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Wish – La Recensione: la Nuova Epoca di Disney, quella che fatica a emergere

Wish Disney
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La storia dei classici Disney viene convenzionalmente divisa in “fasi” o “epoche”. Ben nota, oltre alle prime storiche fasi, è quella del Rinascimento Disney che ha caratterizzato gli anni ’90. Dopo la successiva epoca sperimentale, che portò ottime pellicole ma anche flop che non si vedevano da tempo, arrivò la svolta nel 2006. John Lasseter venne nominato direttore creativo. Non si trattava affatto di un nome qualunque: dopo alcuni anni già trascorsi alla Disney (visto che siamo nel periodo natalizio, ricordiamo che fu anche tra gli animatori del Canto di Natale di Topolino) fu tra i membri fondatori della Pixar, dirigendo anche quei capolavori che sono i primi due Toy Story e A Bug’s Life.
La nomina di Lasseter segnò l’inizio della fase revival che vide un nuovo Rinascimento Disney. Rapunzel, Frozen, Zootropolis furono alcune delle migliori pellicole di una fase che, purtroppo, si concluse con le dimissioni di Lasseter a seguito di gravi accuse ricevute. Un addio simile non poteva avere che avere conseguenze rilevanti, poiché John Lasseter è davvero una delle figure più importanti della storia dell’animazione.

Nel 2018 ebbe così inizio la “Nuova Epoca” con Jennifer Lee, sceneggiatrice e regista di Frozen, la quale ha lavorato anche al soggetto del nuovo Wish. Purtroppo questa fase Disney sta faticando enormemente ad emergere. Ad eccezione di Frozen II ed Encanto, gli altri lungometraggi sono stati piuttosto deludenti. Anche Wish sembra seguire le stesse orme: gli incassi oltreoceano sono stati disastrosi e vanno a peggiorare una situazione già fortemente negativa, considerati gli altri clamorosi insuccessi del 2023 Disney.
Recentemente Bob Iger ha parlato apertamente della necessità di tornare al racconto, alla necessità di intrattenere. Come diceva Sergio Leone: “Il cinema deve essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito. Il cinema è mito”. Quindi com’è questo Wish, 62esimo classico Disney? Purtroppo è ancora figlio della Nuova Era Disney riproponendo temi, stilemi e caratteristiche già viste negli ultimi flop. Le parole di Bob Iger arrivano troppo tardi e Wish nasce ancora seguendo le orme passate. È un peccato però che il centenario di una casa di produzione tanto importante venga festeggiato così in sordina, e la stessa storia della stella Disney, tanto celebrata nella promozione della pellicola, non emerge mai davvero nel racconto.

Wish non è un brutto classico Disney. Purtroppo però ripropone tante caratteristiche già viste nei precedenti lungometraggi, caratteristiche che hanno ormai stancato tanti spettatori. In un altro momento Wish forse sarebbe stato accolto diversamente, oggi invece è (inevitabilmente) un flop al botteghino assicurato

Wish

Wish narra le vicende di Asha, abitante del regno di Rosas fondato dal re Magnifico e dalla regina Amaya. Re Magnifico, dopo aver studiato stregoneria, è in grado di esaudire i desideri di ogni suddito; per questa ragione ogni persona dona i ricordi del proprio sogno al re, il quale una volta al mese ne esaudisce uno con una grande cerimonia. Asha si sottopone al colloquio per diventare assistente del re e, durante il loro primo incontro, gli chiede di esaudire il desiderio del nonno Sabino, il quale compie 100 anni proprio quel giorno. Magnifico si rifiuta dopo aver notato che il desiderio di Sabino, a causa della sua vaghezza, potrebbe mettere a rischio l’intero regno. Asha comprende che tanti desideri dei sudditi non verranno mai esauditi, e che il re in realtà è un vero e proprio tiranno. La sua storia non viene creduta da nessuno e, infine, decide di svelare il proprio desiderio alla stella più luminosa nel cielo, quella che ammirava da bambina assieme al padre. In seguito Star (la stella a cui anche Geppetto, Vaiana e Tiana si erano rivolti) scende sulla terra e conferisce il potere di parlare alla foresta e agli animali circostanti. Asha decide dunque di recuperare i desideri di tutti e liberare il regno dalla tirannia.

