Carlos Montero ha davvero deciso di segnare la chiusura ufficiale de Las Encinas scagliando su Netflix un medical drama che porta la sua firma a livello di tematiche e ritmo, ma che si discosta dai suoi generi prediletti. Ci troviamo coinvolti in un racconto concitato quanto basta per rappresentare al meglio attraverso azioni e linguaggio cosa succede in un ospedale pubblico spagnolo al tracollo. Respira diventa infatti un monito per tutti i medici, gli infermieri e i pazienti, affinché tutto vada per il verso giusto senza complicare ulteriormente le già pullulanti situazioni contingenti. Tuttavia in pochi si ricordano di farlo dentro il Joaquin Sorolla di Valencia, dove i battiti sono spesso più che accelerati.
Argomenti differenti vengono esposti in questi 8 episodi che scorrono un po’ rapidi e un po’ lenti, conservando in ogni caso la loro capiente struttura di vicende parallele. Inutile dire che il fulcro principale della vicenda di Respira è la battaglia politica portata avanti dal Dottor Nestor Moa contro la privatizzazione della sanità pubblica cittadina. L’esponente di quest’ultima è il partito di destra capitanato dalla Presindentessa della Comunità Valenciana Patricia Segura, una donna carismatica, forte e determinata a portare avanti i suoi intenti. O meglio, questo era il suo obiettivo originario prima di scoprire di avere un considerevole cancro alla mammella che le porterà addirittura una metastasi sparsa.
Questo così come tanti altri plot twist connotano i vari passaggi di Respira
Essi sono cadenzati per lo più da massaggi cardiaci, sangue a iosa, relazioni focose, scioperi e non per ultimo conflitti di interesse. Se ci fermiamo un attimo a pensare infatti, la vita dei medici di sempre sembra dover essere necessariamente invasa da scelte scomode e decisive di cui assumersi la responsabilità. A capo di questo dilemma tipico della professione più complessa e delicata del mondo, si pone Moa e la sua equipe. Di fatto sarà lui ad indire uno sciopero totale dell’ospedale senza garantire neanche i servizi minimi! Tanto da prendere l’ardua decisione di interrompere l’intervento di Patricia proprio perchè quella mezzanotte aveva inizio la sua sommossa.
Così facendo darà vita a gruppi faziosi sia all’interno dell’ospedale che fuori. Dovrà dare spiegazioni ai colleghi, inimicandosi in maniera quasi definitiva la Presidentessa, la brillante chirurga Pilar e il congresso deontologico da lei indetto. Mentre a noi il messaggio che arriva è diretto ma ambivalente. Come avrebbe dovuto agire Moa? Ha ragione Patricia quando lo accusa di comportarsi da sindacalista piuttosto che da medico? Noi cosa avremmo fatto al suo posto? Il primario si sentirà dunque sopraffatto dal malcontento e dal disappunto della maggior parte dei colleghi compreso il suo fedele specializzando Biel, che fino ad allora non aveva fatto altro che venerarlo.
Troppo difficile è fare la scelta giusta in questi casi
E lo è soprattutto quando si crede così tanto in qualcosa per un bene comune futuro a discapito di una priorità più grande del presente. Sua moglie era morta sotto le sue mani per un cancro e nonostante fosse il miglior oncologo della Spagna, non era riuscito a salvarla. Stavolta voleva farcela, fare la differenza e farsi perdonare tutte quelle ore di disordine e noncuranza dei pazienti. Ma ovviamente, nella baraonda senza fine e distintamente melò di Respira, Moa non è il solo a trovarsi in mezzo ad una cuspide.
C’è la Dottoressa Pilar che deve lottare contro la tossicodipendenza e la nuova sieropositività (una serie che ne parla) del figlio. In tutto ciò non deve però perdere di vista la sua reputazione di professionista impeccabile al Sorolla. Tanto preoccupata e arrabbiata per la difficile sorte toccata al suo fragile Oscar, incolperà Quique in un primo momento pima di tornare sui suoi passi e perdonare il figlio e se stessa.
A lei segue la Dottoressa Leo. Questi è la ginecologa dell’ospedale e femminista così ostinata da falsificare il referto di una ragazza che aveva denunciato uno stupro, nonostante non avesse segni visibili di violenza. Tuttavia, una volta scoperto che a compiere l’ignobile gesto ero stato addirittura il figlio, tutti i suoi ideali crollano e subentra il pentimento per aver portato in prigione con le sue stesse mani il suo Ugo. Pertanto, a questo corollario non resta che legare anche il tema delle relazioni sentimentali. Queste appaiono per lo più complicate nonché clandestine all’interno dello stesso ospedale, come ogni prodotto spagnolo che si rispetti.
Annoveriamo qui l’eccellente Dottoressa Jésica Donoso
Questa donna si mostra instancabile e così tanto razionale nel lavoro e nella vita, da non accorgersi che il fratello minore Rodri, stava per soccombere a causa del suo giudizio sulle sue qualità da medico. Non è un caso che, per i pochi numeri del personale, verrà lasciato solo durante un’intervento polmonare ad una bambina che non avrà un lieto fine, né per la piccola, né per il giovane incompreso. Davanti agli occhi dei suoi followers, gli unici che sembravano rasserenarlo, si toglierà la vita senza troppe premeditazioni. E questo diventerà indubbiamente uno dei momenti più ferocemente commoventi di Respira.
