ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Yellowjackets 3×06 e sui precedenti episodi della serie tv
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Al termine di una puntata che sembrava volgere al termine senza grossi sussulti, ecco che arriva il clamoroso e scioccante plot twist. Yellowjackets 3×06 sembrava un episodio abbastanza transitorio. Un ritmo compassato, alcuni passaggi interessanti, ma nessuna grande emozione. Almeno, ovviamente, fino all’epilogo. Dopo il banchetto e quella danza con le voci delle ragazze, ecco che si palesano delle persone nei boschi. Per la prima volta c’è della vita umana in quell’inferno in terra che ha accolto le ha accolte. E ciò non sembra essere, per forza di cose, una buona notizia.
Già, perché l’uomo che saluta le ragazze, come volta lo sguardo, vede la testa impalata di Ben. Come si può spiegare una cosa così a un perfetto estraneo? Sembra paradossale, ma l’incursione umana, che in una condizione del genere sarebbe sicuramente auspicabile, arriva nel peggior momento possibile. Quando rischia di essere completamente vanificata. Questo scioccante finale di Yellowjackets 3×06 fa fare, naturalmente, alla storia un clamoroso passo in avanti. E a questo punto non vediamo l’ora che trascorra una settimana per vedere come si evolverà questo inatteso incontro.
Tante domande, quasi nessuna risposta
Sono tantissime le domande che ci affollano la mente dopo il finale di Yellowjackets 3×06. La prima, è, ovviamente: chi diavolo sono quelle persone? Come ci sono finite lì tra i boschi? Appurato ciò, ci sarà da capire come queste reagiranno alle barbarie delle ragazze. Questo è lo snodo fondamentale di cui parlavamo prima. Sarebbe plausibile che, per lo shock, queste persone non siano minimamente intenzionate ad aiutare le giovani. Allo stesso tempo, sarebbe altrettanto plausibile che le ragazze, per celare le loro gesta, si avventino proprio contro quei malcapitati.
A giudicare dal loro recente passato, e dalla nuova leadership autoritaria di Shauna, ci aspettiamo una reazione abbastanza dura e difensiva delle yellowjackets. Ma vedremo, magari lo shock avrà la meglio. Tante domande, dicevamo, come quelle relative ancora alle voci, sempre più misteriose. Con i nuovi arrivati, quantomeno, scopriremo se queste sono reali o meno. Poi da qui ci si potrà ragionare meglio. Le domande circondano pure Akilah e le sue visioni. Che significato hanno? Se, in fin dei conti, hanno davvero un significato.
Poniamo che lo abbiano. Che quelle di Akilah siano davvero visioni con un loro fine e non semplici mescolanze di suggestioni e ricordi. Può sembrare che la visione sul “coach Scott come ponte” sia ormai andata in fumo con la sua morte, ma a ben vedere potrebbe non essere così. Quell’immagine può assumere un altro significato. Seguendo sempre la fede delle ragazze, il sacrificio di Ben, offerto in banchetto e consumato tra i boschi, potrebbe aver innescato la ricompensa dell’incontro con i nuovi arrivati. In questo senso, Ben è sicuramente stato un ponte, verso dove ancora non si sa.
Andando oltre, in questo discorso possiamo far rientrare pure l’altra visione di Akilah, quella dell’orso con un terzo occhio. Un significato di questa immagine potrebbe essere che la natura (o i boschi, la cosa, chiamatela insomma come volete) veglia sulle ragazze. Guarda il loro comportamento e le premia. Tutto potrebbe essere, insomma, molto più organico di quanto possa sembrare. Le visioni, le interpretazioni e gli accadimenti si legano in maniera abbastanza coerente. C’è da dire che il sostrato concettuale che sta sviluppando la terza stagione di Yellowjackets è davvero degno di nota.

Yellowjackets 3×06 e il trionfo di Shauna
A malincuore, dobbiamo dire che Yellowjackets 3×06 è stata la puntata del definitivo trionfo di Shauna. Almeno nel passato, perché nel presente la donna rimane ancora ampiamente incastrata nell’ignoranza di cosa sta accadendo. A malincuore, dicevamo, perché in questo caso vogliamo davvero sbilanciarci e sottolineare l’antipatia che la giovane sta riuscendo a suscitare in questa terza stagione. Il suo cinismo è ormai completamente fuori controllo, suggellato dalla decisione di far cuocere a Natalie il coach (a proposito, vi lasciamo qua la recensione di Heretic, film in sala con protagonista proprio Sophie Thacther, l’interprete di Natalie in Yellowjackets). Quel potere che la ragazza stava inseguendo da inizi stagione ormai è suo. Ed è anche giusto così, da una parte, perché Shauna ha dimostrato di essere quella maggiormente a proprio agio nella crudezza di quei boschi.
