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Yellowjackets 3×01/02 – Un attesissimo ritorno che non delude le aspettative

Natalie, la nuova regina delle Yellowjackets
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Yellowjackets 3×01 e 3×02 e sulle due precedenti stagioni della serie

Un ritorno che aspettavamo da tanto. E che non ci ha affatto deluso. Finalmente ha fatto il proprio esordio su Paramount+ la terza stagione di Yellowjackets. La scelta, non banale, di rilasciare le prime due puntate nel giorno di San Valentino ci offre l’assist per parlare di diverse cose. Del sorprendente finale della 3×02, col bacio tra Shauna e Melissa che apre a una riscrittura totale del personaggio interpretato da Melanie Lynskey (qui sette curiosità su di lei) nella sua versione adulta e da Sophie Nélisse in quella giovane. Della sofferenza di Misty, la cui concezione sballata degli affetti umani la sta duramente colpendo. Di Callie, il cui trauma sta uscendo con forza e si nutre proprio dell’inesorabile assenza di amore materno.

L’amore, dunque, è parte fondante di Yellowjackets 3×01 e 3×02. Lo è nelle sue sfumature più torbide e tetre. Come da tradizione di questa strepitosa serie tv. Lo è in tante declinazioni, destinate a prendersi la scena in questa terza stagione che, dopo il finale impattante del secondo capitolo, riparte da un nuovo equilibrio. Pronto, anch’esso, a spezzarsi immediatamente. A dissolversi in una nuvola di fumo. Yellowjackets è tornata e lo ha fatto alla grande, mettendo subito in chiaro le sue ambizioni per questa attesissima terza stagione.

In Yellowjackets 3x01 vediamo come le ragazze hanno riorganizzato la loro comunità
Credits: Showtime

La primavera delle Yellowjackets

I primi istanti sono già manifesto. Yellowjackets 3×01 si apre in modo strepitosi. Quella che, ancora turbati dalla precedente stagione, crediamo sia una caccia si rivela essere invece un nuovo sport che le ragazze stanno mettendo in pratica. Dopo quest’inizio, particolarmente significativo perché emblematico di tutto ciò che avremmo visto dopo, ci viene presentato il nuovo contesto. La neve e il freddo hanno lasciato spazio al tepore della primavera. La bella stagione ha rinvigorito le ragazze, che dopo l’incendio della baita si sono riorganizzate. Capanne, allevamento, caccia. Le giovani hanno messo su una micro-società, in cui ormai il culto dei boschi ha un valore centrale come rito affermato. La calma, però, è destinata a durare poco.

Le avvisaglie di mal tempo si vedono proprio da quel gioco. Lo scontro tra Shauna e Mari degenera, e porta all’allontanamento della seconda. Le crepe, derivanti non solo dalle difficoltà della condizione ma pure, ormai, dal trauma vissuto e consumato, affiorano e si fanno sempre più profonde all’interno di quel delicato tessuto sociale costruito. Quella primavera donata, secondo Van, dai boschi, è una rinascita solo apparente. Eloquente, in tal senso, è proprio quel monologo di Van, messo a duro confronto con lo sfogo di Shauna. Una stessa situazione vista con due filtri diversi. Quello della rabbia della seconda. Quello della fede della prima. La rimozione e l’elaborazione del trauma.

Ognuna metabolizza a modo suo ciò che è successo. L’inverno ha lasciato delle ferite impossibili da rimarginare. Che nemmeno il sole della primavera può sanare. La rinascita, come dicevamo, è pura apparenza. Illusione, come la gran parte delle convinzioni delle ragazze. Niente sembra essere certo per loro. La colpevolezza di Coach Scott nell’incendio. Le voci che disturbano la festa per il solstizio. E pure quella convinzione di non aver compiuto un massacro divorando i compagni di sventura, bensì un sacrifico. L’intera primavera delle Yellowjackets è pura illusione.

Una nuova minaccia per le Yellowjackets?

In questo clima di anestetizzato ottimismo piombano due nuove minacce (aleatorie, pure queste, almeno sinora), per le ragazze. Una ha dei contorni più reali, e riporta proprio a Coach Scott. Sopravvissuto all’inverno, l’uomo si è allontanato dalle sue calciatrici. Raccapricciato dalle loro gesta. Su di lui è ricaduta la colpa dell’incendio alla baita. E se la sua negazione dei fatti ci sembra plausibile, non possiamo d’altra parte certamente fidarci della sua sanità mentale, chiaramente compromessa. Al momento è difficile inquadrare i contorni di questo personaggio. La sua sembra più una reazione di paura che di attacco. Il coach non appare completamente genuino, ma neppure una vera minaccia. Nonostante gli sforzi di Natalie di evitarlo, un confronto ci sembra inevitabile. Probabilmente, però, ci vorrà del tempo.

L’altra minaccia, molto meno tangibile, arriva da quei rumori provenienti dal bosco. Bisogna chiederci, innanzitutto, se questi siano reali, prima di domandarci che tipo di rumori siano. Assorbite nel loro nuovo rito collettivo, le ragazze sono traumatizzate e fortemente suggestionabili. È altamente probabile che sia quello stesso trauma a provocare più che un’allucinazione proprio una suggestione collettiva. Resta comunque viva la possibilità che si tratti di qualche animale in agguato nel bosco, magari spaventato dalla civiltà. Più difficile credere a una presenza. Finora, nonostante le salde credenze del clan, non c’è stato nulla di sovrannaturale nel racconto.

