Cosa succederebbe se i personaggi delle nostre serie tv facessero parte del mondo di Harry Potter? Che ruolo avrebbero e, soprattutto, in quale casa verrebbero collocati? Sono le domande che danno origine a questa rubrica in cui, attraverso un pretesto, si apre un piccolo scorcio sulla loro vita a Hogwarts. Tenendo conto della timeline di Harry Potter, delle varie serie tv e dell’età dei personaggi e cercando di essere il più fedele possibile ai due prodotti, il quinto capitolo fa entrare in questo magico (multi)universo i protagonisti di Riverdale, grazie al romanzo di Jughead sui suoi anni a Hogwarts.
Nostalgia è il sentimento che dominava Jughead in quel momento. Pervadeva ogni membrana del suo corpo, ogni più piccola cellula del suo organismo, ogni parte più profonda della sua anima. Mentre si gustava un milkshake da Pops in quel di Riverdale, lanciò lo sguardo fuori dalla finestra, solo che non stava realmente guardando all’esterno. I suoi occhi vedevano Hogwarts, i suoi corridoi così belli e antichi, le partite di Quidditch che l’avevano appassionato più del dovuto, le torri dove amava rifugiarsi per scrivere e pensare, le avventure che aveva vissuto con i suoi amici, quel treno che non avrebbe più preso dal binario 9 e tre quarti.
Il suo percorso a Hogwarts, infatti, era ormai finito.
Sette anni erano volati così velocemente. Adesso sognava solo di riavvolgere il tempo e tornare a quando aveva undici anni, per rivivere nuovamente quell’esperienza bellissima. Provava felicità per la sua sorellina e i suoi amici più piccoli, tra cui Sabrina Spellman, Wyatt e Chris Halliwell, i fratelli Potter e Rose Granger-Weasley, ma anche una sana piccola invidia. Perché loro avrebbero continuato a prendere quel treno.
Scrivere, però, lo aiutava a incanalare le sue emozioni. Stava redigendo un romanzo sulla sua esperienza a Hogwarts, forse non l’avrebbe mai pubblicato ma, per ora, era ciò di cui aveva bisogno. Il primo capitolo, che andava dalla lettera di ammissione ricevuta a Riverdale fino all’arrivo a Hogwarts, era già steso. Aveva appena iniziato il secondo, incentrato sullo Smistamento. La sua mente volò subito a quella sera, mentre era seduto sullo sgabello con il Cappello Parlante in testa, in un misto di entusiasmo, ansia, terrore e consapevolezza. Temeva il suo collocamento perché sapeva dove sarebbe finito, ma non era sicuro di volerlo.
“Ahhhh, Jughead Jones, il tuo nome ti precede. Però non sei così facile da analizzare come tuo padre e tua madre, con loro è stato un gioco da ragazzi… Serpeverde entrambi, giusto?” Jughead annuì lentamente, mentre un sorriso sarcastico comparve sul suo volto. “La memoria non ti inganna, signor Cappello” rispose il maghetto. “Da quel che vedo, ti aspetti di finire lì…” continuò l’oggetto magico.
“Beh, considerando mia madre e quel che è mio padre e poi come sono stato cresciuto, è la conclusione più sensata”. La sua era una risposta logica. FP era nato per essere un Serpeverde: così popolare a Hogwarts, così astuto da diventare il leader dei Southside Serpents, così leale verso la sua famiglia e così ambizioso da finire in attività non propriamente legali a Riverdale. Anche se c’erano Serpeverde peggiori, citofonare Hiram Lodge e la sua adorabile moglie, quasi dei novelli Lucious e Narcissa Malfoy.
“Certo, in te esistono dei tratti da Serpeverde. Però hai anche il coraggio e la morale dei Grifondoro, il senso dell’umorismo e la lealtà dei Tassorosso. Quello che però emerge di più è la tua intelligenza, analitica ed emotiva allo stesso tempo, le tue grandi doti di osservatore, la tua individualità e indipendenza. Sei un solitario, un outsider e non ti dispiace. Alla tua natura creativa si aggiunge una saggezza non propria di un ragazzino di unici anni. E la tua risposa, così logica e risoluta, mi portano verso una sola strada: CORVONERO!”
Jughead non poteva essere più d’accordo con il Cappello. Lo sapeva in cuor suo che non apparteneva a Serpeverde. Corvonero era semplicemente perfetta per lui e si divertiva troppo a risolvere l’indovinello per accedere alla sala comune. Un po’ come successe un’estate, quando con la rinascita di Gryphons & Gargoyles a Riverdale ne divenne un maestro.
