ATTENZIONE: non proseguire nella lettura se non hai ancora visto Romulus 2×03/2×04!!
La città che ha due re alla fine dovrà piangere il suo sovrano. Di due, ne rimarrà solo uno in vita. Il falso re troverà la morte, il vero re invece vivrà e il suo nome da quel momento sarà per sempre legato a quello della città: Romulus, perché regnerà su Roma. È il dio Sancos a parlare, la divinità che protegge i Sabini e che sussurra all’orecchio delle sacerdotesse di Titos. La profezia su Roma non contempla la divisione del potere: uno solo sarà il re del nuovo popolo. D’accordo, ma chi? Chi tra Yemos e Wiros è destinato a trovare la morte e chi invece a vivere e regnare? Il grande cruccio di Romulus, la serie Sky Original che torna in tv ogni venerdì con due nuovi episodi, sembra essere esattamente questo: si può dividere in due un trono? Seduti sui loro scranni di legno, circondati dai Ruminales, i due sovrani cercano di rimanere impassibili dinanzi alle parole pronunciate dalla sacerdotessa di Titos, ma i loro sguardi tradiscono una certa apprensione. Yemos e Wiros hanno sradicato le tradizioni secolari delle terre del Lazio e compiuto un piccolo rovesciamento della realtà: una rivoluzionaria presa di posizione volta a sovvertire e sconvolgere gli equilibri di una terra dominata ancora da superstizioni e dalle suggestioni divine. Il dio Sancos ha parlato della guerra che si abbatterà su Roma e su Cures, una guerra imminente, ampiamente prevedibile e terrificante. La storia, nell’VIII secolo a.C. immaginato da Matteo Rovere, la scrivevano le parole. Quelle degli dei, in particolare. O dei loro emissari in terra.
Romulus 2×03/2×04 va esattamente nella direzione tracciata dai primi due episodi: aumenta l’azione, emergono i contrasti, la narrazione è meno dispersiva rispetto a quella della prima stagione.
Gli sceneggiatori hanno a disposizione meno episodi, per cui il cuore delle questioni più rilevanti viene scandagliato subito. Si va dritti al punto, in Romulus 2×03/2×04. Senza girarci troppo intorno. D’altronde, siamo in un’epoca in cui le questioni si affrontavano di petto, la circospezione era scarsa e la prudenza la dettavano solo i suggerimenti degli aruspici e dei sacerdoti. I sovrani erano sanguigni, i torti si lavavano col sangue e la guerra era l’unica soluzione da offrire per uscire dalle situazioni di stallo. Il vero mostro da abbattere era la paura. Paura di morire, paura di essere sopraffatti, paura di non trovare la propria collocazione nel caos di un mondo dominato dalla confusione e dall’assenza di leggi. La profezia di Ersilia, una delle sacerdotesse di Titos rapite dai Romani nel famoso Ratto delle Sabine, si insinua tra i due re di Roma come veleno nei tessuti sani: è previsione nefasta, presagio di morte. E soprattutto, lo spettro che fa riemergere i dubbi e le angosce dei due sovrani, che altro non sono se non ragazzi. Romulus 2×03/2×04 sorvola le apprensioni dei suoi protagonisti. Ansie che non vengono mai estrapolate e gettate in superficie, ma che riposano nascoste nel cuore di chi ne porta il peso. Entrambi i re di Roma hanno sacrificato molto per arrivare al potere. Il loro è stato un percorso di liberazione e affrancamento che è costato sangue e fatica, ma che ha rinsaldato un legame che altrimenti non avrebbe avuto ragione di esistere. Uno schiavo e un principe, insieme nella bolgia, entrambi baciati dalla Lupa, entrambi liberi da catene, siano esse materiali o ideali.
Un legame che però sfida il tempo e la realtà, le leggi e gli dei, i riti e le tradizioni e che, proprio per questo, suscita le ire e le paure degli altri re.
