Nel 2008, prima ancora di Gomorra, è toccato a Romanzo Criminale il compito di alzare il livello delle serie tv italiane. E ci è riuscita pienamente. Stefano Sollima è stato in grado di regalare al mondo della televisione un prodotto della stessa qualità riservata al grande schermo, ma con i tempi narrativi della fiction. D’altronde, ogni membro principale della banda della Magliana meritava di avere un periodo sufficiente per esprimersi al meglio e sfruttare tutte le proprie potenzialità.
Insieme con il Libanese e il Bufalo, Freddo e Dandi sono due dei personaggi principali della serie basata sul romanzo di Giancarlo De Cataldo e sono anche tra i più apprezzati dal pubblico. Il loro rapporto è cambiato molto nel corso delle due stagioni, soprattutto a causa dell’enorme differenza caratteriale. Ma cosa li ha portati all’ultimo incontro conflittuale?
Gli eccessi essenziali per l’equilibrio
Tutti i protagonisti di Romanzo Criminale rappresentano un aspetto della malavita e questo espediente narrativo è uno dei punti di forza della serie. La storia della banda sarebbe stata molto diversa senza uno di loro. Anzi, forse non sarebbe neanche nata.
Dopo aver incontrato la batteria di Testaccio, Libano si è reso conto di aver trovato la persona giusta per realizzare il suo sogno. Il Freddo era il tassello mancante, colui che serviva a calmare le acque all’occorrenza e a conquistare Roma. Il Dandi decide di assecondare l’idea del suo amico d’infanzia, anche perché non fa altro che ripetergli che “Freddo è quello giusto”. Le cose iniziano ad andare bene per la banda, i profitti aumentano sempre di più e la loro fama raggiunge anche i vertici dello Stato. Quando Libano diventa troppo impulsivo, il Freddo è sempre pronto a fornire il consiglio giusto. Quando er Bufalo si fa sopraffare dall’ira incontrollata, il personaggio di Vinicio Marchioni è sempre lì, pronto a intervenire. Ma quando la razionalità raggiunge il limite, ci pensa il Dandi a ricordare che l’ambizione e la sete di potere sono essenziali per la banda della Magliana.
È così che ogni componente ha mantenuto l’equilibrio all’interno del gruppo, finché non è morto il Libanese.
Scelte diverse
Dandi: M’hanno chiesto de sdraia’ er Libano e de guida’ ‘sta baracca!
Freddo: Chi?
Dandi: L’amici tua, Sergio e Ruggero Buffoni, che guarda caso so’ i primi che hanno acceso i fari sui Gemito.
Freddo: Ando’ vo’ ariva’?
Dandi: Che m’è pijato ‘n dubbio. Stamo tanto in giro a sbattese pe’ capi’ chi ha ammazzato er Libanese… E si fosse stato uno d’a banda a tira’ er grilletto?
Le grandi aspirazioni del Dandi sono rimaste latenti per molto tempo, ma con l’uccisione del personaggio di Francesco Montanari è cambiato tutto. Adesso Mario De Angelis non ha più alcun motivo per rispettare gli altri e nessuno può dargli ordini. Finalmente è libero di rifiutare il Freddo e di mentirgli spudoratamente. Nell’istante in cui il Dandi assaggia l’inebriante sapore del potere, inizia la sua dipendenza. Non gli basta più la Magliana, così stringe legami anche con la mafia siciliana e con i servizi segreti. Vengono fuori anche le sue abilità di investitore e la sua passione per l’arte.
La vita e la carriera del Dandi nella seconda stagione di Romanzo Criminale sembrano in continua crescita, al contrario di quelle del Freddo. Dopo aver passato del tempo in carcere e aver continuato ad aiutare i membri della banda, Fabrizio Soleri fugge in Marocco e nel frattempo perde tutto ciò a cui teneva di più: il fratello Gigio e Roberta, seppur in modi diversi. L’ex leader della batteria di Testaccio non riesce più a gestire il suo temperamento e i suoi sentimenti e le cose precipitano inevitabilmente quando scopre la verità sulla morte del Libanese.
Nessun lieto fine
Il Dandi si è illuso di aver creato un impero e di avere tutti ai suoi piedi, soprattutto Patrizia. La sua grandezza è solo un desiderio irrealizzabile e, inconsciamente, ne è consapevole. Mario sa di aver voltato le spalle ai suoi compagni e che un giorno gliela faranno pagare. È per questo che non ha bisogno di voltarsi per sapere che il rumore dei passi nella Basilica di Sant’Apollinare proviene dal Freddo. L’ultimo incontro fra i due protagonisti è una parte importante di Romanzo Criminale.
Fabrizio vuole vendicarsi per due motivi: la morte del Libanese e le menzogne a cui ha creduto per anni. Il tradimento e il fatto di aver permesso di farsi ingannare scuotono l’animo pacato del Freddo, ma lui non riesce a seguire l’istinto, la ragione prende sempre il sopravvento. Anche da morto, l’unica cosa che importa al Dandi è che tutti vedano la sua grandezza con inutili decorazioni. Allora il Freddo capisce che deve arrendersi, perché la sua è una battaglia persa e tanto vale confessare tutto a Scialoja. Inoltre, non spetta a Fabrizio uccidere il Dandi, ma al Bufalo, che è impaziente di farlo da molto tempo. Il componente irascibile della banda è colui che deve chiudere il cerchio, perché è coerente con la sua personalità e perché il passato è troppo importante.
Romanzo Criminale vuole che lo spettatore non dimentichi la vera natura della banda. Anche se i personaggi ci hanno affascinato con i loro sogni di grandezza e il loro amore per Roma, gli sceneggiatori non potevano prenderci in giro con un lieto fine. La punizione peggiore per i componenti della banda è quella di essere loro stessi gli artefici della distruzione del sogno comune.