La storia di Wish non è particolarmente originale, eppure questo non rappresenta necessariamente un problema. Frozen è il più grande successo dello scorso decennio e presenta premesse tutt’altro che uniche. Come gli ultimi classici Disney, anche questo però recupera da Frozen l’idea per cui l’antagonista non è mai un personaggio totalmente negativo come lo erano i grandi cattivi Disney del passato. Con Magnifico si è cercato di tornare ad avere un vero cattivo, ma il tentativo è stato troppo timido. Non appare mai davvero spaventoso, non riesce a incutere paura, per quanto le sue azioni siano pericolose e manipolatorie. Ci sono indubbiamente messaggi interessanti che si possono estrapolare da questo cattivo Disney, ma ciò non toglie che sia un antagonista che difficilmente verrà ricordato a lungo. Re Magnifico non ha fini originali né li persegue con particolare acrimonia o crudeltà.

Se in una storia simile il cattivo non è incisivo, allora tutto il film fatica a coinvolgere lo spettatore

Wish

A risultare altrettanto deludente è la storia riguardante Star, la stella già vista in altri celebri lungometraggi Disney, a cominciare da Pinocchio. Si tratta del simbolo della casa di animazione, e la sua storia era molto attesa dal pubblico. Per alcuni, addirittura, era l’unica cosa che rendeva Wish interessante, sulla carta. Purtroppo, senza farvi spoiler, vi anticipiamo che difficilmente sarete soddisfatti dalla storia di Star, e non ci verrà raccontato tanto quanto speravamo. E pensare che sembrava davvero che sarebbe stata lei la protagonista, e che il film ne avrebbe raccontato le origini…

Un plauso va invece alle canzoni, a cominciare da “Un sogno splende in me”. Julia Michaels e Benjamin Rice, entrambi già candidati ai Grammy in passato, sono artisti di spessore, coadiuvati dal veterano David Metzger che collabora con la Disney da Tarzan. Seguendo la linea vincente di Frozen, già confermata in Encanto, sembra che la parte musical sia davvero ben riuscita, anche se forse non viene apprezzata da tutto il pubblico (e probabilmente è meno riuscita degli altri due film appena citati). Ciò che però davvero non manca nel film è il cuore, il sentimento, che traspare proprio nelle canzoni e nell’epilogo. Il film, nonostante tutti i problemi, riesce a trasmettere la forza che caratterizza da sempre la Disney. Citazioni, buffi animali a fare da spalla (qui c’è la capretta Valentino), animali parlanti, protagonista che vuole cambiare il destino di tutti.
Tutto ciò però viene strozzato da un racconto che presenta i problemi e le caratteristiche deludenti che abbiamo citato in precedenza. Della grandezza e dell’epicità di Frozen, per non parlare dei classici più datati, qui rimane davvero poco.
Nota a margine per il doppiaggio italiano: ottimo nelle canzoni, non sempre convincente nel resto, purtroppo.

A questo si aggiunge un’animazione in tecnica Meander, metà disegno tradizionale e metà in CGI, che fatica a lasciare davvero il segno. Per fortuna il cuore Disney c’è e il film presenta comunque una certa forza

Wish

Come dicevamo in apertura, forse in un altro momento Wish sarebbe stato accolto in maniera più positiva. In quanto film selezionato per celebrare il centenario Disney è però deludente, e ancora una volta il racconto fatica a emergere sui temi da veicolare. Forse questo rappresenta la conclusione di una certa linea della Nuova Era Disney, a eccezione del vincente Frozen che difficilmente verrà rivoluzionato coi suoi sequel. Jennifer Lee è una direttrice di grandissimo talento e sicuramente sarà in grado di cambiare la rotta di una Disney sempre più in crisi. Rimaniamo in attesa che il racconto e il mito tornino protagonisti dei classici. È davvero un peccato celebrare il centenario in uno dei momenti di maggiore crisi degli Studios, ma pensiamo che potranno risollevarsi anche questa volta. Attendiamo con trepidante attesa Zootropolis 2, sequel dell’ultimo grande classico Disney, per il quale non possiamo che avere grandi aspettative. Quello, forse, segnerà l’inizio di un nuovo Rinascimento Disney che attendiamo con ansia.

In attesa di vedere cosa ci riserverà il futuro, non possiamo che celebrare il passato e fare tanti auguri ai Walt Disney Studios!