ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Yellowjackets 3×03 e sui precedenti episodi della serie tv
Ok, ora le cose si stanno facendo davvero strane. Molto intriganti, ma strane. Dopo la doppia première di settimana scorsa (qui potete recuperare la recensione) Yellowjackets 3×03 ci porta più a fondo nel nuovo mistero destinato a dominare questa terza stagione. Quei misteriosi rumori che le ragazze hanno sentito nei primi due episodi tornano, e potrebbero avere una spiegazione tanto reale quanto immaginaria. Tornano con un bel pizzico d’horror, che dilaga nel finale di puntata e che non si vedeva da un po’ nella serie. Ci era mancato, non c’è che dire.
Yellowjackets 3×03 è una puntata molto intrigante, ma strana. Riflesso perfetto della piega che sta prendendo il racconto. La trama del passato al momento è molto più interessante di quella nel presente, che ancora non svela apertamente le proprie carte. Ci aspettiamo una sterzata in tal senso magari già dalla prossima settimana, o comunque in un futuro molto prossimo. Per ora, comunque, questa terza stagione di Yellowjackets prova a ingranare e dopo l’ottimo inizio di settimana scorsa, questa puntata si conferma molto interessante.

I rumori: minaccia reale o immaginaria?
Parliamo subito dell’elemento più succoso non solo di questa puntata, ma dell’intero inizio di stagione. Cosa diamine sono quei rumori che si sentono tra i boschi? La scorsa settimana avevamo avanzato l’idea che si potesse trattare di un’allucinazione collettiva. Idea che però, dopo che quei rumori sono stati uditi anche da coach Scott e da Mari, con tanto di incursione pure fisica, ha sembrato perdere aderenza. Tuttavia, il finale di Yellowjackets 3×03 suggerisce un’altra strada, aumentando ulteriormente i dubbi sulla reale natura di questi rumori.
Nella sequenza finale, dopo l’inquietantissimo sogno di Van, Akilah e Shauna (qua la parte davvero strana), coach Scott parla di un gas venefico diffuso nell’aria. È stato quello a intossicare le tre ragazze (così si spiegano anche le vampate della fiamma) inducendogli quelle allucinazioni. Potrebbe, dunque, essere sempre quello a provocare la percezione (a questo punto allucinogena) dei rumori. Ci sembra un po’ presto per una spiegazione definitiva, ed è molto probabile che questo mistero ce lo porteremo almeno sino alla fine della stagione. Tuttavia questo dettaglio è parecchio significativo e non fa che aumentare la domanda alla base della questione: questi rumori sono reali o no?
Nell’immediato futuro delle Yellowjackets ci sarà il confronto con coach Scott. E magari scopriremo cosa è accaduto davvero alla capanna. Anche qui, però, arriva un assist dal veleno: essendo un gas, potrebbe benissimo aver causato l’incendio. Insomma, la rivelazione della presenza di questa sostanza tossica può avere dei risvolti davvero interessanti. Gli scenari sono diversi, non resta che aspettare come si svilupperanno. Sicuramente abbiamo compiuto un bel passo in avanti.
Yellowjackets 3×03 tra horror e superstizione
Yellowjackets 3×03 ci è piaciuta sopratutto perché, in coda all’episodio, c’è stato un ritorno di fiamma di quella componente horror (a proposito, sta per tornare un grande cult del maestro Dario Argento) che, presente soprattutto nella prima stagione, si era sempre più affievolita con l’incedere della seconda. Ora ha fatto ritorno, con quella sequenza dei sogni davvero di grande impatto. Ci piacerebbe che quest’atmosfera più dark continuasse a prendere ulteriormente piede, e la direzione, con la questione dei rumori, ci sembra poter essere veramente questa.
Alla componente horror se ne accompagna un’altra, sempre molto suggestiva. La superstizione è stato un altro elemento centrale in Yellowjackets, soprattutto nella linea temporale del passato con lo sviluppo del culto dei boschi. Ora, però, questa sta prendendo piede pure nel presente. La morte del cameriere dopo la fuga dal ristorante di Taissa e Van ha innescato una sequenza, coniugandosi col miglioramento delle condizioni di salute di Van, che ha portato Tai a riprendere il culto dei boschi. Da tempo sentiamo le donne dire che quella cosa è tornata con loro e adesso questa cosa sta diventando più reale che mai. Plasmata dalla superstizione di Taissa che sembra ormai aver perso ogni remora e aver ceduto alla sua parte più irrazionale.

Un presente che fatica a ingranare
Per un passato molto intrigante, c’è un presente che invece sta facendo molta fatica a ingranare. Dopo la morte di Natalie, questa trama sta vivendo un po’ di stallo. Yellowjackets 3×03 non fa compiere passi in avanti alla questione principale, ovvero la stalker di Shauna (parliamo al femminile perché l’ipotesi più corposa è che si tratti di Melissa). Nell’episodio c’è solo l’incidente con l’auto, per cui si prende la colpa la povera Misty (va bene la favola Al lupo! Al lupo!, è molto calzante, però il personaggio di Christina Ricci continua a farci un po’ tenerezza). Non possiamo biasimare Shauna per aver incolpato Misty (il suo curriculum parla per lei), ma ci sembra evidente che stavolta non c’entri nulla. E dopo aver assistito al suo crollo, ora questa sfuriata ci fa empatizzare ancora di più con lei.
Decisamente meno positivo è il sentimento verso Lottie, che si prende pure lei la giusta dose di sfuriate da Shauna. Nel passato Lottie continua, dalle retrovie, a manipolare le compagne con la sua fede nei boschi (e il futuro di Akilah ci sembra sempre meno solido). Nel presente forma una stranissima coppia con Callie, coinvolgendola in un furto e cercando di iniziarla ai segreti del passato suo e della madre nei boschi. Non la figura genitoriale ideale, insomma. Bisognerà capire come Lottie s’inserirà in questo quadro di superstizione crescente nel presente e come si svilupperà il suo rapporto con Callie. Rapporto che pare proprio destinato a essere centrale in questa terza stagione di Yellowjackets. Tutto, però, nella trama del presente sembra ancora fermo a uno stato potenziale, che potrà sicuramente innescarsi quando, finalmente, entrerà in scena il misterioso tormento di Shauna. Per ora dominano i nervi tesi, ma poco altro.
Yellowjackets 3×03 ci ha regalato parecchie cose su cui riflettere. I rumori, il veleno, il destino di coach Scott. A prendersi la scena, però, è soprattutto l’equilibrio tra la dimensione reale e quella immaginaria. Mari ci parla di una duplice realtà, e questa potrebbe essere una potente metafora di ciò a cui stiamo assistendo. I contorni si stanno volutamente sfumando in questa terza stagione, così da portare pure lo spettatore al disorientamento che stanno provando le ragazze. Il filo per comprendere interamente la situazione potrebbe essere il saper distinguere tra queste dimensioni, ormai quasi sovrapposte. Se la serie visibile su Paramount+ manterrà questa direzione (e in merito si era espressa proprio Christina Ricci), questa terza stagione promette di essere davvero intrigante.
I dieci migliori film horror secondo un sondaggio di Ranker