Ci sono serie tv che riescono a catturarti fin dal primo momento, rendendo sempre più intricata la loro trama e lasciandoti con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto, e poi c’è Riverdale. Con le sue sette stagioni – e continui rischi di essere cancellato – non sono stati pochi i momenti in cui, mentre la guadavamo, l’unica cosa che riuscivamo a pensare era: ma perché?
La serie a fumetti Archie and Jughead su cui la serie si basa è riuscita a unire sapientemente il genere del teen drama con quello del fantastico, intrattenendo il lettore con un livello narrativo interessante e intricato. Cosa che – evidentemente – gli showrunner di Riverdale non sono riusciti a fare. Fallito il tentativo di riprendere in minima parte il grande capolavoro di Lynch, Twin Peaks , quel che ne è venuto fuori è un’accozzaglia di generi diversi come teen drama, fantasy, investigativo e thriller, rendendo il tutto molto incasinato e al limite del comico con buchi di trama enormi e dinamiche inspiegabili.
Nonostante non siano pochi i momenti in cui Riverdale abbia dato il peggio di sé – basti pensare a tutti i plot twist insensati che si sono susseguiti in questi anni – ci sono cinque particolari momenti che proprio non potevamo fare a meno di evidenziare come i peggiori di sempre.
ATTENZIONE: L’articolo contiene spoiler su tutte le stagioni di Riverdale
Archie e la formazione del Cerchio Rosso
Quando suo padre diventa vittima di un tentato omicidio perseguito del famigerato serial killer – e anonimo – Black Hood, Archie decide bene di farsi giustizia da solo e mettere in piedi il Cerchio Rosso: un gruppo di studenti iper-palestrati che decidono di elevarsi a paladini della giustizia. Ovviamente la prima domanda che ci siamo posti è stata: come potrebbero dei sedicenni difendere la città da un folle serial killer? Gli aspetti trash sono molti, a partire dal fatto che Archie fa il suo annuncio attraverso un video su Youtube che diventa virale dopo due secondi mostrando quasi tutti i membri del cerchio a petto nudo e con dei passamontagna rossi in testa, mentre lui capeggia con la classica posa da Superman. Inutile dire che la combriccola non riuscirà a svelare l’identità del Killer, che deciderà invece di rivelarsi autonomamente a sua figlia Betty.
L’arrivo della Dark Betty
Dopo averci abituati alla dolce e carina Betty (Lili Reinhart), con i suoi capelli biondi e il viso affabile, Riverdale decide di capovolgere tutto e farci conoscere il lato dark di questo personaggio. Nella 1×03 la ragazza mette in atto un piano – forse un po’ estremo per una ragazzina di sedici anni – per far rimpiangere a Chuck di aver mentito su un rapporto sessuale avuto con Veronica. Così – senza capire come o perché – ci troviamo a guardare Betty che, in reggiseno di pizzo, rossetto rosso e parrucca nera cerca di bollire vivo il ragazzo che ha fatto soffrire la sua amica. Una trasformazione drastica e repentina che – per fortuna – svanisce nello stesso modo in cui è nata. Probabilmente coscienti del fatto che l’idea non fosse poi così geniale, gli sceneggiatori hanno deciso di salutare per sempre la Dark Betty dopo la prima stagione.
La setta oscura della Fattoria
Probabilmente a corto di idee, gli showrunners hanno deciso di optare per un altro tipo di tematiche – che ricordano molto film come Midsommar – inserendo nella terza stagione la Fattoria. L’idea iniziale non era poi così male, in fin dei conti. Tuttavia -nonostante fosse chiaro fin da subito che la setta nascondesse aspetti oscuri e incerti – non ci aspettavamo di arrivare a vedere bambini fluttuanti o stregoni oscuri. In pochi episodi ci ritroviamo catapultati in dinamiche sempre più fantasy e creepy che sconvolgono nettamente il clima creato fino a quel momento, riempendo la trama di dinamiche forzate e non funzionali – come Betty che viene spedita in un ospedale psichiatrico dalla sua stessa famiglia. Ma le soprese non finiscono qui: la Fattoria si rivela infatti essere un luogo che non solo devia ma vende anche gli organi dei ragazzi che ne entrano a far parte. Il perché di questa scelta di trama? Non lo sappiamo neanche noi.
I fantomatici geni-killer di Betty
Come se nella terza stagione l’idea della Fattoria non fosse già abbastanza, ci siamo dovuti sorbire anche la notizia dei micidiali geni-killer di Betty, interpretata da Lili Reinhart. A svelarle questo oscuro segreto sono proprio sua mamma Alice e sua sorella Polly che le confessano di saperlo da sempre. Edgar, il capo della setta, si offre gentilmente di aiutarla in un percorso che possa liberarla da questo suo lato oscuro e nel loro primo incontro vediamo la sedicenne affrontare un viaggio onirico e confrontarsi con il suo alter-ego malefico. Il cliché della brava ragazza che si rivela essere tutto il contrario è un must fin dall’alba dei tempi delle serie tv, ma forse in questo caso, sommandolo a tutti gli aspetti no sense che continuano a emergere dalla terza stagione, Riverdale si è spinta un po’ troppo oltre.
Siamo in Riverdale o in High School Musical?
Dopo aver visto lo strip-tease della sedicenne Betty in lingerie davanti a sua madre e tutti i suoi amici, pensavamo di aver visto tutto, e invece no: dovevamo aspettarci anche episodi interamente cantati. Che ai produttori di Riverdale piacessero particolarmente i musical lo aveva capito già dalla seconda stagione con la puntata dedicata a Carrie-The Musical, ma non ci aspettavamo di trovarceli sparsi in ogni stagione a seguire. Così – come se Riverdale non fosse già abbastanza caotica tra sciamani, killer e sette magiche – si trasforma sporadicamente anche in un piccolo High School Musical. Non possiamo non ricordare l’episodio 3×16, con il musical finanziato dalla Fattoria, in cui i protagonisti, come Jughead (Cole Sprouse) o Archie, si esibiscono sul palco tra luci puntate e inquadrature piene di pathos o la 4×17 in cui vediamo l’episodio concludersi con tutti i maggiori personaggi della serie cantare sulle note di Wicked Little Town.