere con l’Islanda scoperta da Floki e colonizzata dai vichinghi portati con sé in quello che è finito per essere un incubo.

Tuttavia l’episodio rimarca proprio con Ubbe la diversità del legame fraterno tra i figli rimasti di Ragnar e quelli che controllano le terre a est.

Il maggiore dei figli di Aslaug mette da parte l’eccitazione per la nuova avventura islandese per sostenere Bjorn nella sua decisione di rispondere alla chiamata d’aiuto di Harald. Così mentre Bjorn programma la spedizione per liberare Re Harald, affrontando le conseguenze che ciò potrebbe comportare, Ubbe posticipa il suo viaggio per restare a difesa di Kattegat.

Intanto arriva un ulteriore snodo di trama. Ketill, patriarca di una delle due famiglie coinvolte nella faida islandese, è tornato a Kattegat per reclutare nuovi coloni. È proprio lui che invoglia Ubbe a partire alla volta dell’isola confermando la presenza di Othere in quelle terre. Ma se Ubbe si lega a Ketill, il compito di smascherare le menzogne di quest’ultimo potrebbe toccare a Bjorn.

Vikings

Il re infatti non crede alla versione raccontata da Ketill, come tutti gli altri nutrono dubbi sulla sparizione di Floki. Perciò chiede a Ketill di fugare i suoi dubbi partendo con lui per la spedizione in Norvegia. Il dialogo ci lascia incerti su quale sarà la dinamica di uno snodo fondato sulle menzogne raccontate dall’uomo. Ma soprattutto Vikings ci lascia con una domanda ancora più importante: quali saranno le conseguenze della volontà di Bjorn di essere un re giusto?

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