Ok il trauma. Ok tutto quello che ha passato (la perdita del bambino è un dolore molto più grande rispetto a tutto ciò che hanno dovuto perdere le altre compagne). C’è, però, un limite oltre cui l’umanità non dovrebbe spingersi. Shauna quel limite lo oltrepassa con viva convizione. Si crogiola nel sadismo che esercita. Nel potere che la sua insondabilità emana. Shauna è un personaggio scritto divinamente. Anche perché solo un così alto livello di scrittura avrebbe potuto generare l’antipatia che Shauna sta sfoggiando in maniera crescente di puntata in puntata.
Il ritorno dell’altra Tai
Per ciò che riguarda la linea di racconto del presente – che stiamo sottovalutando ormai da settimane ma non è colpa nostra, è che c’è proprio poco da dire sotto questo punto di vista – l’unico spunto d’interesse continua ad arrivare alla morte di Lottie e dal legame tra questa tragedia e Taissa. La scorsa settimana avevamo avanzato l’ipotesi che potesse essere stata proprio Tai almeno a causare la dipartita dell’amica. Nella sua altra versione, ovviamente. In Yellowjackets 3×06 questa tesi affonda le proprie radici, rafforzandosi in maniera esponenziale.
Prima Lisa confessa a Misty di aver visto Taissa in compagnia di Lottie il giorno della sua morte. Poi abbiamo la conferma del ritorno effettivo dell’altra Tai. Insomma, due indizi sono una coincidenza, dice Agatha Christie, ma manca poco al terzo che invece costituisce una prova secondo la prode scrittrice. Questa linea, comunque, ci sembra molto interessante, e soprattutto l’unico spunto degno di nota di una trama del presente che, come ripetiamo ormai da settimane, risulta sempre meno avvincente rispetto a quella del passato.

La questione morale in Yellowjackets 3×06
Dopo aver parlato di teorie, ipotesi e scenari plausibili, facciamo un po’ di sana riflessione. È anche questo il bello di questa serie tv (disponibile, ricordiamolo, su Paramount+): la sua capacita di coniugare un importante apparato concettuale con un lato intrattenente molto appassionante. Al centro di Yellowjackets 3×06 c’è l’agonia di coach Scott, salvato dall’esecuzione nell’ultimo episodio dall’intervento di Lottie e liberato, adesso, da quel pugnale di Natalie che arriva come un atto di grazia per il povero allenatore. La condizione in cui Ben vive i suoi ultimi giorni ci fa sorgere una domanda: era maggiormente disumano condannarlo a morte o lo è di più lasciarlo in vita in questa situazione?
Abbandonato tra gli animali. Ferito senza cure mediche. Nutrito a forza con un tubo. Il tutto per assecondare una visione. Una follia totale. Il gesto di Natalie è carità pura. L’unica luce in un panorama fitto d’oscurità. E fa riflettere che quel bagliore venga proprio da un atto che spegne ogni lampo di vita. Da un assassinio, che toglie la vita ma restituisce la dignità. Ecco dove si colloca la questione morale di Yellowjackets 3×06. La barbarie più grande compiuta dalle ragazze sta proprio nell’aver tolto dignità a un essere umano. Nel privarlo della sua stessa umanità, quando in fondo era l’unica cosa che gli poteva restare.
I confini di ciò che è umano nel senso morale della parola sono ormai ampiamente superati. E in questo contesto si colloca, invece, l’incontro con un’umanità che, almeno a un primo sguardo, pare ancora incontaminata. Chi sono quelle persone arrivate nel bosco sul finale è ovviamente tutto da vedere, ma potenzialmente questo scontro tra l’umanità e la disumanità rischia di essere davvero esplosivo. Yellowjackets 3×06 ci ha sorpresi, non c’è che dire. Ora vediamo cosa accadrà nella prossima puntata che promette di essere davvero decisiva.