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Yellowjackets 3×05 – Abbracciare i propri lati oscuri

La giovane Shauna in Yellowjackets 3x05

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Yellowjackets 3×05 e sui precedenti episodi della serie tv

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“Non devi aver paura dei tuoi lati oscuri”

Il finale di Yellowjackets 3×05 è di quelli frenetici e ricchi di tensione. La puntata (visibile, come di consueto, su Paramount+), invece, scorre senza grosse emozioni. Sembrava persino dimenticabile fino a un certo punto. Poi, però, avvicinandoci alle battute conclusive, ecco finalmente qualche sussulto. E che sussulti. L’oscurità si fa prepotentemente strada tra le ragazze. Domina e orienta i loro comportamenti. E queste non possono fare altro che abbracciare questa oscurità. Per sopravvivenza, ma pure per perverso piacere. E il quadro che ne esce fuori è ancora più sinistro di quanto potesse sembrare.

I ragionamenti su Yellowjackets 3×05 vanno condensati specialmente sull’ultimo segmento di puntata. Per il resto non succede niente di troppo interessante, se non l’inizio delle indagini sulla misteriosa morte di Lottie. Permane, però, quel netto squilibrio tra la trama del passato e quella del presente. Lo stiamo ripetendo da settimane ormai, ma è impossibile non sottolinearlo perché ogni volta la forbice tra le due trame sembra sempre farsi più ampia. Anche in questo caso ciò che accade nei boschi è molto più appassionante e interessante di ciò che accade nella vita odierna delle protagoniste. Pure le indagini su Lottie, dunque, non ingranano, nonostante lo spiazzante escamotage di far alleare Shuna e Walter. Meglio restare nel passato, dove abbondano gli intrecci e le riflessioni.

Shauna e Melissa
Credits: Paramount+

L’oscurità esplode nel finale di Yellowjackets 3×05

Partiamo quindi proprio dagli istanti finali. Per tutta la puntata attendiamo l’esecuzione di coach Scott e quando questa arriva, con un clamoroso colpo di scena viene interrotta da Lottie, che annuncia come, stando alle visioni di Akilah, Ben abbia un ruolo da ricoprire ancora. Il ponte verso casa, qualunque cosa ciò significhi (non sarà mica il senso di colpa di Akilah, restia sulla votazione, a parlare?). Ad ogni modo, coach Scott è ancora tra noi, ma viene mutilato al piede rimasto da un’inquietante Melissa, a quanto pare disposta davvero a tutto pur di entrare nelle grazie di un’ormai fuori controllo Shauna. Ed è significativo che sia proprio lei a ferire Scott, dando sfogo a quel perverso senso di potere che Shauna ama esercitare. Questo passaggio ci sembra l’esemplificazione perfetta della dinamica del rapporto che si è instaurato tra le due ragazze.

La fucilazione di coach Scott, comunque, ha del surreale e del grottesco. È la fotografia perfetta della degenerazione che ha ormai preso l’atteggiamento delle ragazze, solo in parte esplicabile col trauma vissuto. C’è una cattiveria, infatti, recondita in alcune dei loro. Tratti oscuri che non sono stati generati dai boschi, ma che questi hanno solo accentuato. Giustamente il mister sottolinea l’assurdità del comportamento delle sue giocatrici, ed evidenzia con la sua disperazione il cinismo che queste hanno sviluppato.

Fucilare così, a sangue freddo, un uomo, è probabilmente il punto di non ritorno del loro viaggio verso le tenebre (e, anzi, quantomeno è stato evitato il rogo pubblico). Non c’è, infatti, alcun istinto di sopravvivenza a giustificare questa scelta, a differenza, per assurdo, delle cacce che quantomeno servivano allo scopo di trovare del cibo. Per quanto disumano e agghiacciante, quel delirio serviva alla sopravvivenza. Qui non c’è nulla di tutto ciò, ma solo la volontà di dare sfogo a un’oscurità che ormai fatica a rimanere celata.