Yellowjackets 3×01 e 3×02 introducono, comunque, queste due nuove minacce. E il tormento qui è psicologico. Per cui più fine e sottile. La serie si diverte pure a giocare con lo spettatore, emulando quel senso di smarrimento che stanno provando le ragazze. Cosa sarà reale? Cosa non lo è? L’obiettivo è arrivare a dubitare nei propri sensi, così da immergerci in quel clima in cui l’unica risposta sempre abbracciare un rito collettivo per sentire di appartenere a qualcosa.

Coach Scott, una delle minacce emerse da Yellowjackets 3x01 e 3x02
Credits: Showtime

Il bacio di Shauna

Facciamo un bel salto in avanti a arriviamo al gran finale di questo doppio appuntamento. In coda a Yellowjackets 3×02 assistiamo allo scontro tra Shauna e Melissa (decisamente inquietante quest’ultima, bisogna ammetterlo) culminato in un inatteso bacio. Al di là delle implicazioni narrative (sembra probabile che la donna del telefono sia proprio Melissa) questo passaggio può riscrivere completamente il personaggio di Shauna. Baciando Melissa, la ragazza ha ceduto a un istinto già presente, che stava reprimendo? Se così fosse, andrebbero riconsiderate alcune cose. In primis il rapporto con Jackie, sembrato sempre troppo squilibrato. La presenza di sentimenti da parte di Shauna per Jackie giustificherebbe la devozione provata. E in parte spiegherebbe anche la storia con Jeff, che potrebbe essere una conseguenza della repressione che Shauna stava mettendo in atto.

Una repressione che, ci sembra, Shauna abbia continuato a esercitare pure da adulta. L’insoddisfazione cronica della donna avrebbe, così, una giustificazione quantomeno credibile. Il rapporto tiepido con la figlia. Le incomprensioni col marito. Non sarebbe solo il trauma a frenare Shauna, ma una vita che, semplicemente, lei non vuole e non ha mai voluto. Non deve essere stato facile, inoltre, coniugare questi sentimenti con la maternità e la perdita del bambino. Si può facilmente comprendere come un uragano emotivo del genere possa aver travolto la povera Shauna.

Questa linea narrativa, dunque, assume una rilevanza davvero centrale. È forse la più preziosa aggiunta di Yellowjackets 3×01 e 3×02. Sarà interessante capire come si evolverà la situazione tra Shauna e Melissa. Nel passato ma, a questo punto, probabilmente anche nel presente. Dobbiamo dire che siamo davvero molto intrigati da questa situazione che si sta delineando. Una situazione che promette di travolgere pure altri personaggi, tra cui quello su cui, forse, è pronto uno dei lavori psicologici più profondi di tutta la narrazione: Callie.

Callie e Misty, due sofferenze pronte a esplodere

Finalmente sembra essere arrivato il momento di Callie. La figlia di Shauna nelle prime due stagione è stata una presenza fissa, ma un po’ marginale. Appendice dei problemi della donna. In Yellowjackets 3×01 e 3×02 la ragazza si conquista, però, una centralità del tutto nuova. E molto meritata. Non possiamo dimenticare ciò che Callie ha vissuto. La scoperta dei crimini dei genitori. La caccia che ha chiuso la seconda stagione. La giovane ha ormai accumulato un bagaglio di esperienze negative tale da farla esplodere. E pure prima che accadesse tutto ciò non ci sembra che la situazione con i suoi genitori (in particolare con Shauna che non definiremmo certo madre dell’anno) fosse così idilliaca. Ora, però, il trauma si sta facendo prepotentemente largo pure in Callie.

Un altro personaggio particolarmente sofferente in Yellowjackets 3×01 e 3×02 è Misty. Nonostante tutte le sue stranezze, non si può non provare almeno un briciolo di tenerezza per lei. Vederla ubriaca e sofferente è un bel colpo al cuore. La sua solitudine è esplosa in maniera straziante. Misty non l’accetta, e continua a rifugiarsi nel suo costrutto d’illusioni che però, ormai, si sta lentamente sgretolando. Callie e Misty, per certi versi, sono simili. Sole. Incomprese. Sofferenti. Sono destinate entrambe, ci sembra, a una parabola importante in questa terza stagione. E Misty merita davvero un percorso centralissimo. Vedremo cosa accadrà.

Per il resto non c’è moltissimo da segnalare. O meglio, ci sono alcune situazioni da monitorare, per magari riparlarne più avanti. Il ritorno di Lottie, ad esempio, o il rapporto tra Taissa e Van. E ovviamente pure quello tra Mari e Coach Scott. Questioni da inquadrare ancora (tempo fa avevamo immaginato come sarebbe potuta finire la serie). Proposte da Yellowjackets 3×01 e 3×02 e da approfondire nel corso della stagione. Di carne al fuoco (usando un modo di dire un po’ infelice, ma efficace in questo caso) ce n’è parecchia. L’impressione è che anche questa terza stagione di Yellowjackets sarà un bellissimo viaggio. E lo faremo insieme nel corso delle prossime settimane.

Ci sarà un inaspettato ritorno in questa terza stagione di Yellowjackets? Scoprite di chi si tratta