Il suo non fu il primo nome a essere chiamato. A rompere il ghiaccio fu Archie, il più facile da collocare. Del resto, come suo padre, era nato per una e una sola casa: Grifondoro. “E no, i suoi capelli rosso fuoco alla Weasley non erano l’unico indizio”, scrisse Jughead ridendo poiché amava i suoi commenti ironici. Archie si fece strada velocemente nei Grifondoro, diventando uno dei giocatori di Quidditch più importanti e il loro rappresentante al Torneo Tre Maghi. Che vinse ovviamente. Da vero Grifondoro, di fonte alle situazioni più dure non si tirava mai indietro, affrontandole con l’istinto, incurante delle conseguenze, soprattutto se c’era in ballo la vita di qualcuno, come con Cheryl quando tentò il suicidio a Riverdale.
Proprio Cheryl fu la prossima. Jughead ricordava ancora il suo portamento fiero e sprezzante, la sua andatura sicura e veloce. Il suo cognome, poi, era un marchio indelebile che già sanciva quale sarebbe stata la sua casa. Un po’ come Malfoy o Weasley, anche se le Halliwell avevano dimostrato che i membri della stessa famiglia potevano essere separati. Non era il caso di Cheryl. Anche se il suo colore era il rosso, il verde scorreva nelle sue vene e Serpeverde fu il verdetto del Cappello. Lei ne incarnava tutte le caratteristiche: ambizione, tendenze manipolative, indifferenza e vanità, egoismo, lealtà selettiva. Ma non era solo quello, come scrisse Jughead attingendo alla sua enorme conoscenza:
“L’amore travolgente, quasi al limite dell’ossessione, che Cheryl aveva per il fratello possedeva molti tratti in comune con quello che Severus Piton aveva provato per Lily Potter: Jason era tutto per lei e la sua morte la distrusse, amplificando i suoi tratti negativi solo per nascondere quell’umanità così dolorosa da vivere”
Fu grazie alla vicinanza della sua ambiziosissima amica Serpeverde Josie e soprattutto della sua ragazza Toni che ritrovò il sorriso. Quest’ultima riuscì a vedere attraverso la corazza di Cheryl e la convinse ad aprirsi con lei con quella determinazione tipica dei Tassorosso. Già, perché se c’era una parola che descriveva Toni era lealtà, verso tutti e tutto, anche con chi non era della sua casa o che non conosceva bene. In più incarnava la forte etica del lavoro dei Tassorosso, oltre che la loro gentilezza, premura e tenacia.
Betty, invece, non ebbe la stessa sicurezza di Cheryl. Quando sentì il suo nome, le gambe iniziarono a tremare e per poco non trascinò Kevin sul palco insieme a lei. Jughead si ricordava ancora la prima volta che le aveva parlato a Hogwarts e, nel pensare che quello fu l’inizio di tutto, un sorriso comparve sulle sue labbra.
Era in biblioteca, talmente immerso nella lettura da non accorgersi del tempo che scorreva. Fu distratto, però, dall’arrivo di una ragazzina dai capelli biondi, con una maglione rosa malamente arrotolato sulle maniche e lo sguardo fisso sullo scaffale, che canticchiava una canzoncina. La sua voce era così bassa da non poter essere sentita da tutti, ma abbastanza alta da poterla udire da chi era vicino a lei. Quando però vide Jughead, si spaventò. Probabilmente si vergognava che qualcuno l’avesse sentita.
“Oh, non pensavo che… che ci fosse beh… qualcun altro qui a quest’ora” disse Betty con un filo di imbarazzo. La sua voce si fece più sicura quando riconobbe il ragazzino: “Sei di Riverdale, giusto? Non sei Jughead Jones, l’amico di Archie?”
“In persona madame” disse Jughead, alzandosi e strappando con il suo inchino una risata a Betty.
I due si misero a parlare l’intero pomeriggio e Jughead non si era mai sentito così a suo agio con qualcuno, figuriamoci una ragazza. Betty gli raccontò del suo smistamento, che durò molto, una cosa che i due avevano in comune. Il Cappello, infatti, ebbe molte difficoltà dato che lei sembrava appartenere a tutte le Case: “Betty Cooper, sei un bell’enigma da sciogliere” disse l’Oggetto Magico sorprendendo non poco la streghetta che non pensava di essere un caso così interessante. “Non credi di essere speciale, Betty Cooper?” Cavolo, quel Cappello percepiva ogni suo minimo pensiero e ciò la metteva a disagio visto che non poteva far niente per evitarlo. Rispose timidamente con un sì, prima che il Cappello ricominciasse la sua analisi.
