Anno Domini 2017, Gennaio, precisamente il 26 del primo mese dell’anno. Nei piccoli schermi sbarca una serie tv che si sarebbe fatta notare per molto, molto tempo. Parliamoci chiaro: Riverdale non è un capolavoro, non porta innovazioni estreme nel mondo seriale e non è nemmeno un prodotto di qualità eccelsa. In certi casi però, non è necessario che ci siano questi ingredienti per rendere una serie tv seguitissima. Perché questa è la verità, Riverdale è un successo di pubblico e quando questo accade, tutte le parole che vengono scritte da critica e addetti ai lavori contano fino a un certo punto. Riverdale è essenzialmente un teen drama ambientato nell’omonima città che dà il nome alla produzione seriale. Gli studenti del liceo locale devono iniziare un nuovo anno scolastico, e portano i segni della tragedia avvenuta durante l’estate.
Il 4 luglio infatti Riverdale è stata teatro della tragica morte, parrebbe per annegamento nel fiume Sweetwater, di Jason Blossom anche lui studente del medesimo istituto. L’evento ha sconvolto tutta la cittadina, e in particolare ha sconvolto Archie Andrews, il ragazzo più popolare nonché giocatore di football e appassionato musicista, tanto da cestinare tutte le altre passioni per dedicarsi alla musica. Intorno a lui gravitano tutti gli amici della serie che completano con le loro storie una buona trama fatta di colpi di scena, universi paralleli e onirici in grado di far appassionare milioni di telespettatori. Oggi, in questo articolo, vogliamo cercare di trovare tutte quelle produzioni cinematografiche e seriali che, per un motivo o per l’altro, hanno influenzato Riverdale. Secondo quali criteri? Non ce ne sono di precisi, mentre vi racconteremo queste idee proveremo a spiegarvi i motivi di queste scelte.
Prima di parlare delle influenze, contestualizziamo la serie tv
Riverdale nasce dalla mente creativa di Roberto Aguirre-Sacasa, sceneggiatore, fumettista e capo creativo della Archie Comics, nota casa editrice di fumetti americana dal cui universo è scaturita la fortunata serie che cerca di dare nuova vita a personaggi comparsi per la prima volta sulla carta stampata nel 1941. Riverdale rientra dunque all’interno di quell’operazione di aggiornamento del mondo creato dall’editore statunitense che ha generato un altro prodotto televisivo di successo, Le terrificanti avventure di Sabrina, con cui condivide lo stesso universo e lo stesso genitore. Proprio la genesi fumettistica dei personaggi si riflette nella loro rappresentazione, popolando lo schermo di veri e propri tipi: abbiamo Betty Cooper, la tipica ragazza della porta accanto, Archie Andrews, lo sportivo dal cuore gentile, Veronica Lodge, la femme fatale, Jughead Jones, il ribelle dall’intelletto fine ed, infine, la ricca e manipolatrice Cheryl Blossom. Nonostante la forte caratterizzazione, i personaggi di Riverdale non scadono mai nello stereotipo ma evolvono nel corso della vicenda, mostrandoci sempre nuove sfaccettature.
Ben lontana dunque dal generare un’ingenua semplificazione, l’impronta fumettistica della serie di Aguirre-Sacasa diventa al contrario uno dei suoi punti di forza, dando vita a personaggi iconici, dall’estetica fortemente riconoscibile e accattivante. Accanto al racconto delle vicende amorose dei protagonisti e delle loro avventure adolescenziali, la serie si distanzia dal fumetto originario aggiungendovi una componente mystery e un’atmosfera cupa e inquietante. I giovani abitanti di Riverdale si trovano a dover affrontare terribili minacce, in un’escalation di violenza e di morte: così la prima stagione si apre sulla morte di Jason Blossom, nella seconda la cittadina è minacciata dallo sfuggente Black Hood, nella terza è il momento del Gargoyle King e di un’oscura setta. E così via, stagione dopo stagione per ottenere un successo globale.
Quali sono le muse di Riverdale?
Iniziamo subito col dire una cosa che farà da antefatto a tutto il nostro discorso. Archie Comics ha esercitato una enorme influenza sui prodotti culturali per il mondo adolescente americano, ha infatti ispirato indirettamente molte serie tv e pellicole e ha costituito un modello di racconto e una galleria di figure per alcune serie televisive a noi più prossime come Beverly Hills 90210 e Dawson’s Creek. Ed è questo un dato importante che dobbiamo tenere presente: è il mondo di Archie a fare da preludio a questi serial, non il contrario. E quindi Riverdale è una serie che si trova in una posizione anomala: propone un mondo narrativo e poetico seminale, ma lo fa dopo le derivazioni di successo a cui quel mondo ha dato vita. Parlando chiaramente: è Archie “il padre” di Dylan di Beverly Hills 90210, ma è Luke Perry che interpreta, in Riverdale, il padre di Archie.
Torniamo però a parlare della serie tv, lasciando da parte il gioco retorico del chi influenza chi, analizziamo quali sono le produzioni che sono state di ispirazione al teen drama. Riverdale ci presenta la comunità perbene di una città americana in puro stile Twin Peaks. Quella lynchiana, in particolare, è una cifra evidente che non si manifesta soltanto nell’ambientazione, ma soprattutto in quella tipica sospensione temporale alla Velluto blu che fa apparire Riverdale un luogo non ascrivibile a un’epoca precisa. Gli stessi titoli degli episodi sono altrettanti rimandi a film storici di Orson Welles, Francis Ford Coppola, Russ Meyer, Brian De Palma, David Lynch fino a arrivare a pellicole dei giorni nostri come The Killing of a Sacred Deer di Yorgo Lanthimos e There Will Be Blood di Paul Thomas Anderson. Ci sono addirittura richiami a altre serie: una puntata nella quale tutti i protagonisti vengono psicanalizzati, si intitola In Treatment.
In Riverdale abbiamo poi l’eterna lotta tra due mondi: le bionde e le brune. Una lotta storica nel mondo dello showbiz, che viene declinata anche nella serie tv in questione, ma che ovviamente si ispira ad altre produzioni. In Beverly Hills 90210 Dylan oscilla tra Brenda e Kelly, in Dawson’s Creek il protagonista è in bilico tra Jen e l’amica di una vita Joey e la stessa Joey è in bilico tra il primo amore Dawson e il miglior amico di questi, Pacey. C’è poi, attraverso un titolo di una puntata della quarta stagione, un chiaro rimando a Strade Perdute, altro film di Lynch che si fonda sul dilemma bionda – bruna. C’è poi il discorso legato alla critica sociale. Quelle narrate in Riverdale sono vicende immaginarie in cui le persone che fanno parte della sua quotidianità diventano personaggi di una favola nera, di un gangster movie (paradigmatico è l’apprendistato criminale di Archie sulla falsariga di Quei bravi ragazzi), di un thriller con assassini seriali alla Scream e di uno scontro tra bande come in Il ribelle o I ragazzi della 56a strada. Per concludere, Riverdale è un meltin pot culturale che allo stesso tempo è nonno e nipote di se stesso, è creatore e creatura della serialità contemporanea e di tutte le sue derivazioni.