Qualche tempo fa scrissi come Law and Order avesse tutte le regole del crime perfetto. River, creato e scritto dalla talentuosissima Abi Morgan, ne riprende molte ma si pone come un prodotto decisamente più complesso, spaziando in tutto quello che è il campo oscuro della serialità. La Serie è insieme un crime, un noir e un thriller psicologico, risultando nei fatti un prodotto che parte da una base investigativa ma tocca tutti gli estremi del drama, risultando imperdibile per tutti quelli che cercano Serie di qualità eccelsa, ma soprattutto per coloro che hanno amato e amano prodotti come Broadchurch, True Detective o Bloodline
Nella sua indagine per scoprire l’assassino della sua collega-amica-(amata?) Stevie, tra l’altro morta sotto i suoi occhi, John River non dovrà soltanto fare i conti con gli altri casi che normalmente affollano l’ufficio in cui lavora, ma soprattutto con le “manifestazioni”, ovvero le diverse parti del suo animo che diventano, nella mente di River, assolutamente reali, entrando nel corpo di morti con cui lo stesso River è venuto a contatto: il protagonista del libro che sta leggendo (Thomas Neill Cream, un avvelenatore seriale, interpretato da un clamoroso e spiritato Eddie Marsan), i cadaveri con cui ha a che fare per lavoro, ma soprattutto Stevie, che non smetterà di interagire con lui per tutte le sei puntate creando “la miglior coppia di protagonisti che si sia mai vista dalla prima stagione di True Detective”, come hanno detto in Inghilterra.
Ma perchè l’ispettore John River ha queste visioni? Molto probabilmente perchè la sua caratteristica principale è quella di essere solo!
Ed ecco che la Serie, mentre si compie la ricerca dell’assassino di Stevie, analizza l’animo di John, che a poco a poco scopriamo essere la summa di tutte le solitudini della modernità: è vecchio, è un immigrato, taciturno, dipendente dal lavoro, non si è mai sposato, a volte tecno-impedito, i suoi disturbi allontanano chi potrebbe volerlo conoscere al di fuori del lavoro e lui non fa nulla per curarli. L’unica che gli era accanto era proprio Stevie e in ogni puntata della miniserie scopriamo un po’ di più su di lei e sul loro rapporto.
Dopo Stevie, e forse non a caso, gli unici che provano a comprenderlo sono altre due donne, il suo capo, Chrissie Reed e la psicologa assegnatagli dal dipartimento (Rosa Follows, interpretata da Georgina Rich, talmente convincente che subito dopo è stata presa per recitare in Black Mirror)