Tornando a Jésica da una prospettiva più personale, nonostante sia fidanzata con molta riservatezza con il direttore dell’ospedale, si concede l’appassionata compagnia di Biel quando alza il gomito o ha bisogno di distrarsi. Ma così facendo si preoccupa poco di rispettare i sentimenti del suo compagno ma soprattutto del suo amante. Biel infatti sembra provare qualcosa che va oltre il sesso. A questo punto includiamo anche May. Lei è la specializzanda di Leo, musulmana, omosessuale, fidanzata in segreto con la Dottoressa Rocío e madre surrogata nel periodo più impegnativo della sua esperienza lavorativa. Per concludere non dimentichiamoci di Quique, anch’egli incapace di rinunciare spesso alle sostanze stupefacenti per poter esprimere meglio i suoi sentimenti e frequentare Oscar, nonostante fosse il figlio di una sua superiore che stava iniziando a fidarsi di lui.
A questo punto, cosa vuole comunicarci Respira?
La risposta sta proprio in tutti questi riferimenti narrativi emersi dalla totalità della serie. Tutte le situazioni ambigue e i demoni dei personaggi, non solo trainano l’intera trama intrecciandola di risvolti e momenti forti dal punto di vista etico ed intimo, ma si fanno portavoce di tutte le grandi tematiche contemporanee. Parliamo dunque di sanità come concetto universale del termine ma attraversata da un filtro tanto umano.
Questo è infatti costituito spesso da pensieri moralmente discutibili, inconsapevole egoismo, opportunismo, repressioni, rancori e tante altri limiti che fanno parte della nostra natura. Pertanto, il tipico profilo degli dei-medici viene qui celebrato solo nel momento in cui vengono visti all’azione tra le affollate corsie del Sorolla o in sala operatoria. Tuttavia nei loro momenti morti, nelle intenzioni portate avanti e nella vita privata non si impegnano molto a non incappare nell’errore.
Apprezziamo questo realismo o avremmo voluto assistere ad altro?
Vista la complessità dell’argomento sicuramente pretendevamo una maggiore profondità per comprendere meglio i tentativi di Moa e degli altri medici, affinché non sembri vana l’esigua idealizzazione dei protagonisti. Tuttavia, per questo che è il nucleo centrale della vicenda, possiamo comunque sentirci soddisfatti. Mentre per tutte le altre questioni affrontate, possiamo dire che Respira non ce ne ha risparmiata nessuna! Ed è necessario sperare proprio a questo punto, che nell’ipotetica seconda stagione verranno sviscerate con maggior cura e dettaglio. Ovviamente infatti, ci troviamo sempre in un medical drama (qui i migliori di sempre). Qui le macro storie, quelle satelliti e l’arena d’azione, sono connotate dal solo ambiente sanitario. Tuttavia, piuttosto che inserirne altre come riempitivo purché se ne parli, sarebbe stato più congeniale fare una cernita circoscritta alla prima stagione.
Così, proseguendo con i contenuti più spinosi di Respira, trova il suo posto anche la problematica del suicidio e dell’autolesionismo tra i giovani. Il primo rappresentato con raffinata flemma ma inverosimile preavviso da Rodri e il secondo da un altro ragazzo che viene portato al pronto soccorso per una ferita alla testa. Questi infatti, una volta medicato, non perde tempo ad subito ingerire due lamette che gli provocheranno un’emorragia interna. Jésica aveva già intuito il suo disturbo e farà di tutto per salvarlo dalla fine che do solo voleva raggiungere. Pertanto, agitata dai sensi di colpa per non aver potuto fermare il fratello, si dedicherà con tutto il coraggio e l’apprensione possibile al paziente. Tuttavia questi, piuttosto che ringraziarla, inizierà ad aggredirla lasciandoci con un’ultima immagine di Respira che non promette per la giovane dottoressa nulla di buono.
Adesso il discorso continua omosessualità e malattie veneree
A farne da rappresentanza è infatti la nascitura e instabile storia tra Quique e Oscar. Conosciamo già quali abitudini avessero i due ragazzi nel loro tempo libero e che Oscar fosse cascato nuovamente nel giro delle droghe pesanti. Queste infatti lo porteranno ad avere un’inibizione tale da non farlo ravvedere da rapporti non protetti. Altro tuttavia non ci viene detto, soprattutto di Quique e del suo vissuto. Di conseguenza non possiamo spiegarci alcune delle sue attitudini, degli atteggiamenti, l’ambizione di diventare medico e infine la sua interiorità. Dopo lui, scopriamo con sorpresa che anche May, ragazza all’apparenza altezzosa e integerrima, vive una relazione amorosa con una donna con la quale ha deciso di avere una bambina.