In Romulus 2×03/2×04, Yemos guida l’assalto dei Romani ai Sabini ma cade in una trappola. Wiros, rimasto a Roma per garantire alla città la sopravvivenza di almeno uno dei due sovrani, accorre in aiuto del fratello e disperde l’esercito dei Sabini, che lascia sul campo Sabos, l’uomo di fiducia di re Titos. A battaglia conclusa però, Yemos viene gravemente ferito e la profezia annunciata da Ersilia sembra trasformarsi in realtà. Wiros costringe la sacerdotessa a mettersi in viaggio con lui alla ricerca di una cura per il fratello morente. Durante la spedizione, un plotone di Sabini attacca a sorpresa Wiros e i suoi uomini. Il ragazzo riesce a mettersi in fuga insieme alla sacerdotessa e trascina con sé il corpo di Yemos, determinato a non lasciarlo morire e a non sopravvivergli. Per essere riportato indietro, Yemos ha bisogno di sangue. Il sangue di qualcuno che sia disposto a legarsi a lui per l’eternità, annodando i fili della propria vita a quelli dell’amico e fratello. Wiros non ci pensa due volte: il suo è terrore cieco, la paura di perdere Yemos e di essere il re che vivrà lo spaventa e lo atterrisce. Per questo è disposto a sacrificare se stesso – ancora una volta – per far sì che il sogno di pace inaugurato con la nascita di Roma possa poggiarsi sulle spalle di due uomini e non di uno solo.
La verità è solamente un altro modo che gli dei usano per distruggere gli uomini.
In Romulus 2×03 viene ripreso anche l’arco narrativo del personaggio di Amulius, il vecchio re usurpatore di Alba che Ilia aveva risparmiato alla fine della prima stagione, regalandoci un finale diverso. Nei primi episodi andati in onda su Sky venerdì 21 ottobre, Amulius era riapparso in una nuova veste: un’orribile maschera nera gli copriva la parte di volto ustionata, non aveva più né barba né la postura di un re, solo lo sguardo di un uomo perso che non ha più paura della morte. Romulus 2×03 riprende attraverso un flashback il suo filone narrativo. Ce lo mostra come un viandante perduto in cerca di risposte, che finisce tra le braccia delle sacerdotesse del dio Sancos. Le risposte che cerchi arriveranno quando le spade avranno sete, gli sussurra il dio per bocca delle sue donne. Amulius – usurpatore, assassino e re – diventa schiavo di Titos e delle sue ossessioni mistiche. Morto Sabos, il re di Cures guarda a lui come suo nuovo comandante in capo. Il sicario di re Numitor è un personaggio troppo centrale per finire ai margini della guerra che sta per scoppiare. E difatti non riesce a nascondere per molto la propria identità.
Silvia, l’amata figlia del re dei Trenta e madre di Yemos, viene fatta prigioniera da Titos. Vanessa Scalera è stata in grado di dare al suo personaggio la dignità e la compostezza di una vera regina. Il suo sguardo fiero sfida più volte quello dell’umorale re Titos, stuzzicandolo nelle sue perverse manie di persecuzione. Silvia seppellisce suo padre e giura vendetta dentro di sé. Riconosce Amulius, una voce che riecheggia dal passato, e unisce i punti del destino che sta per compiersi. Per quale motivo entrambi sono ancora vivi? Sono gli uomini a portare il peso delle proprie colpe, non i popoli. Romani, Sabini, Latini: sono tutte macchie in una tela bianca ancora da sporcare. La combinazione predominante la sceglieranno gli dei, ma gli uomini avranno la loro parte. Silvia e Amulius saranno pedine fondamentali nella guerra ormai già in corso. Ciascuno legato all’altro e ai figli che ha perduto – Silvia ha perso Yemos, che ha scelto la Lupa come madre, e Amulius ha perso Ilia, che gli ha risparmiato la vita prima di abbracciare la causa dei Ruminales -, ciascuno in qualche modo decisivo per orientare le sorti della battaglia e il destino della vecchia Lega latina. Silvia e Amulius rappresentano di fatto un passato che resiste, che fatica ad essere archiviato, ma che presto o tardi verrà superato.
Titos cerca di scacciare le proprie insicurezze, ma suo padre, il dio Sancos, non gli parla più. Non senza la mediazione di Ersilia e delle sue sacerdotesse. Paranoico, ossessionato e probabilmente pazzo, il re dei Sabini è disposto a tutto pur di riprendersi ciò che gli è stato sottratto con la forza. Dall’altra parte ci sono ancora due re, ma il destino è già scritto e nessuno – neppure un sovrano – può invertire la rotta del fato. Le profezie non sono solo di chi possiede il dono di riceverle, ma anche di chi deve viverle. Soprattutto di chi deve viverle. Noi conosciamo già la storia e il mito di Roma, sappiamo che alla fine solo uno regnerà mentre l’altro perirà. Il fratello ucciderà il fratello e regnerà sull’impero più grande della storia. Il suo nome viene pronunciato per la prima volta nel terzo episodio (disponibile su Sky On Demand e Now): Romulus. Ora non ci resta che scoprire chi è. Il resto delle puntate, che andranno in onda sempre su Sky il venerdì sera, ce lo chiarirà presto.