3) Per l’ultima stagione soltanto colori brillanti, please!
È straniante, lo so, farsi trascinare dalle vicende di Riverdale 7 senza incappare in cieli cupi e scene di ambiguo terrore! Tuttavia, vedere i nostri affezionati protagonisti che combattono le loro ardite battaglie personali in uno sfondo che va dalle tinte pastello a quelle più accese non può che riempirci gli occhi. Niente risulta macabro o cringe, tutto è leggero nella sua immensa pesantezza, in modo da distendere e minimizzare gli insormontabili difetti di quell’epoca. Il Pop’s diventa l’arena emblematica di questa aura limpida, tra milkshake e hamburger che stavolta non fanno da filtro ipocrita di una realtà pruriginosa.
Nonostante ciò, nulla è rose e fiori perché tutto stavolta è intrinsecamente realistico, seppur con qualche patina di fantasia e alcuni piccoli ma devastanti indizi di distruzione. Quest’ultima viene incarnata dalla possibile creazione di una bomba atomica al palladio da parte dei Blossom, da vendere ai Russi in cambio di un’alta carica nella loro patria. L’impossibile innesco della Guerra Fredda da Riverdale viene però soffocato sul nascere mediante l’intuito di Jughead e il coraggio di Cheryl. Così come il mistero del lattaio omicida e quelle altre criminose tracce del passato cittadino. Non è un caso che l’episodio 18 narri queste vicende in bianco e nero per sottolineare la celebrazione delle vecchie abitudine da mystery drama.
Ma quest’ultimo è risultato stonato in Riverdale 7?
Indubbiamente sì, ma senza un po’ di pepe il ritmo del racconto in alcune circostanze sarebbe stato troppo flemmatico. Pertanto l’accesso allo straordinario universo di Grease (qui trovi la recensione di Rise of the Pink), personificato anche dai diretti eredi degli Scorpions, ha portato calore e armonia nello schermo. Tanto che, quando Tabitha si è palesata nuovamente a Jughead e a tutti i suoi amici facendo tornare loro la memoria, l’impossibilità di non poter tornare al punto di rottura forse ci ha rasserenati.
Se ci pensiamo, infatti, i personaggi hanno acquisito nuovi anni di giovinezza ritardando così la fine delle loro esistenze. Tuttavia, malinconico e colmo di fervide emozioni è stato il momento in cui tutti hanno rivisto la loro vita passata in quella infestate cittadina e ancor di più quando hanno deciso di tenere soltanto i bei ricordi. Memorie oggettivamente intrise di amore, passione, follia e libertà. Gli anni d’oro in fondo sono quelli in cui non riesci a contemplare l’idea di poter mai avere rimpianti. Nemmeno per un istante.