Se stai leggendo questo articolo, significa che le serie tv sono la tua vita: la puntualità dei dettagli, le sfumature delle immagini, la complessa immediatezza di quel messaggio inviato e in pochi istanti recepito, lasciando però a chi è dall’altra parte dello schermo la responsabilità di capirlo. Libidine.
Le serie sono questo ma c’è molto di più, per scoprirlo occorre analizzarle fino ai tanti piccoli atomi che le compongono, le singole scene. Il compito di questa rubrica sarà per l’appunto quello di calarsi dentro i microcosmi dell’universo più ganzo che ci sia nel tentativo di avvicinare il lettore (che non è altro che l’occupazione part-time dello spettatore) al messaggio di cui sopra: enjoy!
LA VISIONE DEL LIBANESE
Tutto è esattamente al suo posto: la bisca, quella che un domani diventerà la banda e la grana.
Il grande colpo architettato dal Libanese e dal Freddo è andato a buon fine, il morale è altissimo, tutti se la ridono facendo progetti di gloria e allora è proprio su quel tasto che va a battere la lingua biforcuta di quello che in un’altra vita chiameremmo “Fornaretto”: ricorda al Bufalo quell’orologio che gli piace tanto, alimenta il narcisismo del Dandi parlandogli del suo prossimo guardaroba, solletica le pidocchiose fantasie di Scrocchiazeppi prefigurandogli donne e droga a volontà!
Tutto bello, tutto clamorosamente eccitante, ma il problema è che in verità il Libanese sta volando altissimo sopra quel tavolo da biliardo pieno di quattrini e quelle che i suoi amici di una vita stanno scambiando per frasi d’incitamento sono in verità celati insulti alla loro mancanza di creatività e al loro triste accontentarsi dell’effimero.
“Poi lo sapete che succede? Succede che il Rolex si ingrippa, il guardaroba va cambiato quando passa di moda, la figa si asciuga per mancanza di liquidi e tempo sei mesi/un anno e siamo di nuovo al palo; allora venite da me e facciamo un altro colpo che magari ci va bene, magari no, magari andiamo in prigione, magari sottoterra…“
La platea inveisce contro le visioni funeste del suo leader, solo che il loro problema non è tanto la scaramanzia quanto il fatto che non stanno capendo dove vuole arrivare Libano, non riescono ancora a mettere a fuoco il suo “target” e allora Buffoni, che lo spirito d’iniziativa non sa nemmeno cosa sia, lo implora di arrivare al punto, venendo prontamente accontentato.
“Io dico che tutti ci teniamo 20 milioni a testa, il resto lo reinvestiamo in un progetto comune : una cosa in grande! Droga, armi, gioco d’azzardo e poi si vede, proprio come la Camorra a Napoli“
Dandi ha capito ed è il primo tra tutti, seguito dal Bufalo che però obietta che questa non è Napoli, questa è Roma.
“Proprio quella ci dobbiamo pigliare Bufalo! Piamose Roma! Facciamolo ora prima che lo faccia qualcun altro“
Quella che ha proposto il Libanese è un’idea di portata mastodontica : governare attraverso il crimine la capitale d’Italia, una città che politica, religione e malavita non sono mai riusciti veramente a domare. E perché farlo così in fretta? Perché quelli sono gli anni ’70, la fisionomia di Roma sta cambiando radicalmente sia dal punto di vista edilizio che da quello sociale e la storia insegna che è proprio nei momenti di massima confusione che emergono i poteri forti.
Il Freddo, perpetuamente arroccato nel silenzio, frantuma le perplessità dei Buffoni e inaspettatamente accetta per primo la proposta ma a una sola condizione, dettata dal suo orgoglio e dalle sue non troppo celate idee politiche.
“Questo colpo lo abbiamo fatto tutti insieme e così si deve continuare, ci deve essere un’intesa tra pari livello, tutti capi e nessun servo“
Un’occhiata di ghiaccio al Libanese penetra il fumo della sigaretta che stringe con tutte le sue forze con l’indice e col medio, prima di arrivare a destinazione e incassare l’approvazione desiderata.
Di lì a poco, in perfetto ritmo con i meccanismi della psicologia sociale che avrebbero fatto commuovere il signor Solomon Asch, gli altri si adeguano all’inerzia della situazione.
Tutti? No. Tutti a parte er Satana, che si chiama fuori.
Il suo scetticismo è estremamente cinico e secolarizzato, oltre che basato su argomentazioni logiche assolutamente valide, ma tradisce anche un qual certo legame di fedeltà con er Terribile, la nemesi del Libanese.
Ci si aspetta che da un momento all’altro quel giubbotto di pelle venga crivellato di colpi, invece si decide di lasciarlo andare con la sua parte di bottino e con la promessa di non raccontare mai a nessuno di ciò che è successo.
Il ribelle manterrà la parola data? Chissà, in fin dei conti questo è un Romanzo e le vicende dei personaggi possono prendere pieghe inaspettate, ma l’aggettivo che lo accompagna e che lo definisce non bisogna mai dimenticarselo.
Ed ecco che nelle orecchie di molti inizia ad echeggiare la voce scanzonata di Pino Daniele…