Curioso è indubbiamente il suo personaggio, in quanto poco si sa sulla sua fede personale a parte l’hijab che indossa sempre. Ma nonostante ciò, vive appunto una vita diametralmente opposta a quella consentita dalla sua cultura. Con l’espediente di raccontare soltanto dopo la sua relazione con una donna, è stato creato certamente l’effetto shock! Senza però approfondire quello che lei magari ha dovuto affrontare con la sua comunità di provenienza. Così come super partes, si trova il delicatissimo discorso sulla IAO affrontato in Respira come se fosse quasi privo di argomentazioni non degne dell’attualità.
Collegato a May si spalanca la sua idea di femminismo
Quest’ultima si scontra infatti con quello della sua responsabile Leo. La specializzanda non sarà quindi d’accordo con il referto per lo stupro (hai già visto Unbelievable? Qui vi spieghiamo perché non perderla) di Jhoanna sin dall’inizio. Mentire è un reato che prescinde dall’ideologia di pensiero, tanto più per la posizione professionale per la posizione ricoperta. Definirà così fuori moda le pulsioni femministe di Leo che alla fine ha dovuto fare i conti con il suo fanatismo e l’amore ineguagliabile nei confronti di un figlio.
Proprio lui infatti si è reso colpevole di un gravissimo errore che avendo una mamma come lei, non avrebbe mai dovuto commettere. Questo è il tipico colmo del poliziotto che ha il figlio ladro, soltanto che qui parliamo d un tema alquanto più annoso e sensibile. In relazione al suo atteggiamento infine, oggi si parla tanto di nazifemminismo, una variante integralista di quello transizionale. Pertanto, chissà se Leo in fin dei conti è più al passo con i tempi di quanto credesse May? Beh, non ci resta che lasciare la risposta alla nostra libera e sicuramente polivalente interpretazione dei fatti
Tragicamente legati da un fil rouge sono invece i tre protagonisti di Respira
Se infatti parliamo di medicina e di ospedali ovviamente non possiamo eludere il macro-insieme della malattia. In Respira ne abbiamo viste di ogni in pochi episodi ma, come è purtroppo facile immaginare, è il cancro a farla da padrone in questi casi. Sia Patricia con il suo impattante tumore al seno che Biel, con la sua cicatrice di vittoria contro il neuroblastoma incisa proprio dal Dottor Mao quando era solo un bambino.
E sarà quest’ultimo, il suo guru in questo altalenante e accorato percorso di specializzazione, a ricordarglielo quando la commissione deontologica sembrava volerlo allontanare dalla professione. Detto ciò, Mao è riuscito a salvare dal cancro Biel, poi Patricia, ma non sua moglie. Dopo di lei inoltre non era riuscito più a provare alcun vero sentimento per nessun’altra, se non che per la sua ultima emblematica missione chirurgica dai capelli biondi.
Cos’altro ci insegna infine Respira?
Sicuramente per il parto di May, così come con i bisturi in sala operatoria, la cosa più importante è mantenere la calma. Non bisogna farsi troppo travolgere dalle pulsioni e dai sensi di colpi. Bisogna perdonarsi, così come dirà Quique a Rodri dopo il suo fatale intervento e Biel a Jésica per non aver salvato il fratello dal suo destino. Ma per farlo è necessario inspirare ed espirare con il giusto ritmo e il polso coordinato a tutto il resto.
Questo tuttavia contrasta con la temporalità cavalcante dello show e delle modalità di pensiero ed azione dei personaggi. Tutto per Montero deve essere amplificato all’ennesima potenza, in qualsiasi luogo si muova o con qualunque personaggio abbia a che fare. Se dunque in Grey’s Anatomy troviamo un’altissima qualità senza eccessi superflui e scene romanzate o in Scrubs (un articolo a riguardo) quelle sarcasticamente esilaranti, Respira diventa un racconto altro e chiuso nel suo mondo.
Ma così come è successo con Élite qualcosa ipnotizza il pubblico
Sono probabilmente i membri del cast, spesso versatili per lo stesso produttore, a rilasciare una fascinazione d’effetto per chi guarda. Così come la sceneggiatura, che è sicuramente artificiosa a tratti ma si conferma passionale e coinvolgente anche nei semplici momenti del quotidiano. Poi assolutamente, sono le immagini a non farci smettere di staccare gli occhi se intercettiamo per sbaglio qualche creatura di Montero! Mi riferisco ovviamente a quelle più irriverenti e censurabili in altri tempi.
Così come quelle climatiche fino all’esasperazione, ma che ti rivoltano come un calzino tanto da trovarti le gote bagnate da qualche lacrima involontaria. Quindi Respira non poteva che essere anche questo, posizionandosi tuttavia su un livello superiore rispetto alle vecchie glorie dello showrunner. Di fatto qui il teen drama ha preso il posto di qualcosa dalle vibrazioni più mature, assennate e dirette al cuore di un pubblico di ogni età. Certo è che vedere Manu Ríos diligente e sempre pronto ad arginare i disastri, fa un certo effetto! Ma se il cavallo si vede a lunga corsa, lui ha raggiunto al meglio il suo traguardo. Senza mai oscurare, neanche per un istante, la spettacolare e irresistibile Najwa Nimri. Così, in ogni suo ruolo.