Le due Taissa

L’esecuzione di coach Scott viene affidata, rigorosamente dal fato, a Taissa. Questa, dunque, cerca in tutti i modi di far palesare la sua conclamata metà oscura, così da relegare a lei il tragico compito. Questa si manifesta proprio nell’atto di premere il grilletto, e la facilità con qui è accaduto questo switch tra le due Tai ci riporta alle parole di poco prima della Van adulta. Può essere davvero stata l’altra Taissa a uccidere Lottie? Van ha provato a insinuarlo, facendo comprensibilmente cadere subito la questione di fronte alla giustificata reticenza di Tai. Però, a ben vedere, non sembra un ragionamento così assurdo.

Uniamo un attimo i puntini. Quando vede sua madre, Sammy si spaventa e se ne va. Eppure era stato lui a cercarla. Dopo scopriamo che, prima di andarsene, ha chiesto se “lei fosse ancora sua madre”. Una domanda che potrebbe rifarsi semplicemente all’allontanamento di Tai da Simone. Non vedendole più insieme, ed essendo rimasto con quest’ultima, Sammy potrebbe comprensibilmente chiedere se Tai fosse ancora sua madre, anche se non vive più con lui. Avrebbe senso. Tuttavia, nel corso delle due stagioni precedenti di Yellowjackets abbiamo visto quanta sensibilità il bambino abbia verso l’altra Tai. Che l’abbia, quindi, riconosciuta?

Se Sammy ha intravisto in sue madre un bagliore della sua versione oscura, questa potrebbe facilmente switchare come accaduto nei boschi. E potrebbe aver benissimo ucciso Lottie. Siamo solo di fronte a un ragionamento plausibile, per ora non c’è nulla che porta in questa direzione più che in altre, però è un filo intrigante da seguire. Sicuramente tutta la questione delle due Tai è un altro elemento che ci dimostra come l’oscurità sia ormai debordante e che, in fondo, sia, almeno in parte, innata nelle ragazze (o comunque in parte di esse).

Sammy scappa da sua madre Tai dopo averla incontrata nel parco
Credits: Showtime

Il sogno di Akilah e le difficoltà di Yellowjackets 3×05

L’esecuzione di coach Scott, come detto, viene interrotta da Lottie con un colpo di scena davvero di grande impatto. Questo gesto, però, è un’altra testimonianza del delirio d’oscurità che ormai caratterizza la micro-società delle yellowjackets. Portare Akilah in una grotta per sottoporla all’inalazione di un gas che potrebbe essere molto pericoloso è un comportamento di per se scellerato. Abbiamo parlato durante la recensione della scorsa settimana dell’assurdità del sistema di credenze che hanno adottato le ragazze. E qui ne abbiamo avuta una nuova dimostrazione. Nessuno si salva da questa oscurità. Chi la provoca. Chi la subisce. Pure chi la asseconda semplicemente. Tutti, però, l’hanno ormai assorbita, e devono farci i conti in modi sinistri e tormentati. E proprio questa oscurità, tramite i sogni innescati, può rappresentare il percorso da seguire per capire come le ragazze sono sopravvissute e tornate a casa.

Per il resto c’è poco da aggiungere sulla trama del presente. E questo sta diventando un bel punto dolente per l’intera narrazione. Anche Yellowjackets 3×05 non ci svela nulla. Lo stalker di Shauna rimane ampiamente ignorato. Sulla morte di Lottie iniziano le indagini, ma al di là della competizione che s’instaura tra Misty e Walter, e di un inatteso momento dolce di Shauna quando abbraccia il padre di Lottie, non c’è moltissimo da dire. Le difficoltà di questo intero segmento permangono e, arrivati a metà stagione, queste iniziano a essere davvero preoccupanti.

Le potenzialità anche rimangono, e ci aspettiamo che nella seconda parte di questo terzo capitolo di Yellowjackets lo squilibrio che ha contrassegnato la prima metà venga recuperato. Basterebbe iniziare a calarsi un po’ di più nei diversi misteri disseminati, articolandoli se proprio non si vogliono dare risposte. Un po’ come sta accadendo nella trama del passato, in cui le grandi domande sono sempre lì presenti (le voci, l’incendio), ma dove, al contempo, di settimana in settimana si alternano colpi di scena, novità e riflessioni che caratterizzano una narrazione ben strutturata. Risolto questo squilibrio, la terza stagione di Yellowjackets potrà fare il salto di qualità.

Yellowjackets è senza dubbio una delle serie tv più interessanti degli ultimi anni