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X Factor 15×03 – La Recensione: finalmente un pizzico di autenticità

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X Factor 15×03, andato in onda su Sky Uno il 29 settembre e disponibile su Now, mette un punto alle audizioni e anticipa solo alcune delle emozioni che proveremo – si spera – durante i bootcamp tanto attesi, poiché dalla settimana prossima avremo davvero modo di capire come la produzione ha saputo reinventarsi gestendo le non categorie di quest’anno.

Il secondo episodio aveva purtroppo rivelato il lato più costruito e finto del programma calcando la mano su interviste e battute che più che raccontare l’importanza dell’inclusività l’avevano resa uno spot pubblicitario per catturare una fetta precisa di pubblico. Ma alla fine si tratta pur sempre della televisione in cui l’aspetto più genuino è spesso subordinato e sketch costruiti, per questo è conveniente fare un sospiro e andare avanti notando quelle punte di sincerità che nonostante tutto sanno farsi strada sul palco. Sono proprio i concorrenti di X Factor 15×03 a costituire quella punta di onestà che ci permette di apprezzarli come persone e specialmente come artisti. Rispetto al circo protagonista di X Factor 15×02, l’episodio di questa settimana si presenta un po’ più serio e volutamente concentrato su un maggior numero di veri talenti. Questo conferma un montaggio per nulla equilibrato che ha dato origine a due episodi da collocare agli antipodi: uno immerso nel caos e l’altro – fortunatamente – ricco di talenti alternativi e tradizionali. Ulteriore prova di un montaggio insoddisfacente è proprio l’inizio di X Factor 15×03, che si apre nello stesso modo di X Factor 15×02 gettando in confusione il pubblico che per un istante crede di star guardando la puntata sbagliata.

X Factor 15×03 grida a gran voce lo scopo di questa edizione: disturbare!

C factor 15x03

Disturbare il vecchio pubblico e la vecchia Italia con l’atteggiamento provocatorio di chi vuole combattere per la propria libertà anche attraverso un dispetto simbolico. “Un po’ più di schifo ci deve essere” sostiene Manuel Agnelli commentando l’esibizione dei “Le Endrigo”, una band dal sound accattivante e un front man dalla voce sporca e dispettosa. L’idea è andare oltre i confini e dimostrare che con la musica si può dire e fare tutto perché si inserisce perfettamente in ogni tempo diventandone anche manifesto. La musica non è apolitica o asociale perché racconta della vita delle persone e della loro storia. La musica deve avere degli ideali ed è proprio questo che si palesa ascoltando i concorrenti di questa terza puntata.

Rispetto ai due episodi precedenti, X Factor 15×03 porta sul palco un’interessante esperimento di multiculturalità – un aspetto che già nelle altre edizioni si era verificato – dimostrando che i confini sono solo dei concetti e che una contaminazione di tradizioni e storie può far nascere esibizioni emozionanti. Pensiamo a Toipa dei Mombao, una canzone russa che ha trasportato i giudici e il pubblico in un antico universo tribale dai toni lontani e insondabili. Ad enfatizzare queste sensazioni vi erano gli stessi musicisti con il volto e il corpo dipinti di bianco pronti a ribaltare l’idea che il pubblico si era fatto di loro a prima vista.

Si potrebbe dire che per adesso rientrano tra quelle band particolari ma che si spera riescano ad andare avanti. Parlando ancora di multiculturalità e di “diverso”, la mente viaggia subito a “Uomini Coreani” e alla loro cover di Come saprei di Giorgia (e parlando di cultura e cinematografia coreana, non perdetevi Squid Game). Nonostante qualche difficoltà di pronuncia, l’atmosfera che hanno creato sul palco si è caricata di tenerezza e stupore poiché pur mantenendo una certa fedeltà sono riusciti a dare un tocco personale al brano. Ed è attraverso le esibizioni di Mombao, degli Uomini coreani, delle giovanissime Lyra e Nika Paris che quell’aspetto pubblicitario e finto è stato smussato dando spazio alle vere sensazioni.

X Factor 15×03 avrebbe dovuto dare meno spazio ai discorsi perché i concorrenti solo con le loro movenze e il loro stile sono riusciti a raccontare delle storie molto più di del mille parole superflue.

Indimenticabile, a tal proposito, è l’esibizione di Edoardo Spinsante con la sua Colore oppure la cover di La casa in riva al mare portata dal giovane Edo che da ingegnere si è trasformato in un musicista di grande talento.

In questo vortice di emozioni non sono mancate le scene divertenti con personaggi macchietta che con nostra grande gioia sono stati eliminati strappandoci sempre una risata di pietà. E che dire dei giudici? In questo episodio non si sono accaniti molto e non hanno sfoggiato neanche tanti “complinsulti”, sebbene Mika sia tornato a rivestire i panni del “no man” per eccellenza, rivelando quel lato imprevedibile e ironico nascosto dietro un volto solo apparentemente gentile. Il Mika senza cuore ha preso il posto di quel giudice un po’ timido degli inizi ma che facilmente ha preso confidenza regalandoci momenti iconici.

E se Mika ha lasciato che emergesse la parte più dura e professionale di sé, Ludovico Tersigni si dimostra un ragazzo acqua e sapone che con solidarietà e cordialità sostiene i concorrenti. Non fa tanto di più rispetto a Cattelan e per adesso risulta un po’ anonimo sulla scena. Tuttavia nel pieno stravolgimento del programma Tersigni si inserisce benissimo anticipando un probabile e ottimo futuro da conduttore.

Dopo aver parlato di emozioni, viaggi internazionali e musicali, veniamo a uno dei punti più importanti: i bootcamp. Dalla settimana prossima i concorrenti saranno divisi in quattro gruppi misti e scelti in base alle preferenze e ai gusti dei giudici. Questa nuova organizzazione suscita dei dubbi ma la verità è che ci sono le stesse percentuali di successo e fallimento, di conseguenza l’unica cosa da fare e affidarci e sperare che lo spettacolo e la musica ci sorprendano ancora.

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