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L’ora della maturità di Rick and Morty

rick e morty
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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Rick e Morty!

Il 6 dicembre del 2022 Netflix ha rilasciato, finalmente, la sesta stagione di Rick e Morty (negli Stati Uniti trasmessa sul portale Adult Swim). Dopo un primo lancio annullato il 4 novembre i primi di dicembre abbiamo, alla fine, potuto godere di quella che pensavamo fosse l’ultima stagione di Rick e Morty. Ed è forse per questo che l’hype era molto alto, oltre che per il consueto attaccamento alla Serie animata più scorretta degli ultimi anni che tanto amiamo. Notizie più recenti hanno invece confermato una settima stagione (oltre alla seconda parte della sesta), il che ci ha subito fatto ripiombare in quello stato d’attesa che solo Serie Tv come Rick e Morty sono in grado di creare. Effettivamente, i primi sei episodi della sesta stagione non hanno in nessun modo lasciato pensare ad una conclusione, per quanto da Rick e Morty ci aspetteremmo anche un finale aperto. Ogni dettaglio della sesta stagione ci ha portato a pensare che qualcosa ancora mancava da dire e che la famiglia Smith non avesse ancora dato tutto. Nonostante le grandi risate e le mille avventure che Rick e Morty ci hanno già fatto fare in ben sei stagioni, ci siamo accorti che non riusciamo a smettere e che saremmo disposti a guardarne altre dieci se solo gli autori, Justin Roiland e Dan Harmon, avessero l’ardire di scriverle.

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Insomma, la sesta stagione conquista e come tutta la altre anche la sesta rimane fedele a quel tipo di comicità e a quel tipo di narrazione che hanno fatto sì che Rick e Morty divenisse ciò che è oggi. Quello che si può notare è sicuramente una differenza nel tipo di approccio: se un’evoluzione l’abbiamo già notata dalle prime stagioni a quelle di mezzo, come la terza e la quarta, con la sesta il lavoro di scrittura sembra essere ancora più accurato. Nelle prime stagioni Rick e Morty respirava più come una Serie di ampia libertà, contraddistinta da un’ironia sferzante e noncurante, delineata da trame complesse e intriganti che lasciavano, allo stesso tempo, molto spazio all’immaginazione. Con lo scorrere delle stagioni la Serie sembrava già aver cambiato leggermente registro, cercando di mantenere una linea narrativa ben più delineata e provando a dare una consequenzialità alle storie e ai personaggi che fosse più evidente. Con la sesta stagione gli autori sembrano confermare, in questo senso, la crescita della Serie e dei suoi protagonisti. Il fatto di mantenere una sua coerenza gioca ovviamente a favore di Rick e Morty che, nonostante i suoi cambiamenti, continua a riscuotere moltissimo successo sia tra chi è fan dalla prima ora sia tra chi si approccia alla Serie animata da poco.

Il segreto forse è proprio la crescita: Rick e Morty nasce come una Serie Tv animata caratterizzata per lo più da una narrazione autoconclusiva e un tipo di scrittura semplice e pungente. Il suo scheletro narrativo, in questo senso, rimane sempre ed è fino all’ultimo riscontrabile in ogni puntata. Ciò che Dan Harmon e Justin Roiland mettono in atto è, però, risolutivo: fanno sì che Rick, Morty, Beth e tutti i personaggi centrali crescano con la crescita stessa della Serie Tv. E non si tratta di “semplice” caratterizzazione dei personaggi, quanto piuttosto di una presa di coscienza, da parte in primis degli autori, intorno ad una necessaria maturazione della Serie. Necessaria non tanto perché stantìa, quanto perché naturale. Rick e Morty conferma, con la sesta stagione, una capacità di auto giudizio che la porta inevitabilmente ad un automiglioramento. Tutto ciò aiuta la Serie e la sua narrazione a non risultare mai scontata e mai banale. Quando si parla di Rick e Morty è, infatti, potenzialmente facile finire in un discorso semplicistico che tenda a lodarla solo come serie animata divertente e ben scritta. La verità è che una Serie animata come Rick e Morty arriva ad essere molto più di questo: la sesta stagione conferma quanto la chiave di Rick e Morty non sia solo l’irriverenza quanto piuttosto una serie di espedienti narrativi che la portano ad essere una serie del tutto originale.

Ma cosa ci spinge a dire che, nella sesta stagione, Rick e Morty è maturata? Una serie di fattori quasi tutti ricollegabili alla narrazione e alle prerogative tipiche della Serie. Partendo dalla primissima puntata già cominciamo a capire in che senso andrà l’intera stagione sei: la puntata, intitolata Solaricks, ripercorre a suo modo l’intera Serie, a partire dalla prima stagione dando modo allo spettatore di ricordare da dove i personaggi provengono e da dove tutto è iniziato. E non è forse questo un chiaro segno di crescita emotiva? Guardarsi indietro e rileggere i proprio passi aiuta Rick e Morty, come anche tutti noi, a capire da dove inizia tutto e come quel tutto può evolvere e cambiare. E ancora, nella puntata numero tre Bethic Instinct, con la solita comicità tagliente di cui solo questa Serie è capace, Rick e Morty riflette sul tema dell’amore per sé stessi e affronta una trama piuttosto contorta che ci riporta ad una riflessione sulla serie stessa. Appurato che Beth ha un clone e appurato il fatto che a nessuno è dato sapere chi sia l’originale e chi no, la narrazione ci porta in una direzione di auto accettazione che viene inevitabilmente riversato sullo scorrere stesso della Serie Rick e Morty. Con una sottilissima ironia gli autori ci stanno dicendo che, in un mondo di Serie Tv animate, Rick e Morty non si distingue dalle altre e potenzialmente potrebbe mescolarsi a loro passando quasi inosservata. Accettato questo fatto si può concentrare su cosa è davvero importante: la serie stessa e la sua riuscita creativa.

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E allora l’omologazione ai propri simili, l’accettazione di sé, la comprensione del proprio passato: sono tutti elementi che ci portano a pensare che Rick e Morty sia giunta ad un momento di totale maturazione in cui ciò che conta è riuscire a dare sfogo ad una creatività intelligente e più pensata rispetto al passato (che rimane comunque prezioso e che tanto è servito a fidelizzare i fan). Se è vero che in Rick e Morty i personaggi, da copione, non crescono mai e rimangono letteralmente fermi nella loro età biologica, è vero anche che a livello psicologico e narrativo crescono in maniera palese e lo fanno in modo consequenziale e coerente con lo stile delle Serie. La crescita emotiva dimostra molta maturità soprattutto nel sapere cogliere il momento adatto in cui mettere in atto un cambiamento. Capire quando è il momento di cambiare non è mai facile e nel caso di Rick e Morty è stato anche un po’ fisiologico; dopo cinque stagioni in cui già ci eravamo accorti di un leggero cambio di rotta soprattutto nella narrazione, la sesta non poteva che essere diversa, laddove diversa assume un’accezione più che positiva. Anche per questo Rick e Morty continua a conquistarci: nonostante sia una Serie animata da cui ci aspetteremmo solo una risata e qualche battuta sferzante, ci stupisce continuamente mettendosi in gioco e non avendo paura di cambiare. Se è vero che il cambiamento è sempre positivo e che la staticità non porta a nulla, Rick e Morty coglie nel segno e dà a tutti una lezione di maturità, prendendo la situazione in pugno e avendo il coraggio di reinventarsi sempre. A questo punto in attesa di vedere gli altri episodi della sesta stagione ci chiediamo già se la settima sarà la stagione della consapevolezza della fine.