“Sei molto più speciale e importante di quello che pensi. In te vedo i tratti di tua madre Serpeverde, con quell’ambizione, determinazione e astuzia tipiche della casa. Ma c’è anche la razionalità, la curiosità e l’intelligenza di una Corvonero. Senza contare che, come tua sorella Polly, sei estremamente leale e ti preoccupi profondamente degli altri, mettendo i loro bisogni prima dei tuoi e Tassorosso ha queste qualità. E il coraggio, quello che adesso pensi di non avere, è nascosto dentro di te e non tarderà a emergere, rendendoti così una Grifondoro. Il dilemma si infittisce…”
Il Cappello si prese qualche istante di riflessione. Betty lo sentiva farfugliare, ma non stava prestando attenzione. Pensava seriamente di finire in Tassorosso come Polly, la scelta non le sarebbe dispiaciuta. Però l’indecisione del Cappello le diede la forza per parlare: “So che ascolti i desideri degli studenti e…”, il Cappello alzò una piega molto interessato, “voglio Grifondoro” disse Betty con sicurezza. L’Oggetto Magico sorrise: “Ecco il coraggio di cui ti parlavo, quello di prendere una decisione nonostante tutto, senza pensarci troppo. Tu hai le caratteristiche della casa, dunque non resta che dire: GRIFONDORO!”.
Betty era felicissima che fosse stata ascoltata e di aver trovato dentro di sé questa determinazione. Non ne era sicura, soprattutto per il suo lato oscuro, ma a Riverdale dette prova di essere una vera Grifondoro. Che si trovasse di fronte alle minacce di Black Hood, ai suoi problemi familiari o alle intimidazioni del Southside, Betty mostrava sempre un coraggio da leoni, uno di quelli che la mettevano nei guai il più delle volte, ma che faceva emergere la sua forza. E poi non tutti riescono a estrarre la Spada di Grifondoro, no?
Jughead riportò parola per parola lo smistamento di Betty. Lei era contenta di essere con Archie, però venne separata da Kevin. Il ragazzo, infatti, venne collocato in Corvonero, sebbene per la sua spiccata lealtà e il suo buon cuore il Cappello avesse preso in considerazione Tassorosso. Kevin era un po’ come Luna Lovegood: non aveva paura di essere diverso ed era completamente a suo agio in quella pelle, senza che il giudizio altrui potesse scalfirlo. Aveva coraggio sì, ma non quello dei Grifondoro perché non aveva bisogno di esibirlo. Da sempre sapeva cosa voleva, mostrando la grande maturità e fiducia in sé stessi tipica dei Corvonero. Infatti, interruppe la storia con il Tassorosso Moose perché, pur capendo i suoi dubbi sul fare coming out, sentiva di meritare una relazione alla luce del sole.
Veronica, invece, arrivò successivamente, dopo aver trascorso i primi anni alla Ilvermorny per volere del padre, nonostante quest’ultimo avesse frequentato Hogwarts. Proprio per allontanarsi da lui e dopo che finì in prigione, Veronica fece domanda e venne accettata dalla preside McGranitt. Il suo, dunque, fu uno smistamento particolare.
“Veronica Lodge, era ora che ti unissi a noi in quel di Hogwarts. Mi sembra chiarissimo il tuo posto in questa scuola. Sei leale sì, ma solo con le persone che ami davvero. Sei furba e la tua sete di successo è percepibile a chilometri di distanza. Anzi, più che sete di successo, potrei chiamarla bisogno di potere. Non ti lasci mettere i piedi in testa, non dimostri mai paura e sai uscire sempre dalle situazioni difficili. Hai capito dove andrai?” disse il Cappello giocando un po’.
“Per quanto avrei voluto che tu scegliessi l’altra casa per dare un dispetto a mio padre, sono felice di farne parte per mia madre. Non ti resta che urlarlo, no Cap?” E così fece, gridando SERPEVERDE!
Nonostante il fascino da Serpeverde che emanava da tutti i pori, i primi tempi furono difficili sia in quella casa, sia a Riverdale. Cheryl si sentiva minacciata da questa nuova ragazza, bella e astuta tanto quanto lei, e Veronica aveva sviluppato un’amicizia profonda e sorprendente con una Grifondoro, ovvero Betty. E non è l’unico legame che Veronica aveva con la casa rivale, perché con Archie iniziò una relazione tira e molla che tutt’ora era in corso a Riverdale. La cosa era più complicata del previsto, dato che il Serpeverde Reggie era molto interessato a lei, acuendo ancora di più la rivalità che i due ragazzi avevano sul campo da Quidditch.